Tutti in sottomarino

Tutti in sottomarino Tutti in sottomarino Autostrade impraticabili, una normativa che frena le smanie di velocità; la circoazione per le vie del cielo che è ormai prossima ajla saturazione. Auto per tutti, jet personali che ambiscono a sostituire l'utilitaria. Per non parlare, d'estate, dei natanti di ogni tipo e genere che rendono pericolosa la vita del nuotatore, proprio come quella del pedone. Ma non basta. Avendo ormai vinto in cielo, in terra e in mare, i mezzi ideati per il pubblico trasporto, ora per lo più diventati di privato trastullo, stanno per insidiare anche gli abissi marini. Non l'ultima sponda, ma addirittura quello che c'è sotto l'ultima sponda, le meraviglie inesplorate dei fondali inviolati. Arriva infatti il sottomarino per week-end, importato dall'Inghilterra dove però la moda del mini-sommergibile non ha attecchito, forse a causa del clima e delle grigie acque locali. Invece, da noi, pare che possa esservi un boom: vi sono infatti le premesse climatiche ma anche quelle sociologiche, ovvero, diciamolo in parole schiette e povere: gente che pur di apparire, magari sprofondando, non bada a spendere. I piccoli sottomarini sono importati da un signore di Cremona, Stefano Fermi, che ne vanta le possibilità di avventura; il modello più economico costa come una bella auto, 50 milioni, è a due posti, con immersione fino a trenta metri; poi ce n'è, uno un po' più caro, per sei o otto persone, profondità fino a duecento metri, costo 250 milioni, l'ideale per la famiglia, per chi possiede già la barca e si può portare dietro, come un tender, il sottomarino che misura soltanto tre metri di lunghezza. Immaginarsi l'avventura, la stravaganza: invitare tutti a andare sotto il mare. Tanto, sopra, è così sporco e, poi, ci vanno tuttiMa, c'è da scommetterci, tempo pochi anni, i minisottomarini prolificheranno, sarano prodotti a prezzi concorrenziali in Corea e a Taiwan. Sì, possiamo sperare, c'è un sottomarino nel nostro futuro. Che non per questo sarà un futuro migliore, anzi. Dovremo infatti gareggiare con il vicino, magari soltanto con quello d'ombrellone, su chi ha il sottomarino più bello, più sommergibile. E poi ci toccherà districarci con la normativa che regolerà la circolazione subacquea che ancora non esiste, come non esisteva all'epoca dei deltaplani e degli alianti, ai primordi del volo, una normativa sui corridoi aerei. Si auspica la massima severità per questo codice della circolazione sottomarina dei,mezzi privati, chiediamo addirittura che venga stilato prima che questa circolazione abbia inizio, perché se ora si parla tanto di medicina preventiva, non si vede perché non si potrebbe pensare a una legislazione preventiva. O sarebbe meglio chiamarla dissuasiva? Certo, sarebbe un atteggiamento paternalistico. Ma cosa risponderanno i padri ai figli che chiederanno Papà, me lo compri il sommergibile? No, perché vai sotto? Oppure No, perché dai fastidio alle meduse? Insomma, bisogna che il codice per la circolazione subacquea dei mini-sottomarini da diporto fornisca argomentazioni più valide ai no paterni. Altrimenti ce- ne andiamo proprio tutti sul the yellow submarine, yellow submarine... (ricordate i Beatles?). Che è molto meglio. RENATA PISU I ili ii

Luoghi citati: Cremona, Inghilterra, Taiwan