Kohl attacca i lager ad Est

KoM attatea ilager ad Esf Comizio-bomba nella Ruhr KoM attatea ilager ad Esf Subito aspre crìtiche da Spd e liberali DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Stavolta non è una gaffe, è pura e semplice campagna elettorale. Helmut Kohl sapeva esattamente quel che diceva, domenica, nella Westfalenhalle di Dortmund, a una platea amica e plaudente. Con il grande comizio nel cuore della Rumsocialdemocratica, il Cancelliere ha aperto, dopo la pausa festiva, l'ultima serrata fase della campagna, a tre settimane dal voto. Dunque non è casuale l'esplosivo riferimento all'altra Germania: che tiene, ha detto Kohl, «più di duemila nostri compatrioti nelle carceri e nei campi di concentramento come prigionieri politici*. Come capita nelle assemblee democristiane ogni volta che l'oratore di turno affronta il tema spinoso della divisione tedesca, la citazione ha innalzato la temperatura emotiva nella Westfalenhalle, scatenando una ovazione. Visibilmente soddisfatto, accanto al podio del Cancelliere, il capo del partito gemello, 11 cristiano-sociale Franz Josef Strauss. E' sua la decisione di connotare questa campagna elettorale, soprattutto In fatto di politica estera, di rapporti con l'Est, di commercio di armamenti, con toni esasperati, in chiave di oltranzismo atlantico e di Intransigenza antisovietica. La strategia di Strauss è motivata da due ragioni complementari. Il fatto che questi temi e questi toni sono popolari al centro dell'opinione tedesca, deve Cdu e Csu intendono far messe di voti. Il desiderio di mettere in diffi- colta Hans Dietrich Ge.i scher, il ministro degli sona una strategia diplomatica più duttile, più aperta alle buone relazioni con l'Est, sia pure nella più rigorosa fedeltà ai valori dell'Occidente. Il Cancelliere, che ovviamente non sconfessa il suo ministro degli Esteri, ha seguito fin qui abbastanza tiepidamente Strauss nei suoi furori polemici. Ma a Dortmund, davanti a 60 mila militanti e simpatizzanti Cdu, almeno questa bordata contro la Ddr il cancelliere ha voluto spararla. Le reazioni non si sono fatte attendere. Hanno reagito gli avversari deWSpd, naturalmente. Prima il tesoriere Peter Glotz, poi il capo del gruppo parlamentare Hans-Jochen Vogel, infine lo stesso candidato alla Cancelleria Johannes Rau. Poi hanno reagito gli stessi alleati di governo, i liberali di Genscher, difendendo la politica del ministro degli Esteri. Il nostro partito, annuncia 11 segretario generale Helmut Haussmann, non può che prendere le distanze dalle parole del Cancelliere. Non che ci vada a genio il sistema Ddr, aggiunge, di cui non intendiamo certo nascondere i limiti in materia di libertà e diritti civili. Il fatto è. spiega un altro liberale, 11 sottosegretario agli Esteri Juergen Moellemann, che un tema cosi delicato come i rapporti con l'altra Germania non dovrebbe ridursi a argomento di campagna elettorale. La Ddr risponde con una stizzosa nota dell'agenzia Adn. -.Nessun cittadino della Repubblica Federale, vi si legge, è deteI mito per-ragioni politiche I nella Ddr».

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