Infallibili sentinelle dell'aria e dell'acqua

Infallibili sentinelle dell'aria e dell'acqua Una rete di controllo affidata alla sensibilità delle piante Infallibili sentinelle dell'aria e dell'acqua ANIMALI e piante possono fornire preziosissime indicazioni sull'ambiente in cui vivono e sul suo stato di salute. Essi funzionano da veri e propri indicatori biologici e a tale scopo sono utilizzati per ricerche scientifiche specialistiche. A introdurre in Italia questa nuova mentalità nel considerare animali e piante fu, a metà degli Anni Settanta, il professor Valerio Oiacomini, ordinario di ecologia alla Facoltà di scienze biologiche di Roma. In Gran Bretagna e In Unione Sovietica la fitosociologia e lo studio ecologico delle specie animali si erano già affermati negli anni precedenti. Questo nuovo ramo della ricerca biologica, che dà basi scientifiche all'idea intuitiva secondo cui la vegetazione riflette le condizioni dell'ambiente, si è velocemente diffusa permettendo una sempre più definita conoscenza del territorio. Gli indicatori biologici vegetali vengono generalmente suddivisi in tre categorie: • specie o razze ecologiche della stessa specie in grado di indicare le correlazioni tra organismi e fattori ambientali. Possono essere organismi saggiatori (quando forniscono dati quantitativi assorbendo determinate sostanze sino a una soglia critica), oppure organismi indicatori (quando fornisco¬ no solo informazioni qualitative); • associazioni o comunità vegetali o fitocenosi che danno indicazioni in base alle fluttuazioni della loro composizione interna qualitativa o quantitativa; • biosaggiatori, cioè organismi coltivati in laboratorio per prove di fitotosslcità o per sperimentare le caratteristiche dei substrati in relazione al loro ciclo e al loro sviluppo. I gruppi ecologici delle specie vegetative vengono impiegati come indicatori biologici in riferimento all'idrologia Forniscono indicazioni, ad esempio, sulla presenza e sul tipo di acqua nella falda freatica (piante freatofite) o sulle caratteristiche del terreno. A questo gruppo di piante appartengono l'aquilegia, l'oleandro, le tamerici. Le piante igrofile danno invece informazioni sull'umidità e le capacità di drenaggio del terreno. I muschi, ad esempio, indicano la qualità dell'humus. Quasi tutti i vegetali sono legati a ben precisi intervalli di temperatura o di luce e quindi forniscono dati sulle condizioni climatiche. Le piante alofite danno indicazioni certe sulla salinità del terreno; le matallofite sulla presenza di metalli in alte concentrazioni; le nitrofile, indicatrici dell'eccesso di sostanze azotate, sulla con¬ taminazione delle acque. Gli indicatori biologici di terzo tipo assumono un rilievo del tutto particolare per i casi di degrado delle acque e dell'aria. Per indagare la qualità delle acque si impiegano microorganismi come le alghe e il periphyton, briofite (epatiche e muschi), macrofite acquatiche. Le diatomee, grazie alle loro dimensioni e all'alta velocità riproduttiva, sono tra gli indicatori biologici più usati nel monitoraggio delle acque, seguite dalle alghe verdi (spirogire) e dalle comunità perifltiche. Le briofite funzionano ottimamente nell'individuazione dei metalli pesanti (piombo, zinco, rame) che tendono ad accumularsi al loro interno. Nel campo dell'inquinamento atmosferico le conifere sono particolarmente sensibili all'ossido di zolfo, cui reagiscono tingendo di rosso bruno le foglie e facendole cadere. Gli stessi sintomi si ritrovano sulle foglie di un'erba medica e sui cerali, in risposta a basse concentrazioni sia di anidride solforosa che di ozono. Alcune conifere, il pesco e le varie specie di gladiolo sono indicatori della presenza del fluoro, anche a basse concentrazioni. Tabacco, Poa annua e petunia vengono utilizzati come piante spia nel caso degli inquinamenti fotochimici. Il caso più noto è quello del licheni, simbiosi tra fungo e alghe, molto sensibili agli inquinamenti dell'aria, in particolare alla presenza di uno dei più diffusi, l'anidride solforosa. L'elevata sensibilità dei licheni (alcune specie reagiscono già a concentrazioni intorno a 0,011 parti per milione) sarebbe dovuta alla capacità di accumulare su tutta la superficie, non protetta da cuticola e priva di stomi, composti in soluzioni anche molto diluite: dalla loro attività durante l'inverno; dalla concentrazione dell'attività vitale nei periodi di più elevata umidità. La presenza dell'ossido di zolfo ne blocca la capacità fotosintetica e i licheni scompaiono dalle zone inquinate. L'indicazione è così sicura da permettere la coincidenza, dimostrata da ricercatori svedesi, tra i limiti di distribuzione di alcune specie di licheni e le isoplete (linee con uguale concentrazione dell'inquinante nello spazio) dell'ossido di zolfo. Alla sensibilità dei licheni è affidata una rete di monitoraggio ambientale attivata dalla Regione Veneto, in collaborazione con l'Università di Trieste e sperimentata in un'area campione tra i comuni di Schio, Thiene e Breganze. n programma è completato da centraline automatiche in quanto l'uso delle piante spia come metodo analitico biologico non può sostituire completamente l'impiego di strumentazioni analitiche automatiche. Walter Giuliano

Persone citate: Tabacco, Valerio Oiacomini, Walter Giuliano

Luoghi citati: Breganze, Gran Bretagna, Italia, Roma, Schio, Thiene, Trieste, Unione Sovietica