Fantasmi canadesi di Claudio Gorlier

Fantasmi canadesi ARRIVA IL PATRIARCA DAVIES Fantasmi canadesi ', «E' soltanto dalla nostra mancanza di fantasmi/che noi siamo ossessionati»: così si chiude una poesia di Earle Birney, il più intenso e insieme il più ironico tra i patriarchi della scena letteraria canadese contemporanea. Il testo è dei tardi Anni Cinquanta, ma ecco che, nel 70, un altro solido patriarca, Robertson Davies (data di nascita 1913), provvede una robusta fornitura di fantasmi con il romanzo Fifth Business, che compare ora in italiano nella eccellente traduzione di Attilio Veraldi (// quinto incomodo, ed. Longanesi, pagg. 278, lire 24.000). L'allusivo titolo si riferisce a un ruolo teatrale non di protagonista ma basilare «per arrivare all'Agnizione o allo scioglimento», che è precisamente la parte del protagonista narratore, il professor Dunstan Ramsay, il quale, alla vigilia della pensione, affida a un diario indirizzato al preside del suo college una cronistoria della propria vita e della propria ricerca di una verità forse impossibile ma certo degna di venir perseguita e scandagliata, attraverso una sottile e intricata schermaglia tra scrittore e lettore, un gioco di specchi, un'astuta e insieme appassionata provocazione. La vita di Dunstan, che ha modificato il suo nome di battesimo per identificarlo con quello del santo, non appare meno complessa e inquieta dell'intreccio del romanzo di Davies, egli stesso prestigioso accademico, critico, drammaturgo. Una vita in qualche modo segnata da un'esperienza cruciale della fanciullezza, quando il viziato e arrogante amico Percy Boyd Staunton colpisce alla nuca con una palla di neve, subdolamente appesantita da un sasso e scansata da Dunstan, una donna incinta, moglie del pastore protestante della cittadina di provincia canadese ove essi abitano. La donna impazzisce e in stato di follia le nascerà il figlici;/ 'destinato a" rfcorrtparire più avanti nel romanzo nelle vesti di un mago e illusionista f.li grande e un poco sinistra fama. Tutto l'arco dell'esistenza di Dunstan riconduce all'episodio, sino al momento culminante della sua miracolosa sopravvivenza alle ferite e alle mutilazioni patite sul fronte francese nella prima guerra mondiale. La folle signora Dempster, confinata in manicomio dalla compunta comunità provinciale, si trasformerà così nel simbolo dell'innocenza e della santità chiaramente salvifica, tale apparendo a Dunstan ferito e alle soglie di una probabile morte. Dunstan, grigio professore assorbito nelle sue ricerche 'sulla storia dei santi, giudicato da tutti un uomo senza qualità, diviene invece il demiurgo, il «quinto incomodo», nella sua esplorazione tenace e diiscreta del bene e del male, nella sua ricerca di una verità empirica, mai assolutizzata, ma non per questo meno gratificante. Incontra persino il suo diavolo personale, e al termine del libro si porrà gli ultimi in terrogativi di fronte alla mone 'di Percy, ritrovato nelle acque :del porto di Toronto, annegato al volante della sua Cadillac. • Un suicidio? Diffìcile da crede- • re per un uomo ricco, fortunato, al culmine della carriera Ipolitica. E il sasso ritrovatogli ■ in bocca, il sasso incapsulato i nella palla di neve, conservato da Dunstan e scomparso misteriosamente dalla sua scriva- Tali i fantasmi evocati da Davies, singolarmente emblematici delle antinomie irrisolte che sostanziano la nozione di identità canadese, ben oltre l'ambito letterario, se soltanto si considera l'acceso dibattito tra i due maggiori partiti cana desi nel corso della recente campagna elettorale per il nuovo Parlamento, incentrato precisamente sulla definizione e la salvaguardia di una simile identità, così aperta al dubbio eppure.gelosa di sé, specie nei confronti dello scomodo e invadente vicino statunitense. Se ' l'eroe della letteratura degli Stati Uniti risulta, persino nelle sue memorabili sconfìtte, so- : stanzialmente affermativo, la sua controparte canadese ri mane sempre attanagliata dal dubbio. Lo può affrontare, come nell'esemplare romanzo di Margaret Atwood Tornare galla (pubblicato da Serra e Ri¬ va), nei termini di un recupero di valori ancestrali e di un risoluto sforzo di sopravvivenza contro la natura ostile, in un