Pesenti presidente Gemina di Valeria Sacchi

Pesenti presidente Gemina Romiti lascia la finanziaria, ma «l'impegno Fiat resta inalterato» Pesenti presidente Gemina Francesco Paolo Mattioli conserva le deleghe operative - Orlando riduce la sua quota del 2,5% In consiglio entrano le Generali MILANO — Due novità per Gemina: Cesare Romiti, a causa dei maggiori impegni che lo attendono in Fiat, lascia la finanziaria e cede a Giampiero Pesenti la presidenza; nel capitale di Gemina entra un nuovo importante azionista: le Assicurazioni Generali. Queste notizie sono uscite dal consiglio di amministrazione della società che si è riunito ien a Milano. Romiti rinuncia in seguito ai 'sempre più impegnativi incarichi nell'ambito del Gruppo Fiat» e il suo mandato viene assunto da Pesenti il quale, oltre ad essere azionista di rilievo, siede da tre anni nel consiglio di Gemina. Sempre il consiglio ha cooptato per le Generali Alfonso Desiata e Ariberto Mignoli in rappresentanza dell'azionista Mediobanca. Mignoli prende il posto lasciato libero con le dimissioni da Vincenzo Maranghi, la cui nuova veste di amministratore delegato in via Filodrammatici è incompatibile con altri incarichi. Nonostante l'uscita di Romiti, sul piano gestionale in Gemina non cambia nulla: Francesco Paolo Mattioli, che mantiene la vicepresidenza (altro vicepresidente resta Giovanni Arvedi). continuerà infatti ad esercitare le deleghe operative a suo tempo conferitegli. Una conferma che l'impegno Fiat rimane inalterato. E veniamo alle Generali. La compagnia di assicurazione ha acquistato una quota pari al 2,51. rilevandola dalla Smi del gruppo Orlando per un controvalore di poco superiore al 51 miliardi, una operazione che ha consentito alla Smi una plusvalenza di 18,6 miliardi. Ha dichiarato ieri Luigi Orlando: 'La partecipazione in Gemina resta per Smi un investimento permanente. Smi ha partecipato fin dall'inizio attivamente allo sviluppo di Gemina ed intende continuare in questa azione di supporto. Il fatto che una parte della nostra quota sia stata ceduta non modifica la linea, ma rappresenta semmai un più equo riproporzionamenlo del nostro investimento rispetto a quello di altri partecipanti al sindacalo di controllo». Smi. infatti, con una quota pari al 10,44'/;. era il terzo azionista di Gemina, dopo la Sicind (Fiat) con il 29,97% e Mediobanca con l'I 1,98%. Ora la finanziaria fiorentina scende all'8,39%, e mantiene la terza posizione, mentre Generali, nella graduatoria, si mette al sesto posto, dopo Pesenti che, attraverso Italcementi, ha il 2,62'x. -// riproporzionamento delia quota di Smi era una decisione già assunta da tempo — ha aggiunto ancora Orlando —, ma si è preferito che avvenisse in concomitanza con l'ingresso nella compagine azionaria di un qualificato azionista, in grado di contribuire allo sviluppo della Gemina stessa, corrispondendo cosi al disegno strategico dell'allargamento del sindacato di controllo-. Breve il commento del •qualificalo azionista-. Un portavoce della compagnia triestina, dopo aver osservato che l'ingresso in Gemina è ■una normale operazione di investimento: le Generali quando comprano, devono comperare bene-, ha concluso che la partecipazione in Gemina avrà comunque carattere stabile. L'ingresso di Generali in Gemina conferma il rafforzamento dei legami esistenti tra i grandi gruppi industriali •storici-, che in Mediobanca hanno sempre avuto il punto di contatto. E forse è un'ulteriore convalida dell'interesse di Gemina verso il settore assicurativo e bancario, un interesse più volte ribadito, anche di recente, proprio da Romiti. Del resto, la finanziaria, dopo la cessione della Intercontinentale Assicurazioni alla svizzera Winterthur, ha in cassa una liquidità che sfiora i 600 miliardi. In occasione dell'ultima assemblea, Romiti aveva di nuovo confermato che Gemina guarda a banche e assicurazioni, aggiungendo che, se i vincoli esistenti non avessero permesso questa crescita in Italia. Gemina avrebbe potuto cercare spazio all'estero. Anche in quest'ottica, dunque, le Generali, per la loro forte connotazione internazionale, possono essere per la finanziaria milanese un buon compagno di strada. Nulla è invece emerso ieri per quanto riguarda il progetto di fusione tra Nuovo Banco Ambrosiano (di cui Gemina è importante azionista) e Banca Cattolica del Veneto. La discussione comunque è in corso all'interno dell'Ambrosiano stesso e le ipotesi al vaglio sono più di una. Oltre alla cosiddetta •fusione perfetta-, si stanno vagliando altre strade. Ad esempio, quella di formare una struttura piramidale che mantenga separate le due entità, conferendo loro finalità diverse: il Banco Ambrosiano diventerebbe una holding finanziaria alla quale farebbe capo il controllo delia Cattolica del Veneto. A quest'ultima verrebbero invece apportate le attività bancarie dell'Ambrosiano. La soluzione consentirebbe di mantenere inalterata l'identità della Cattolica, identità difesa trenuamente da più parti. La Cattolica si trasformerebbe quindi nella tante volte progettata grande banca del Lombardo-Veneto. Valeria Sacchi Gli azionisti della Gemina Italcementi 2,62% Generali 2,5%—. \ Isvim 3,40% Smi 8,39% Lucchini 1,92% v \ \ / Mediobanca Pirelli e C.1,83%\ \ \ ! / / Fìnarvedi 1,46% Mittel 1,4% Genercomit 0,87% Sicind (Fiat) 29,97% Altri 33.66%

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