La fuga «capestro» dall'Iran di Cesare Martinetti

La tuga «capestro» dall'Iran Prospera il mercato nero dei biglietti aerei e dei documenti falsi La tuga «capestro» dall'Iran Il prezzo altissimo della libertà - Chi ha solo 2 nula dollari si ferma a Fiumicino^- La lunga attesa dello status di «rifugiati» - L'aeroporto romano crocevia di drammatiche storie ROMA — Arrivano in sala transiti, cercano una poltrona libera e aspettano. C'è chi aspetta che un poliziotto gli batta una mano sulla spalla e gli chieda 1 documenti Cè chi si avvicina al connazionali scambia qualche parola, tenta di capire come la pensano. Se, come spera, ha trovato altre persone in fuga, si confessa, cerca solidarietà, studiano insieme come mettersi in contatto con amici e uscire da quella terra di nessuno che è la sala transiti di Fiumicino: l'Italia è la, dietro le vetrate dell'aeroporto e oltre le barriere al metal detector della polizia, il sogno dell'Inizio di una vita diversa. Fuggire dall'Iran costa. Cè chi ci scommette sopra tutti 1 risparmi chi impegna la fortuna di famiglia. Storie di disperazione e di imbrogli Ormai è certo, lo dice chi riesce a fuggire: in Iran ci sono organizzazioni di contrabbandieri che offrono documenti falsi e biglietti aerei con tutte le destinazioni: Stati Uniti, Canada, Australia, nazioni-mito per emigranti e perseguitati di tutta la terra. Basta'pagare. Chi ha solo 2 mila dollari (è un caso di questi giorni) arriva a Fiumicino e aspetta. Chi ha di più ottiene un biglietto per il Canada. Ma spesso non ci arriva. Iraq, 31 anni, sua moglie Zahra di 24,1 piccoli Neda e Alireza di 6 e 5 anni ce l'hanno fatta. Ieri ~ notte sono arrivati all'hotel Royal di Ladispoli dove l'Alto commissariato per le Nazioni Unite ha messo loro a disposizione una stanza di quattro letti e la pensione. Erano arrivati da Teheran il primo gennaio. Qualche giorno di febbrili trattative, di viaggi notturni e di colloqui I ministeri degli Esteri e dell'Interno, su proposta dell'Alto Commissariato che deve accertare c garantire lo status di «perseguitati» nel proprio Paese, hanno concesso loro di diventare «rifugiati». Non hanno fatto dichiarazioni politiche contro Khomeini ma avevano acquistato documenti falsi per salire sull'aereo su cui volevano fuggire dall'Iran. In aereo 11 hanno distrutti perché è meglio dire di essere senza documenti piuttosto che essere scoperti con documenti falsi Ma Iraq aveva un fratello in Italia, che lavora e studia a Palermo, sposato con un'italiana La Bua meta era proprio il nostro Paese. Ora spera di poter andare a vivere con 11 fratello, di sistemare tutta la famiglia in Sicilia. Sarà possibile se 11 fratello dichiarerà di poterli mantenere tutti e quattro, se dimostrerà di poter dar loro casa se si impegnerà a pagare le eventuali spese sanitarie. Il loro destino è però quello di ottenere 11 visto di ingresso, come emigranti, in Stati Uniti e Canada L'Italia, per una scelta di politica internazionale che rìsale a trent'anni fa dà asilo politico solo a europei. Chi arriva dall'Iran può essere solo un rifugiato. Iraq, però, è contento lo stessa E dall'albergo di Ladispoli, dove è arrivato con un rappresentante delle Nazioni Unite, fa sapere che ora spera di andare a Palermo. Ma per uno come lui che ce la fa ci sono altri che non ci riescono. La vicenda di Àmir Albo gin o, il disertore che sulla nave iraniana •Iran Jahad» è rimasto bloccato a Genova per giorni e giorni prima che il capitano se lo riportasse in patria, ha aperto il caso delle fughe dal Paese di Khomeini C'è chi se ne va per non andare sul fronte della guerra con l'Iraq, chi scappa perché la vita è sempre più difficile. L'aeroporto romano di Fiumicino è uno del punti di incontro di molte storie. Il caso più clamoroso è del 29 novembre, quando da un volo Alitalia proveniente da Dubai negli emirati arabi sbarcano all'aeroporto Leonardo da Vinci quattordici persone, tre famiglie. Cè Massoud Dhajani, farmacista di Bandar Abbas, con la moglie Faezeh Khayam e la figlia Arila di un mese appena Con loro ci sono amici e parenti Nedereh Eghtedari, 23 anni, una di loro, è incinta di otto mesi Appena sbarcati a Fiumicino si dirigono verso il bancone di accettazione per 11 volo che 11 dovrebbe portare a Montreal H biglietto aereo (che ha per destinazione finale L'Avana) è regolare, ma 1 loro documenti no. Sono passaporti falsi con visti di ingresso falsi acquistati a caro prezzo. Le autorità canadesi non 11 hanno mal autorizzati a sbarcare nel loro Paese. I quattordici finiscono sulle poltrone della sala transiti di Fiumicino. 81 mette in movimento la catena di controlli e di richieste. Il caso è complicato. CI vogliono giorni I quattordici non possono varcale la frontiera, restano in sala transiti la Società Aeroporti di Roma trova delle brandlne per 1 più piccoli e manda loro pranzi caldi Una hostess di terra, sotto la sua responsabilità ospita per qualche giorno la piccola Anta e la mamma grazie ad un permesso temporaneo del ministero; Nedereh, la ragazza incinta, viene ricoverata per qualche giorno all'ospedale Sant'Agostino di Ostia. Poi gli uomini delle Nazioni Unite riescono a ottenere lo status di rifugiati per tutti Possono entrare in Italia Ricomincia l'attesa. Cesare Martinetti

Persone citate: Bandar Abbas, Faezeh Khayam, Khomeini, La Bua, Leonardo Da Vinci, Massoud, Neda