confronto con l'assurdo e l'irrazionale che nega ogni fede tradizionale nel principio di identità. Oppure, perseguendo nella realtà quotidiana, in tutta la sua piattezza, la traccia del mito — è il caso di Davies — inteso junghianamente quale interpretazione ma non trasformazione del mondo, onde l'identità scaturisce in modo ambivalente dallo scontro tra gli opposti nella psiche umana. Jung, definito con citazione shakespeariana da Davies «il duca degli angoli bui», si pone in termini referenziali più che di modello rigido. Il tuffo nelle profondità dell'inconscio, l'esplorazione del mito divengono per Davies fattori complementari, evocazione dei fantasmi necessari la cui assenza Birney beffardamente lamentava, guardando allo squallore conformistico della società borghese e provinciale del Canada, arroccata, dopo aver constatato che l'identità è di per sé una menzogna, sul fariseismo dei pregiudizi puritani nel Canada anglofono, e sulla più implacabile, chiusa ortodossia cattolica nel Quebec: il primo rientra tra i bersagli privilegiati da Davies. Per lui, l'indagine sulla verità pretende una frequentazione spregiudicata tanto del bene quanto del male, una sollecitazione volta a porre le domande, mai a esigere le risposte, come ribadisce la conclusione aperta, interrogativa, a doppio taglio del romanzo, sul filo della narrativa poliziesca. Quasi specularmente, la cultura canadese ha espresso una serie di inquietanti punti di domanda e di tentativi di sistemazioni globali. «Globale» si chiama il villaggio-microcosmo di Marshall McLuhan, il più, discusso ma .anche il più sottilmente originale teorico della comunicazione nell'età elettronica: uno sforzo di fissare le coordinate di una nuova identità individuale e colletti, Anatomia della critica di Northrop Frye rappresenta il tentativo più sistematico e ambizioso di fornire una teoria mitica e archetipica della letteratura, un moderno Sublime scritto da un moderno Longino, da uno studioso espresso da una società composta insieme da immensi spazi aperti sparsamente abitati a formare un immenso mondo rurale e da concentrazioni industriali e tecnologiche con proiezioni quasi futuribili. Dunstan Ramsay, l'eroe di // quinto incomodo, si accontenta di ritagliarsi uno spazio autonomo e ben circoscritto, ma a ben vedere propone un'ipotesi che trascende la sua individualità. Recuperando la memoria dei santi che combattevano contro i draghi, egli formula una metafora dell'uomo teso a definire il proprio io, la propria anima, e quindi alle prese con il mostro. In quest'ottica, egli fa i suoi conti con l'illusione magica, con la santa follia della signora Dempster che riscatta l'ipocrisia repressiva, la banalità, la volgarità delle convenzioni di una società chiusa. Sfiora l'emarginazione, paga il prezzo di un isolamento che mortifica la pienezza dei sentimenti, finché il diavolo non gli reca un messaggio di avventura, e legittima il rischio che l'immaginario deve correre in un raggelante clima culturale di conformismo livellante. Non si azzarda però mai a inseguire tentazioni totalizzanti, rivendicando la parte dello spettatore interessato (la scena risolutiva avviene a teatro), cosciente peraltro della sua funzione determinante. Se non mettesse Percy di fronte alle sue responsabilità sempre ricusate, se non denunciasse il suo cinismo, se non raccontasse a Paul Dempster la vicenda di sua madre, il il.ànima non potrebbe mai compiersi, ed è un dramma di risonanza universale, come spetta al destinatario del romanzo-memoriale di comprendere. V. S. Naipaul, ncll'insisterc sullo specifico regionale, sul localismo di ogni letteratura nazionale, ha messo in guardia contro la pura e semplice estrapolazione di questa costante, ove il messaggio rimanga fioco e inconsistente. Scrittori quali Margaret Atwood e Robertson Davies verificano il canone di Naipaul. Le antinomie irrisolte e irresolubili dell'identità canadese, nella loro specificità, acquistano una dinamica e un significato in cui il localismo si espande e si dilata senza barriere. Questa, probabilmente, è la valenza più autentica del messaggio che viene, secondo la definizione di Frye, da «un nuovo mondo senza rivoluzione». Claudio Gorlier

Luoghi citati: Canada, Stati Uniti