Torrini e Duvall: «Siamo vittime del produttore»

Tonini e Dovali: «Siamo vittime del produttore» Polemiche per «Hotel Colonial»: il film è stato manomesso, nell'edizione tedesca eliminato anche Troisi Tonini e Dovali: «Siamo vittime del produttore» ROMA — Hotel Colonial, ovvero film con strascico di polemiche. Polemico l'attore Robert Duvall, che ha voluto interpretarlo colto da improvvisa passione per il soggetto. Polemica '"to' regista Cinzia Tonini, che ha voluto girarlo nonostante gli infiniti ostacoli pratici incontrati. Polemici i giornalisti delusi dal risultato definitivo della pellicola che, nonostante avesse tutte le carte in regola per trasformarsi in un successo, non ha convinto, non è piaciuta. La colpa, è stato detto e ripetuto ieri mattina, è tutta dei produttori americani che hanno investito dodici miliardi di lire nell'impresa ma in cambio hanno anche brutalmente messo le mani nella sceneggiatura stravolgendola, rifacendola, modificandola. Il caso più demoroso riauarda Troisi, tagliato completamente dall'edizione te¬ desca perché i distributori volevano un film d'azione e i produttori americani hanno concesso loro il diritto di rimontarlo interamente. Dice Cinsia Tonini, regi-, sta,-prima'di -questo, di' un' unico film, •Gioco d'azzardo», pregiata pellicola che ha girato per festival e rassegne riscuotendo grande consenso tra gli addetti ai lavori: Non basta avere l'appoggio di un attore come John Savage che, conquistato dalla sceneggiatura, mi ha portato quel mostro sacro di suo cognato Duvall; trovare un produttore italiano come Mauro Berardi che mi ha regalato la partecipazione di Massimo Troisi; poter scegliere una diva dello schermo come Rachel Ward; incontrare un gruppo americano disposto a investire sei milioni di dollari su una come me che è una sconosciuta, per poter dire di ave- re ottenuto la fiducia del miglior cinema che esista al mondo. Se i produttori ti ostacolano, ti mettono i bastoni tra le ruote, non credono in te, quello che fai è soltanto un compromesso». Dice Robert Duvall,. premio Oscar per •Tender mer- cies», interprete de «il padrino», di •Apocalypse now», di •La confessione», straordinario protagonista del cinema ufficiale e di quello controcorrente degli Stati Uniti: «Non basta evitare come la peste rincontro con le majors e scegliere invece una piccola compagnia produttiva; non basta innamorarsi di un copione intelligente e originale, impegnarsi al massimo per la riuscita complessiva del prodotto,, avere un nome come 11 mìo che Mesce perfino a far cassétta, rischiare con una regista giovane e ignota per poter realizzare un'opera coraggiosa. Se 11 piccolo produttore si comporta come uno di Hollywood, impone il "final cut", lavora senza impegno, tira a campare, i nostri sforzi non servono a molto». Eppure, nonostante questa palpabile amarezza né Duvall né Tonini rimpiangono l'esperienza fatta. Duvall, faccia forte e maschia, onesta e dura, molte passioni segrete e altrettante pubbliche, impegnato politicamente e socialmente, racconta di aver vissuto ' un'esperienza analoga con «Angelo amore mio», tenero film diretto da lui stesso, lodatissimo dalla critica ma svenduto dalla produzione a distribuzioni ignote che non l'hanno fatto vedere neanche in Inghilterra]. „ v.l-, - Cinzia Tonini, un volto da donna' alta su uri corpo da donna piccolissima, tenacia assoluta e volontà ferrea, confessa di aver imparato da questa faticosissima impresa più cose di quelle che avrebbe appreso facendo dieci film a basso costo. Tante che entrambi continuano ad accarezzare progetti. Lei vorrebbe fare un film in Italia, senso i condizionamenti del capitale americano. Lui Duvall, che comincia adesso a girare con Sean Pena •Coulours», diretto da Dcnnis Hopper, vorrebbe girare un film sul tango, la danza che tre mesi fa a Broadivay lo ha sedotto, allontanandolo dalla passione per l'ippica. si. ro. R Cinzia Tonini e Robert Duvall alla conferenza stampa di Roma

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