Ci spinge il gusto dell'avventura

Ci spinge il gusto dell'avventura Ci spinge il gusto dell'avventura QUELLA dell'anno passato è forse stata la Parigi-Dakar più cruenta e più criticata. Tappe massacranti nelle quali era già un'impresa arrivare, numerosissimi incidenti (alcuni del quali purtroppo mortali), un inizio di gara disperato. Nonostante ciò la Pa-Dak ha nuovamente raccolto il massimo delle iscrizioni consentite. Chiediamo ai torinesi iscritti: perché ripresentarsi in un raid così pieno di rischi? «C'è la passione per le corse — dice Andreetto, veterano della Pa-Dak — e la sfida con se stessi, oltre al mal d'Africa. C'è la novità Libia: di sicuro sappiamo di non avere Calcio a 5: avanti Torino e La Griglia l'Aids. Non ci saranno più i temuti ritiri perché la Tunisia non è cattiva come l'Algeria, ma proprio per questo, con tutti in gara, le posizioni bisognerà conquistarsele. E' una gara importante per acquisire cognizioni meccaniche nuove. Io vendo fuoristrada e mi rendo così conto di cosa ha retto e cosa no, migliorando la preparazione dei mezzi». «Affrontiamo la Libia con una certa ansia — dice invece Aldo Winkler — ma ne siamo attratti». Per Marco Rocca è la prima Parigi-Dakar. «Affascinante la Libia, perché non c'è mai stato nessuno a correre». g. d. e.

Persone citate: Aldo Winkler, Andreetto, Marco Rocca