Regala un po' di Storia e sei già nell'Ottantanove

Regala un po' di Storia e sei già nell'Ottantanove Continuiamo il viaggio fra le strenne: è di scena la Rivoluzione francese Regala un po' di Storia e sei già nell'Ottantanove NON è ancora il 1989, fatidico bicentenario della rivoluzione francese, e già gli editori hanno incominciato a sparare con i loro cannoni. Non occorre molta fantasia per immaginare quel che capiterà l'anno prossimo. Ciò che importa è che non si prenda a pubblicare in maniera indiscriminata. Gli anniversari nella storia come nella vita individuale sono inevitabili, ma è bene che i regali siano quanto più possibile di qualità e non di mera circostanza. L'editoria italiana è partita nel complesso bene. Certo per ora il pezzo forte è il Dizionario Critico della Rivoluzione Francese di due noti specialisti come Francois Furet e Mona Ozouf, i quali si avvalgono della collaborazione di un nutrito stuolo dì studiosi (Bompiani, pp. XTV-1035, L. 50.000). Quest'opera deve essere vista sotto due profili essenziali. Da un lato essa è una fonte di informazione — un primo approccio, direi —. che unisce generalmente una esposizione piana con un notevole livello critico; dall'altro è — in conseguenza del fatto che gran parte delle voci strategiche sono stese dallo stesso Furet — l'espressione della tendenza critica e «revisionistica-, di cui quest'ultimo è uno dei campioni. Il dizionario tratta di avvenimenti, personaggi, problemi, correnti storiografiche. E ogni voce è provvista di una bibliografia essenziale e aggiornata. La chiave interpretativa caratterizzante è in fondo semplice; la rivoluzione è la madre della democrazia europea, e qui sta il suo carattere immortale. Ma il parto della democrazia è stato terribilmente travagliato. Il terrore giacobino ha costituito come una irruzione virale che ha minacciato di far perire la creatura. Per ben cogliere l'ispirazione del Dizionario, bisogna leggere il capitolo «Rivoluzione alla Sorbona-, dove Furet fa i conti storiografici con chi lo ha preceduto. * * Altro libro notevole è quello di A. Soboul, che l'editore Rizzoli ha però impropriamente intitolato Storia della Rivoluzione francese (e pensare che proprio l'inizio del libro suona: «Questo libro non vuol essere una nuova storia della Rivoluzione francese, dopo tante validissime...-!. L'opera (pp. 518, L. 45.000) è un'analisi critica dei problemi della rivoluzione, delle sue interpretazioni, del suo significato, dei suoi valori. Soboul, morto nel 1982. è stato anzitutto un insigne studioso del sanculottismo; e la sua ispirazione, la quale lo colloca nella scia della scuola «sociale classica» che da Jaurès va a Lefebvre, costituisce un utile termine di confronto con le impostazioni del tipo di quella del Furet. Un testo singolare, non un'opera storica, ma un pamphlet diretto contro i -moscardini" — ovvero un tempo i giovanotti eleganti che dopo la caduta di Robespierre si segnalavano nella caccia ai giacobini e oggi gli storici che dete¬ stano della rivoluzione il messaggio egualitario alla luce di concezioni neoconservatrici — è la Lettera a Robespierre (Spirali, pp. 124. L. 15.0001 di Max Gallo, uno studioso-pubblicistapolitico dai molteplici interessi. Gallo si indirizza a Robespierre, per lui simbolo della drammatica serietà della rivoluzione e non certo mentore ideologico, al line di mettere sotto accusa gli storici odierni di orientamento moderato o addirittura antirivoluzionario, intenzionati a cancellare Libertà. Eguaglianza e Fraternità: veri e propri cacasenno che altro non farebbero se non riprendere i vecchi argomenti alla Burke (e anche peggio). De Agostini pubblica due volumi, in Francia usciti vari anni orsono. della collana -Testimonianze storiche- diretta da G. Walter: La rivoluzione francese dello stesso Walter (pp. 567. L. 28.000 ) ; e Napoleone di J. Godechot (pp. 454, L. 25.000). Gli autori sono due noti studiosi. I loro volumi, secondo il carattere della collana, accostano ricostruzioni degli avvenimenti, discussioni di problemi, una ampia cronologia, una bibliografia e documenti vari. Di particolare interesse per i cultori non solo della storia della Francia napoleonica in generale ma in specie di storia militare è il volume a cura di D. G. Chandler, I marescialli di Napoleone (Rizzoli, pp. 746, L. 50.000 ). Vi si raccontano vite e miracoli dei capi militari dell'imperatore attraverso la penna di numerosi studiosi. Secondo il noto detto. Napo¬ leone aveva promesso il bastone di comando a qualsiasi semplice soldato che ne fosse degno. Chandler ci ricorda che sette marescialli erano di origine aristocratica e tutt; gli altri di più modesta estrazione. Augerau, Lefebvre. Murat, Mortier e Ney erano rispettivamente figli di un fruttivendolo, di un mugnaio, di un locandiere, di un agricoltore, di un bottaio. Comunque si tratto di una élite sicuramente eccezionale, e le vite di molti dei suoi membri furono davvero da romanzo. Dello storico inglese N. Hampson e la Storia sociale della rivoluzione francese ( Lucarini, pp. 298. L. 23.0001 : un testo che. pur avendo sulle spalle oltre vent'anni. resta una utile lettura introduttiva. Due le tesi al centro: che le idee politiche di Robespierre e Saint-Just furono una-immagine anticipata del totalitarismo novecentesco-; che la politica economica sociale del Comitato di salute Pubblica, a differenza di quanto pensavano Jaurès e Mathiez. era -esattamente agli antipodi del pensiero di Mai'x-. * * Un bellissimo libro è Immagini della libertà. L'Italia in rivoluzione 17891799) di M. Vovelle e due suoi allievi (Editori Riuniti, pp. 350, L. 70.000). Si tratta di un rimarchevole documento della iconografia relativa al decennio rivoluzionario nel nostro Paese (e in Francia). Sellerio ha avuto l'ottima idea di ri- stampare uno dei classici della storiografia europea sull'illuminismo: Giovinezza di Diderot di Francesco Venturi (pp. 328 L. 25.000). L'autore lo pubblicò nel 1939 in Francia dedicandolo a Carlo Rosselli, -esempio irraggiungibile di un uomo vissuto per le idee di giustizia e libertà, incarnazione nella sua azione quotidiana di quella rinascita dell'illuminismo che andava fermentando nell'Europa quando questa stava precipitando verso la guerra(sono parole tratte dalla Introduzione che l'autore ha scritto per questa nuova edizione). Un libro che, quando apparve, ebbe la più convinta approvazione di storici illustri fra cui Lucien Febvre e Adolfo Omodeo; e che vale sempre leggere, ora godendo degli eleganti caratteri della Sellerio. A proposito di storia francese, anche se non riguardante illuminismo e rivoluzione, vorrei segnalare l'ultima opera di Femand Braudel. L'identità della Francia. La prima parte era uscita in Italia nel 1986. Ora il Saggiatore pubblica la parte seconda e ultima (Braudel e morto lasciando l'opera non compiuta |. divisa in due tomi e portante come sottotitolo Gli uomini e le cose (tomo I, pp 216; tomo II. pp. 461 ; i due tomi insieme L. 80.000). L'oggetto e una analisi dei problemi demografici i davvero di lungo periodo: dalla preistoria a noii ed economici (dalle «infrastrutture rurali- ad aspetti dello sviluppo capitalistico e industriale!. Massimo L. Salvador!

Luoghi citati: Europa, Francia, G. Walter, Italia