Da Agnelli a Zeffirelli qui si gioca con i vizi dei vip

Da Agnelli a Zeffirelli qui si gioca con i vizi dei vip D'Agostino, il visionario dei nomi famosi Da Agnelli a Zeffirelli qui si gioca con i vizi dei vip NOVANTANOVE personaggi, novantanove schede, novantanove figurine da ritagliare e incollare: l'universo di Roberto D'Agostino, apostolo del «look», cavaliere della fatuità, teorico dell'apparire, è un gioco lineare fatto da un numero finito di possibilità. Dopo l'imperdonabile libro gonfiabile (Libidine, Mondadori, estate balneare '87) arriva il catalogo: Chi è, chi non è, chi si crede di essere. Il visionario dei nomi famosi (Mondadori, lire 30 mila). Da Agnelli Giovanni a Zeffirelli Franco, isole comprese: quello di D'Agostino e un divertissement di taglio e cucito. Una doppia pagina per ogni personaggio arredata con il «ritratto» a cura dell'autore più una doppia sequenza di definizioni incolonnate: come viene giudicato dagli altri, come si giudica da sé. Apoteosi della battuta; catalogo della «definizione pungente» destinato ad essere saccheggiato da giornali-giornalisti nei prossimi mesi. Francesco Alberoni: "l'ovvio dei popoli-. Woody Alien: -cogito interruptus' (fulminante quello che il regista dice di sé: -Sono ateo teologico esistenziale. Credo nell'intelligenza dell'universo, coìi l'eccezione di qualche cantone svizzero-: "Credo nel sesso e nel decesso»). Giulio Andreotti: «Uno storico compromesso»; £• -Fox-dossier-; «Sospettoso,™ sospettabile-. Alberto Arbasino: -Don Kitschotte-. Carmelo Bene: -Voltati e un genio- (definizione di Cesare Garboli: -Grande attore postiano-). Silvio Berlusconi: Quarzo potere-; -Berlusconi passa alla Storia, il telespettatore alla Standa- (definizione di Michele Serra: -E' decisamente simpatico, cosa che lo rende molto pericoloso»). Tinto Brass: -Il cinecologo dell'erotismo-. Aldo Busi: -Busil. L'Omo senza qualità-. Mario Capanna: -Formidabili quei danni-. Per Bettino Craxi una citazione di Anna Craxi, consorte: -Bettino era bellissimo: alto, magro, con tantissimi capelli e gli occhiali scuri, anche se era tardo pomeriggio'. Lucio Dalla: -Il brutto addormentato nel basco». Gianni De Michelis: -L'avanzo di balera». Giuliano Ferrara: -Ghino di tacchino» (Rossanda: -Eppure considero Ferrara un ragazzo intelligente»). Alberto Moravia: -Il vecchio e il male». Achille Occhetto: -Addaveni' Bacione-. Pannella: -Uno degli uomini più Ghandì». Pavarotti: -Do di stomaco». Eugenio Scalfari: -La montagna incartata». Giorgio Strehler: -Figli di Io superiore». Per chiudere D'Agostino si è tenuta una paginetta tutta per sé aperta da un autografo: «Roberto Disgustino, sembra che da pìccolo fosse normale» e chiusa da un giudizio di Michele Serra: -Di lui non siamo in grado di mostrarvi immagini. Il suo carattere schivo e solitario, il suo odio per il presenzialismo e l'effimero ne fecero il simbolo del rigore intellettuale». E le figurine? Come direbbe Arbore (mentore dell'autore): incollate gente, incollate. p. cor.