La donna delle avanguardie

La donna delle avanguardie La «critica militante» di Lea Vergine La donna delle avanguardie NEL rileggere saggi, articoli, recensioni, redatti da Lea Vergine in venti anni di critica militante dal '68 a oggi e raccolti nel volume L'arte in gioco, emerge a mano a mano, con chiarezza, la grande coerenza ideologica che li accomuna. Coerenza che a Lea Vergine, tra i pochi critici d'arte donne affermali della generazione di mezzo in Italia, deriva dalla lettura della pratica artistica come analisi del contesto socio-politico in cui essa agisce. Nella grande produzione contemporanea, essa ha individuato, sulfìlo delle avanguardie surrealiste e situazioniste, un aspetto poco studiato, quello della politicità dell'arte: cioè di un'arte che non si isola nella sua aurea ed elitaria specificità, ma entra in rapporto con la dinamica e con le tensioni culturali della vita reale; un'arte, secondo le sue parole, «sentita e pensata come forza per promuovere le trasformazioni sociali». Nel seguire questa linea, ha privilegiato alcune correnti artistiche contemporanee e messo in ombra altre: considerando ad esempio l'arte programmata e cinetica -l'ultima avanguardia» strettamente interata al sociale, rispetto all'indivi¬ dualismo esasperato della pittura informale; mettendo in rilievo l'arte povera, legata agli eventi del '68, rispetto all'arte concettuale; e analizzando a fondo il fenomeno, peraltro effimero, della Body Art o arte del comportamento, intesa come uso del corpo come linguaggio. Nei testi, lucidi, polemici e a volte graffiaci, l'autrice si interroga continuamente sulla funzione dell'artista e del critico, e quale ruolo centrale entrambi siano chiamati a svolgere nella società attuale. Nell'ambito di questo impegno, le dobbiamo la riscoperta di personalità femminili di primo piano degli anni compresi tra il 1910 e il 1940, da Anna Hoch e Meret Oppenheim a Carol Rama e Carla Accordi, tra le protagoniste della grande mostra -L'altra metà dell'avanguardia-, tenutasi a Palazzo Reale di Milano nel 1980. Se l'arte è dunque ricerca, la critica è verifica: la sua concezione "forte- della critica d'arte, apodittica efustigatrice, è condensata in una semplice frase: «La critica è compromissione e lotta, e non la lega della coesistenza pacifica». Mirella Bandirli Lea Vergine, «L'arte in gioco», Garzanti, 492 pagine, 20 ili., 32.000 lire.

Persone citate: Anna Hoch, Carla Accordi, Carol Rama, Garzanti, Lea Vergine, Meret Oppenheim

Luoghi citati: Italia, Milano