«Sbarrate le porte del Duomo al concerto contro la strage» di Fulvio Milone

«Sbarrate le porte del Duomo al concerto contro la strage» I famigliari delle vittime del treno di Natale accusano «Sbarrate le porte del Duomo al concerto contro la strage» «Le chiese di Napoli hanno paura della camorra» • Replica il cardinale: nessuno mi ha informato NAPOLI — -Avremmo voluto celebrare il quarto anniversario della strage di Natale con un concerto nel Duomo di Napoli. Ma non ci sarà alcuna manifestazione: la Curia ha negato il permesso per paura di ritorsioni da parte della camorra che organizzo l'attentalo'. La denuncia è stata fatta davanti a un pubblico esterrefatto a Bologna, durante una cerimonia in ricordo dell'eccidio sul treno rapido 904 NapoliMilano. L'accusa contro clero e amministratori napoletani, -colpevoli di aver dimenticato con eccessiva facilita la morte di quindici persone e il ferimento di altre 130-, viene dai responsabili dell'Associazione dei familiari delle vittime, Riccardo Meschini e Antonio Calabro. A Napoli, le dure parole di chi perse i propri cari nell'attentato di quattro anni fa, e pretende che il Paese non dimentichi, hanno scatenato furiose polemiche. Il primo a rispondere alle accuse dì -colpevole indifferenza- e di timore di vendette camorristiche è stato l'arcivescovo cardinale Michele Giordano. Una reazione indignata, la sua: -Non sapevo che esistesse una richiesta di autorizzazione per un concerto nel Duomo. Comunque, affermazioni come quelle che mi sono state riferite da Bologna sono calunniose-, dice. Tutto è cominciato ieri mattina, quando a Bologna l'avvocato Guido Calvi e i responsabili dell'Associazione hanno lanciato pesanti critiche contro le istituzioni. -A Firenze, dove è in corso il processo che vede sul banco degli accusati il fior fiore della camorra e della mafia, gli avvocati di parte ch'ile che rappresentano il Comune di Napoli brillano per la loro assenza-, ha detto Calvi. Parole dure, che hanno colpito il pubblico in un silenzio caricò di tensione. Alla denuncia del legale si è aggiunto il racconto carico d'ango¬ scia di Riccardo Meschini e di Antonio Calabro, che quella notte del 23 dicembre '84 si trovava sul treno rapido 904 e per poco non mori arso vivo. « Volevamo celebrare il quarto anniversario con un concerto nel Duomo di Napoli — hanno detto —. Il parroco, monsignor Ugo Grazioso, si è detto d'accordo a darci una mano, ma poi ha fatto marcia indietro. Ha detto che l'arcivescovo Giordano negava l'autorizzazione alla cerimonia per timore di eventuali ritorsioni da parte della malavita organizzata. Il Duomo si trova proprio nel quartiere dove e vissuto Giuseppe Misso. principale imputalo nel processo: Chiamato direttamente in causa nella polemica, accu¬ sato di indifferenza o, peggio, di 'pavidità nei confronti della camorra', l'arcivescovo Michele Giordano sembra cadere dalle nuvole: 'Mai nessuno dei miei collaboratori mi ha detto che l'Associazione aveva chiesto di poter organizzare un concerto nel Duomo di Napoli-. Sembra anche indignato, il cardinale, e non lesina dichiarazioni polemiche: «Se qualcuno mi avesse sottoposto il problema, avrei risposto che una serie di disposizioni impartite dalla Santa Sede e dalla stessa Curia partenopea limitano al massimo le possibilità di concessione dei luoghi di culto per manifestazioni a carattere non strettamente religioso-. Ma a scatenare la reazione indignata dell'alto prelato non è stata tanto la polemica sulla mancata concessione del Duomo ai familiari delle vittime del rapido 904, quanto le accuse di pavidità dinanzi al rischio di vendette firmate dalla camorra. -Io avrei paura della camorra? Ma se Ce qualcuno che a Napoli ha sempre parlato in pubblico di questo problema, questi e proprio il cardinale — dice —. E in prima fila con me nella lolla alla malavita ce anche monsignor Ugo Grazioso-, L'arci vi-scovo di Napoli ha buoni motivi per sentirsi amareggiato dalle accuse. La sua firma infatti, e comparsa in numerose lettere aperte, pubblicale su un quotidiano locale: veri e propri appelli alle istituzioni, perchè non abbassino la guardia nella lotta contro il crimine. Chi ha alimentato, si chiede Giordano, -le interpretastoni strumentali e calunnioj se su un presunto cedimento delia Curia di Napoli dinanzi a eventuali pressioni della I camorra'.'- A chiarire quello | che a prima vista ha tutta l'aria di un equivoco potrebbe | essere Ugo Grazioso, parroco | del Duomo. Mail monsignore ! era introvabile, il telefono nel ] suo ufficio ha squillato a lungo inutilmente. In suo soccorso, però, è intervenuto ancora una volta il cardinale Giordano: -Sono certo che il mio collaboratore ha agito m totale buona fede-. Poi. l'arcivescovo di Napoli ha lanciato un ultimo messaggio che sembra buttare acqua sul fuoco della polemica: -Invece di volere una chiesa per un'iniziativa senza dubbio condivisibile, e cioè confortare il dolore dei parenti delle vittime, non sarebbe più opportuno che l'Associazione chiedesse alla Diocesi un altro locale, e concordasse per tempo la presenza del cardinale alla cerimonia? L'adesione sarebbe senz'altro assicurata-. Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Calabro, Giuseppe Misso, Guido Calvi, Michele Giordano, Riccardo Meschini, Ugo Grazioso