Un vampiro in laboratorio

Un vampiro in laboratorio Ricerche sull'aglio confermano le sue capacità di rendere più fluido il sangue Un vampiro in laboratorio IL perfetto vampiro che dovesse attrezzarsi per una trasfusione pulita ed efficiente avrebbe bisogno di due sostanze. La prima dovrebbe permettergli di succhiare il sangue agevolmente mantenendolo fluido durante tutta l'operazione. Un buon anticoagulante (vedi eparina) iniettato con la saliva sarebbe la vera soluzione. Dopo il prelievo sarebbe invece importante avere una seconda sostanza che coagulasse rapidamente il sangue della vittima impedendo così una emorragia che potrebbe disturbare future operazioni diffondendo una cattiva reputazione. E' da escludere che si possa reperire una sostanza sola con due azioni così diverse e contrarie tra di loro. D'altra parte l'effetto di una sola sostanza che aumentasse la coagulazione o la diminuisse al tempo sbagliato potrebbe procurare serie difficolta al vampiro onesto. L'aglio ha appunto questa cattiva reputazione, quella di guastafeste per i vampiri. E' noto dalla letteratura popolare e nella tradizione vampirista che niente è più efficace, per tener distante i vampiri, di un bel mazzo di teste d'aglio. Esso è secondo solo a un crocefisso. L'associazione dei due è poi micidiale per qualsiasi vampiro, anche il più resistente. Che cosa c'è di vero in questa virtù -vampiro-repellente» dell'aglio? La storia farmacologica dell'aglio, come si racconta nel Libro dell'Aglio di Harris (1979), copre un periodo di quattro millenni e coinvolge diverse civiltà. Secondo le osservazioni del Bordia nella rivista Atherosclcrosis (1978). gli estratti eterici d'aglio rallenterebbero l'aggregazione delle piastrine del sangue, una delle fasi più importanti del processo di coagulazione. L'aggregazione piastrinica rappresenta pure una fa¬ se determinante nell'inizio del processo che porta alla trombosi vascolare. Se tale virtù dell'aglio venisse confermata con dati clinici e sperimentali, si avrebbe allora una prova dell'effetto di • assottigliamento del sangue» ricordato dal folklore. Potrebbe cosi trovare una giustificazione la diffusa credenza delle virtù benefiche dell'aglio per disturbi diversi, compresi quelli della circolazione. Purtroppo molte culture usano far cuocere l'aglio prima dell'uso e i principi attivi potrebbero esser perduti con la cottura. Due chimici e farmacologi, l'americano M. K. Jain e il venezuelano R. Apitz-Castro, hanno deciso di veder chiaro in questa faccenda esaminando l'effetto di vari tipi di estratti etilici di aglio fresco. L'uso dell'alcol nella preparazione dell'estratto avrebbe una radice in quelle ricette popolari che usano l'aceto o il vino. Una di queste richiede che l'aglio tritu¬ rato venga tenuto «nel vino e al sole per sette giorni», seguito da «sette notti alla luna» e «sette giorni nell'oscurità». I due chimici ottennero dall'estratto etilico di aglio fresco ben venti componenti chimici diversi. Uno di questi si è rivelato un efficace composto anti-piastrine. Questo composto, un derivato non-volatile dell'allina e poi dell'allicina, è stato chiamato ajoene (dallo spagnolo ajo = aglio). L'allicina è il composto che dà il profumo caratteristico all'aglio, prodotto a sua volta dall'allina per azione dell'enzima allinasi. La struttura chimica dell'ajoene è stata confermata dai due ricercatori. La coesione delle piastrine, dopo ia loro adesione a una sostanza chiamata collagene, produce un tampone solido emostatico. II processo di coagulazione è molto complesso e coin¬ volge diverse fasi alla quale partecipano numerose sostanze chimiche. L'attivazione delle piastrine porta alla produzione di numerose sostanze, ad esempio i metaboliti dell'acido arachidonico, e alla secrezione di calcio, ADP, ATP e fibrogeno. L'ADP a sua volta promuove l'aggregazione di altre piastrine. L'ajoene inibisce l'aggregazione piastrinica sia in vitro, cioè in provetta, che in vivo, cioè nell'animale intero e anche nell'uomo. In teoria l'ajoene potrebbe essere usato come sostituto dell'eparina in interventi chirurgici che richiedano il mantenimento di una buona fluidità sanguigna e la prevenzione della formazione di trombi, ad esempio gli interventi di bypass-coronarici. L'ajoene ha un'azione po¬ tenziatile dell'effetto di sostanze già ampiamente usate in medicina per la prevenzione delle trombosi, come l'aspirina e l'indometazina. A livello della superficie interna delle arterie, pare addirittura che l'ajoene possa dislocare e dissolvere i microtrombi già formatisi. In questa azione esso aiuterebbe un'altra sostanza, la prostaciclina, raddoppiandone l'efficacia. La dose di ajoene necessaria per ottenere questi effetti corrisponde a 3-5 grammi di aglio fresco al giorno. Poiché l'ajoene è inodore, sarebbe socialmente più accettabile dell'aglio puro. Nei più recenti studi, i due autori parlano dell'azione di questo composto come modulatore dei ricettori del fibrinogeno, cioè di un effetto in una delle ultime fasi che portano all'attivazione di questo componente sanguigno, alla aggregazione irreversibile delle piastrine e alla formazione del trombo. Pare dunque esista qualcosa di vero nella credenza popolare delle proprietà benefiche dell'aglio, come quella di -assottigliare il sangue», cioè di mantenerlo fluido e attivo nelle vene e nelle arteEzio Giacobini Roland Topor: Vampiri

Persone citate: M. K. Jain, Roland Topor