«Incolumi» gli ostaggi in Etiopia di Paolo Patrono
«Incolumi» gli ostaggi in Etiopici Il «Partito rivoluzionario del popolo etiopico» rivendica il sequestro dei due tecnici «Incolumi» gli ostaggi in Etiopici Il comunicato diffuso a Khartum da un'organizzazione a sinistra di Menghistu - Per ora non ci sono condizioni per la liberazione - Nessuna notizia dei missionari in Mozambico - Due diplomatici italiani dai marinai in Albania ROMA — Un telex da Khartum ha gettato, ieri pomeriggio, un primo spiraglio di luce nel drammatico •caso» dei due tecnici italiani sequestrati, dopo l'eccidio di quaranta lavoratori e soldati etiopici, nel cantiere di Tana-Beles. Il «Partito rivoluzionario del popolo etiopico», uno dettanti movimenti che s'oppongono alla dittatura di Menghistu, ha rivendicato il sequestro di Dino Marteddu. Giorgio Marchiò o di una ventina àk operai lo¬ cali, e ha affermato che •tutti gli ostaggi sono sani e salvi», probabilmente in un rifugio del guerriglieri in territorio sudanese. Per i funzionari che lavorano nella «unità di crisi» della Farnesina in collegamento con 1 servizi informativi del controspionaggio militare è la prima traccia, attesa da una settimana, che consente l'apertura di una linea di trattativa con i ribelli etiopici per ottenere il .filaselo-del auéiecnl<jki<-><q ; - —-■ if ■ ì - - ■ i- - , - , • ■ La Farnesina deve affrontare, infatti, altre due situazioni di emergenza: il sequestro degli otto marinai di Otranto intercettati in acque albanesi e ancora in stato di «fermo» a Valona (due «inviati» diplomatici sono stati autorizzati ieri a incontrare i pescatori, ma nulla si sa dell'incontro) e il rapimento in Mozambico dei tre missionari dehoniani dei quali manca qualsiasi notizia. ■V Ma'SèUe tre situazióni ;dU crisi in atto, alla Farnesina si nutrivano le maggiori inquietudini per i tecnici della «Salini». Perché il sanguinoso assalto contro il cantiere nella regione del lago Tana, la sua ferocia, lasciavano temere per l'incolumità di Marteddu e Marchiò. Ora, il comunicato diramato ieri nella capitale del Sudan attribuisce air.Esercito rivoluzionario del popolo etiopico» la responsabilità della «coraggioso operazione condotta in pieno giorno* Alla Farnesina stanno valutando l'attendibilità della rivendicazione. In attesa di riscontri dal Sudan e dalla stessa Etiopia al ministero degli Esteri hanno identificato l'«EPRP» come un'organizzazione di stampo marxista-leninista che combatte «da sinistra» 11 regime di Menghistu. Secondo quanto si è appreso i «santuari» del movimento ribelle si trovano nel Sudan meridionale. E' quinci, a' Khartum cne"gli'«mis''sarTfòauani' potrebberÒ''trovare il'modo di stabilire -un collegamento con il «Partito rivoluzionario del popolo etiopico» e trattare il rilascio del due tecnici rapiti. L'«EPRP» non ha avanzato per il momento richieste specifiche per la liberazione degli ostaggi, ma secondo indiscrezioni provenienti da Addis Abeba sarebbero già stati avviati del «contatti» con i ribelli etiopici tramite gli agenti locali della Croce Rossa. E per una coincidenza, domani il ministro della Difesa Spadolini parte con una missione per una visita in Somalia che prevede anche una sosta e una serie di incontri politici proprio a Khartum. - I-'identificazione del movimento ribelle responsabile del sequestro dei due tecnici italiani consentiva ieri sera ai funzionari della Farnesi- . na di mostrare, dopo giorni di tensione, una cauta fiducia per una soluzione positiva del drammatico rapimento di Tana-Beles. Inserita nei canoni normali della diplomazia è invece la detenzione degli otto marinai di Otranto, intercettati su due pescherecci alla vigilia di Capodanno dalle vedette albanesi e condotti a Valona. , Un comunicato dell'agenzia di stampa «Ata» diffuso a Vienna ha informato che gli otto sono in ottime condizioni». Paolo Patrono
Persone citate: Dino Marteddu, Farnesi, Giorgio Marchiò, Marchiò, Marteddu, Spadolini
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