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Già sciupata quella notte Già sciupata quella notte Ricordate quella famosa notte d'agosto, QueUa^^^JjaJia^ Juaojja^ che a Madrid &c!^.det Mtcfewp^., diale della pallanuoto? Gol e parate, \ emozioni, e all'ultimo secondo dell'ottavo tempo supplementare quel tiro micidiale che trafiggeva il portiere Trapanese: 12 a 11. Per un momento la pallanuoto diventò famosa come il calcio, per gualche giorno si parlò di Ferretti il centroboa, di Campagna l'entusiasmante goleador, di Misaggi il difensore dal tiro micidiale, di tutti gli altri con molta ammirazione. Ora questi giovani giocatori di pallanuoto che guadagnano meno di un anonimo calciatore di serie C, ma faticano certo di più, si apprestano a dar vita al nuovo campionato italiano. Sono tornati nell'anonimato assoluto, soltanto il fedele pubblico della Liguria o del Napoletano, di Siracusa o di Firenze o di Pescara è pronto ad applaudire. Subito dopo quell'Italia-Jugoslavia, quella notte stessa, il commissario tecnico Fritz Dennerlein aveva messo in piedi la rivincita. Si era stabilita una data quanto mai opportuna, 7 gennaio a Napoli, tre giorni prima del campionato sarebbe stato un biglietto da visita televisivo con i fiocchi. Sta in Italia Io sport è soprattutto un'occasione di scalata per i dirigenti, un mezzo e non un fine. Alla federnuoto in dicembre è avvenuto il •golpe*: dimissionati il presidente Perrone e i suoi fidi, paralizzata l'attività. Cosi questa rivincita non si è giocata, il campionato parte nell'anonimato, Fritz Dennerlein non ha più potuto convocare i suoi azzurri da mesi, quel 'settebello, cosi giovane e già cosi bravo potrebbe sfiorire prima di essere completamente sbocciato. Ma a qualcuno importa? Il torneo che conta lo stanno giocando i dirigenti, guai a distrarsi, bisogna conquistare il cadreghino: questo i lo sport nazionale in cui gli italiani si impegnano di più. Gianni Romeo