Gli strani ostaggi di Abu Nidal

Gli strani ostaggi di Abu Nidal Tredici mesi fa iniziò l'incubo delle due bambine francesi Gli strani ostaggi di Abu Nidal Catturate al largo di Gaza su un vecchio peschereccio trasformato in barca da diporto - Due famiglie di hippies fuori tempo che cercavano di cambiare vita - Una bandiera israeliana innalzata per cortesia marinaresca forse ingannò i terroristi che pensavano di aver sorpreso agenti segreti di Tel Aviv DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Per Marie-Laure e Virginie l'incubo è Anito cosi come era cominciato: con un viaggio per mare. Le due bambine liberate ieri dal gruppo terrorista palestinese di Abu Nidal sono sbarcate a Bengasi. in Libia, da un battello misterioso e su un battello erano state fatte prigioniere più di tredici mesi fa, l'8 novembre del 1987, al largo della costa di Gaza. Un sequestro particolare, più assurdo di tutti gli altri compiuti nell'inferno del conflitto libanese perché senza alcun appiglio "dimostrativo». A bordo del Sileo, un vecchio peschereccio trasformato in barca da diporto, non c'erano né diplomatici, né giornalisti — le vittime preferite dai commandos terroristi — ma due donne e due uomini, due ragazzi e due bambine. Otto 'astaggi marginali' come scrissero allora i giornali francesi, pronosticando una rapida soluzione del caso. Qualcuno parlò anche di errore. Uno sbaglio degli uomini di Abu Nidal — capo degli irriducibili di Al FalahConsiglio rivoluzionario — che avrebbero dato l'arrembaggio al Sileo pensando di mettere le mani su un manipolo di agenti segreti israe,? liani. Un sospetto nato troppo in fretta, forse per quella bandiera con la stella di David che sventolava accanto al tricolore belga, vessillo d'immatricolazione dell'imbarcazione. Una «bandiera di cortesia» che le leggi marinare impongono quando si attraversano le acque di un altro Paese e che gli occupanti del Sileo avevano esposto senza pensare ai rischi. Il primo comunicato dei terroristi di Abu Nidal parlava, addirittura, dell'-arresto» di otto persone con la doppia cittadinanza belga ed israeliana. E annunciava un 'processo' per deciderne la sorte. Ma la verità non tardò a veni¬ re fuori. I pericolosi agenti segreti erano una donna francese di trent'anni, Jacqueline Valente, separata dal marito, le sue due figlie Marie-Laure (6 anni) e Virginie (5 anni), più un gruppo di belgi: Fernand Houtekins, 40 anni, nuovo compagno di Jacqueline, suo fratello Emmanuel con la moglie Godeliève e i loro due figli Valérie e Laurent di 17 e 18 anni. Due famiglie con una burrascosa storia personale alle spalle, fatta di iniziative fallite tra il Belgio e la Francia e culminata con l'acquisto di un vecchio battello per la pesca delle sardine che era stato rimesso in condizioni di navigare dai due fratelli Houtekins, camerieri per necessità e grandi amanti del mare per passione. Ed è sul Sileo che, nell'86, il gruppetto era partito dal Sud della Francia con la speranza di prendere a bordo dei turisti in giro per il Mediterraneo. Degli 'hippies fuori tempo', secondo la definizione dei giornali francesi. Ma proprio questa loro singolare situazione — che pure ne dimostrava la totale estraneità alle vicende mediorientali — finì per creare una specie di cortina d'indifferenza. Gli 'Ostaggi marginali' divennero presto degli ostaggi dimenticati dalla gente e trascurati dalle autorità impegnate nelle grandi trattative per liberare personaggi più noti. La Francia, in quel momento, ne aveva ben sei in Libano, compresi due diplomatici e un'intera équipe della televisione. Così, anche la nascita di un terzo figlio a Jacqueline Valente nel covoprigione di Al Falah-Consiglio rivoluzionario, il 23 dicembre dell'87, fu liquidata con una rapida ventata d'emozione per il primo -bébéolage- della storia. Ma il gruppo di Abu Nidal è riuscito a utilizzare anche gli imprevisti e ufficialmente inutili ostaggi del Sileo. O meglio, li sta ancora utilizzando perché se Marie-Laure e Virginie sono state liberate, gli altri restano prigionieri. Sul come li sta utilizzando sono possibili soltanto delle ipotesi. Il rilascio delle due bambine sarebbe un gesto senza contropartite dirette. Un -regalo di Natale-, come ha detto Abu Nidal. Un modo per smentire le accuse di 'Centro del terrorismo internazionale' che il presidente americano Ronald Reagan ha ripetuto ancora ieri nei confronti di Tripoli confermando per altri sei mesi le sanzioni economiche contro la Libia. Per la liberazione degli altri ostaggi, invece, Abu Nidal punterebbe ad uno scambio. Vorrebbe — almeno si dice — la scarcerazione dei due terroristi che assassinarono, nell'81, il rappresentante dell'Olp a Bruxelles, Naim Khader. Un delitto che è una delle tante azioni sanguinose compiute contro gli uomini dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina dagli ultras di Abu Nidal, scomunicato da Yasser Arafat già nel '73 e condannato a morte in contumacia dall'Olp l'anno seguente. Enrico Singer Marie-Laure Betille, a sinistra, e la sorellina Virginie