«Espellete Ciro o lo rifaremo» di Ennio Caretto

« Espellete Ciro o lo rifaremo » « Espellete Ciro o lo rifaremo » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Con una seconda telefonata alle agenzie di stampa a Londra dopo quella del giorno della catastrofe, i -Guardiani delia rivoluzione islamica» hanno rivendicato ieri l'attentato al Jumbo della Pa?i A??i e annunciato che -ci sarà un altro regalo per l'America nell'anno nuovo - se Washington non espellerà Reza Ciro, il figlio del defunto scia dell'Iran, in modo che venga consegnato a Khomeini. L'autore della telefonata ha manifestato -orgoglio per l'attacco alla compagnia aerea americana- e denunciato -le attivita controrivoluzionariedel principe. Ma nonostante la minaccia, gli inquirenti inglesi e americani non danno troppo credito a questo gruppo terroristico, legato a Teheran. Più che per la pista iraniana — che pure non viene scartata — si propende per la pista palestinese, in particolare per il Fronte popolare di liberazione della Palestina. Comando Generale, di Ahmed Jibril. con sede a Damasco, legato anche a Tripoli. Secondo il Times, sono state le caratteristiche della bomba usata dagli attentatori a orientare gli inquirenti su Jibril. La bomba e risultata fornita di un doppio detonatore, uno di tipo barometrico, sensibile cioè ai cambiamenti di altitudine, l'altro elettronico. Il primo detonatore avrebbe fatto scattare il secondo, che è un ordigno a orologeria. Questa tecnica viene usata dai terroristi per annullare le camere a decom¬ pressione usate dai servizi di sicurezza di alcuni aeroporti, tra cui quello di Francol'orte. Il gruppo di Jibril ha già impiegato questa tecnica in passato. Anche la magistratura tedesca sembra orientata verso la pista dell'estremismo palestinese: -Per una concreta attribuzione — ha detto il portavoce della magistratura — mancano tuttavia i presupposti basilari-. La scoperta della meccanica dell'attentato potrebbe essere decisiva per l'individuazione dei responsabili, e per la rappresaglia che Reagan e Bush sembrano decisi a ordinare. Washington e Londra hanno ieri chiesto a Praga di rendere il Semtex. l'esplosivo che sfugge ai raggi X e che sarebbe stato impiegato per il Jumbo, -visibile-: Praga ha risposto offrendo di partecipare all'inchiesta, e ha condannato il terrorismo in un comunicato del ministero degli Esteri. Il portavoce del Dipartimento di Stato, la signora Oakley. ha rifiutato di commentare sia la pista iraniania sia quella palestinese, ma ha ribadito che quando i terroristi verranno scoperti Washington attuerà una rappresaglia, indicando indirettamente che tiene sempre Gheddafi nel mirino. Secondo gli inquirenti, la bomba a bordo del Jumbo e esplosa prima di quanto avessero calcolato gli attentatori: nei loro piani, l'aereo doveva precipitare nell'oceano, senza lasciare traccia. L'errore di calcolo ha fornito un prezioso punto di parten¬ za all'Fbi e alla Cia. Bush, rientrato ieri da una lunga partita di caccia nel Texas, ha avuto un colloquio riservato con il direi i ore dei servizi segreti Webster. Reagan. in vacanza in California, ha rilasciato dichiarazioni analoghe a quelle di Bush. -Troveremo i terroristi — ha detto — e li assicureremo alla giustizia-. Il nuovo Presidente ha definito -inumano- l'attentato all'aereo Pan Am: -I suoi autori devono rispondere di 270 assassina-. La sciagura rimane al centro di aspre polemiche. Yossi Langotsky, un consulente israeliano sulla sicurezza dei voli, ha dichiarato di aver avvertito la Pan Am due anni fa che non era difesa a sufficienza contro il terrorismo, e l'ha accusata di non aver preso le misure necessarie per prevenire un disastro. Il consulente ha ricordato che lo scorso febbraio una donna armata di rivoltella parti da Detroit con un volo Pn?i Am e fu scoperta solo dalla dogana di Tel Aviv. Tra i parenti dei passeggeri che hanno fatto causa alla compagnia aerea c'e anche il padre di Nazir Jaafar. lo studente libanese di 21 anni nella cui valigia si sospetta che fosse stato nascosto, a sua insaputa, l'esplosivo. Jaafar viveva a Francoforte, dove frequentava altri giovani libanesi. Il responsabile dell'antiterrorismo del Dipartimento di Stato Paul Bremer ha pero smentito che sia certo che lui sia stato l'involontario corriere della morte. Ennio Caretto