Guerra al Titano per un casinò di Francesco Fornari

Guerra al Titano per un casino L'apertura a San Marino potrebbe incidere sugli incassi delle case da gioco italiane Guerra al Titano per un casino Scelta la sede, manca il sì del nostro governo - Da Saint-Vincent: «E' un normale fatto di concorrenza, un po' di danno lo potrà subire il turismo» - Da Venezia: «Potremmo perdere una parte di clientela del Centro-Sud» DAL NOSTRO INVIATO SAN MARINO — Nel 1951. In seguito all'apertura di un casinò sulla vetta del Monte Titano, 11 ministro dell'Interno Mario Sceiba fece bloccare dalla polizia ogni strada di accesso alla piccola Repubblica per fermare i giocatori italiani attirati lassù dalla pallina bianca della roulette. Il blocco durò finché la casa da gioco venne chiusa. Come previsto da un accordo siglato nel 1953, l'apertura di un casinò è soggetta all'approvazione del governo italiano e sinora la questione è stata oggetto di grossi contrasti fra Roma e la Repubblica del Titano. Adesso i rapporti fra i due Stati, che nella scorsa primavera erano giunti ad un punto di estrema tensione, sono migliorati e, come dice Gabriele Gatti, segretario agli Esteri di San Marino, dopo un incontro col ministro degli Esteri italiano on. Andre otti, -l'Italia ha riconosciuto la legittimità delle nostre posizioni e ha accettato di trattare. Siamo vicini ad una conclusione, che dovrebbe essere favorevole». La questione dell'apertura della casa da gioco sarà discussa nella prossima riunione della commissione ita- lo-sanmarinese che si occupa dell'argomento. «Xn realtà '— spiega Gatti — a noi' Interessa che: come Stato libero e sovrano, ci venga riconosciuto il diritto di avere un casinò. Poi decideremo se sarà utile e conveniente aprirlo. Per ora questo problema non rientra nel programma del governo». Fra i più favorevoli a questa iniziativa sono i commercianti della piccola Repubblica: sarebbe già, stata scelta la sede, il Palazzo dei Congressi, secondo alcuni la casa da gioco potrebbe addirittura entrare In funzione entro la fine dell'anno. Con 22 mila abitanti, 15 mila auto in circolazione, San Marino è un'isola felice (i disoccupati sono meno di 800, il salarlo medio di un operaio è di un milione 200 mila lire, lo stipendio annuo di un impiegato di 19 milioni) ed è considerata una specie di paradiso fiscale per gli italiani. L'apertura di una casa da gioco farebbe affluire un fiume di denaro nelle casse dello Stato creando grossi problemi a quelle italiane (Sanremo, Saint Vincent, Campione e Venezia) perché attirerebbe la grande massa dei giocatori del Centro-Sud, costretti adesso ad affrontare lunghi viaggi. Per il dott. Pietro Conca, direttore del Casino de la Vallee di Saint Vincent, .l'apertura di urta nuova sala giochi è uri normale fatto di concorrenza che può provocare soltanto conseguenze positive». Secondo dati statistici dell'Unire, nel 1984 per il gioco d'azzardo (ippica, lotto, lotterie, totocalcio, casinò) gli italiani hanno speso oltre quattromila miliardi, di cui soltanto 177 sono finiti sul tavoli della roulette e del baccarà. Chiarisce il dott. Conca: •La Romagna e te zone limitrofe sono fra quelle italiane più ricche di bische clandestine. E' una tradizione. Perciò, a ben vedere, i tavoli da gioco nel Centro Italia esi¬ stono già. L'apertura di un casinò a San Marino potrebbe avere conseguenze per loró^Non certo perfidiali 70' per cento dei nostri clienti vengono dal Piemonte, con quelli che arrivano dalla Lombardia saliamo all'84 per cento». L'anno scorso i giocatori che hanno tentato la fortuna a Saint Vincent sono stati 763 mila, con un incremento del 10 per cento, « Un po' di danno dall'apertura di una sala da gioco nell'Italia centrale lo potrà subire il turismo — conclude il direttore —, quei clienti che per soddisfare la loro passione venivano a trascorrere un periodo di vacanze in Valle d'Aosta, poiché non è pensa- bile che esistano giocatori ,che affrontino viaggi, tanto lunghi per una&serata»: ^«••«Cà Veridftimln'.. 'S#Jé* invernale del casinò di Venezia, uno dei tre condirettori — dal maggio dell'anno scorso la gestione della casa da gioco è affidata al prefetto Armando Levante — commenta con molta sufficienza la notizia della probabile apertura del casinò di San Marino. 'Intanto non sappiamo ancora con certezza se questo avverrà. Certo, San Marino si trova in una posizione ottimale e potrebbe raccogliere una certa massa di giocatori dall'Emilia-Romagna, dal Lazio, dall'Umbria e dalle Marche». L'apertura di una sala giochi sul Monte Titano potrà danneggiare In parte 11 ca sino veneziano, ammette 11 dirigente della casa da gioco: •Abbiamo una certa clientela che viene dal centro e dal Mezzogiorno d'Italia che potrebbe essere attirata da un casinò più comodo, più vicino. Ma, ripeto, chi gioca vuole delle garanzie: il nostro •chemin-de-fer», per esempio, non teme concorrenza, è forse il migliore d'Europa. Difficilmente i nostri clienti più importanti si sposteranno altrove». Francesco Fornari

Persone citate: Conca, Gabriele Gatti, Gatti, Mario Sceiba, Pietro Conca