Un poker di re per i concerti di Natale di Leonardo Osella
Un poker di re Un poker di re per i concerti di Natale Due i motivi di interesse: la partecipazione dell'orchestra Camerata delle Arti e il programma, incentrato sui quattro famosi «concerti di Natale» di Pietro Antonio Locatelli, Giuseppe Torelli, Francesco Manfredini e Arcangelo Corelli. La Camerata delle Arti è di fresca formazione. Ha lo scopo di divulgare la musica classica e barocca e si è raccolta attorno a Giorgio Agnetti — oboista e prima parte di comò inglese nell'orchestra della Rai di Torino —, che ne è efficace animatore. E' formata da: Marco Viola, Paolo Fantino, Daniela Pilotto, Paolo Ferrerò (violini primi); Michele Balmamion, Marie Scafa¬ no. Maria Cristina Oggero, Rossella Negro (violinisecondi); Erika Bruno, Marco Audano (viole); Armando Matacena, Marco Fella (violoncelli); Saverio Mele, Franco Violato (contrabbassi); Dino Perillo (cembalo). n programma della serata è un «collage» classico e consolidato, come confermano due ottime incisioni discografiche (una con Karajan, l'altra con I Musici). H concerto di Natale affonda le origini nelle rappresentazioni popolari della Natività, con l'accompagnamento della cennamella che sosteneva il tema e della zampogna che assicurava il pedale armonico. Nacque così la «pastorale», ge due viole) che dialogano tra loro. Questa consuetudine, tipica degli anni a cavallo del 1700, nacque dal fatto che a Roma le famiglie nobiliari disponevano di un piccolo numero di musicanti, solitamente un trio: in occasione di grandi feste venivano ingaggiati altri strumentisti, ma a quelli di casa era riservato un ruolo di preminenza che si esplicitava appunto nel «concertino». Un espediente che fu adottato ovunque: infatti Corelli operò a Roma e il bergamasco Locatelli fu suo allievo, mentre Torelli e Manfredini sono rappresentanti della scuola bolognese. una forma musicale inconfondibile per l'atmosfera sognante che la pervade. Corelli, nel Concerto Grosso op. 6n. Sin sol minore, situò la «pastorale» in coda, in modo che potesse essere eliminata in occasioni non natalizie, imitato in questo da Locatelli. Manfredini la pone invece in apertura mentre Torelli, originalmente, le affida il secondo movimento dopo una breve introduzione. La struttura formale dei quattro brani prevede la suddivisione degli strumentisti in «concertino» e «concerto grosso». Il primo è un mini-ensemble formato da due violini e un violoncello (ma Locatelli vi aggiun¬ Leonardo Osella
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