«Abolite il ministero dei Beni culturali» di Liliana Madeo

«Abolite il ministero dei Beni culturali» «Abolite il ministero dei Beni culturali» La proposta provocatoria è del presidente dei tecnici dell'arte ■ «Con tutti i lavori importanti affidati ai privati, il dicastero è diventato inutile» - «Abbiamo solo un primato, quello dell'assenteismo» ROMA — -Siamo il ministero che ha il più alto indice di asse/iteismo. Che ha i più alti residui passivi. Un mìnistero senza cultura, secondo le feroci accuse della Corte dei Conti. Aboliamolo- dice il dottor Marsicola, del Comitato di Coordinamento dei funzionari tecnici del ministero per i Beni Culturali (archeologi, architetti, storici dell'arte). Denuncia gli effetti più vistosi che le leggi in gestazione e che riguardano la loro attività, avranno: -Bibliotecari che vanno a dirigere una soprintendenza archeologica, archivisti a capo di un museo-, 'sapremo tutto sugli orologi delle torri d'Italia, ben poco del nostro patrimonio culturale-, "affidando a privati tutte quelle funzioni di controllo, progettazione e ricerca che spettano ai dirigenti del ministero, questo sarà svuotato delle sue competenze tecniche, e quindi non avrà più ragione di esistere'. A meno che non venga radicalmente modificato. Ad esempio, propone: -Diventi un'azienda autonoma: una struttura più agile. Oppure venga inserito nell'ambito del ministero della Ricerca, come ha fatto l'Università nell'SS. Non bisogna dimenticare che dal 1975, anno di nascita del dicastero, fino ad oggi in ogni modo si è impedito che funzionasse'. Annuncia uno sciopero generale dei funzionari tecnici — gli stessi che l'anno scorso bloccarono per quattro mesi l'ufficio esportazione — per il 12 gennaio. Non si sofferma sui vecchi — e insoluti — motivi di malessere che affliggono i tecnici dei Beni Culturali: stipendi inferiori a quelli degli altri funzionari ministeriali, mancanza di uomini, di mezzi tecnici, assenza di misure che prevedano aggiornamento professionale. La novità che urge, porta le insegne della managerialità e dell'efficienza cui si ispirano i disegni di legge firmati dal ministro per i Beni Culturali Bono Panino e dal ministro per la Funzione Pubblica Cirino Pomicino. Il legislatore — si riconosce — vuole regolamentare sia la complessa materia della responsabilità e produttività della pubblica amministrazione sia i nuovi rapporti che si sono creati fra iniziativa pubblica e privata nella tutela del patrimonio artistico. Ma le critiche alle soluzioni prospettate sono aspre. Per 9 anni la legge prevede un investimento dello Stato di 9 mila miliardi, di cui il dot da dare in concessione a privati. I tecnici respingono non l'intervento dei privati, ma lo squilibrio che si verrebbe a creare fra questi e amministrazione pubblica, la mancanza di coordinamento fra l'azione degli uni e il controllo, la programmazione che spettano al ministero e che i tecnici sono in grado — per competenza — di garantire. Dicono: si ripetono esperienze — sul tipo dei giacimenti culturali — che hanno dato i cattivi esiti che sappiamo. Adesso -ancora una volta si rischia di far passare per interventi organici una lunga serie di finanziamenti a pioggia-. Il Consiglio Nazionale per i Beni Culturali viene tenuto fuori da ogni fase di progettazione e scelta. E il ministero, in mezzo a questa girandola di miliardi, lo si vuole trasformare -in una sorta di agenzia di affari'. Liliana Madeo

Persone citate: Cirino Pomicino

Luoghi citati: Italia, Roma