Papandreu: «Se me ne vado è il caos»

Papandreu: «Se me ne vado è il caos» In Grecia tutti vogliono le sue dimissioni: il premier chiede la fiducia con il voto sul bilancio '89 Papandreu: «Se me ne vado è il caos» In un discorso televisivo ha condannato «le volgarità e le menzogne dei giornali» - «C'è un progetto preciso: qualcuno vuole destabilizzare la democrazia nel nostro Paese» - Anche i figli contro di lui: «Abbandona» NOSTRO SERVIZIO ATENE — Il primo ministro greco, Andreas Papandreu, non intende dimettersi per i recenti scandali in cui è stato coinvolto col suo governo. Come ha detto ieri lui stesso all'inizio del discorso televisivo alla nazione, lascerà la sua carica solo se il parlamento, questa sera, boccerà la legge finanziaria per il 1989. L'eventualità delle dimissioni di Papandreu era nelle ipotesi avanzate dalla stampa ateniese ieri pomeriggio. Gli stessi figli, Giorgio (ministro dell'Educazione Nazionale) e Nikos avevano chiesto al padre di abbandonare l'incarico sia per il suo -non buono- stato di salute sia per la difficile situazione politica nella quale si dibatte il governo e per l'insorgere di un'opposizione interna in seno al pasok. il partito al potere dal 1981. Se questa sera, alla conclusione della votazione in parlamento sul bilancio 1989 la legge passerà, ha detto Pa¬ pandreu. questo equivarrà a un voto di fiducia per il governo. In caso contrario, il governo si dimetterà «con tutte le conseguenze che comporterà una simile decisione-. Il primo ministro ha quindi affermato che il Paese si trova ad affrontare una grande crisi politica e sociale, che il governo farà il possibile per moralizzare la vita pubblica, che il suo gabinetto si è trovato di fronte -alla volgarità e alle menzogne dei giornali- dietro i quali si trovano persone che hanno lo scopo di rovesciare il suo gabinetto e di destabilizzare la democrazia in Grecia. Riferendosi alle dimissioni di membri del suo governo icinque nell'ultimo mese). Papandreu ha dichiarato che a suo avviso gli intenti di coloro che hanno rinunciato all' incarico non erano onesti, anche se hanno invocato la -questione morale-, e di ritenere che anch'essi facciano parte di un disegno di destabilizzazione. -Esiste un progetto, sia all'interno della Grecia sia all'estero — ha detto ancora il primo ministro — per far cadere il mio governo e annullare la forza del pasok (il partito da lui fondato, al potere dal 1981). Le persone che oggi lottano contro il governo, non pensavano che io tornassi da Londra ma Dio mi ha aiutato a tornare in Grecia-. Papandreu ha concluso il suo discorso alla nazione dicendo che l'appuntamento è comunque per oggi al parlamento e di essere sicuro di restare al governo -per completare l'opera del pasok-. Il pasok (movimento socialista panellenico), dopo quelle del 1981, ha clamorosamente vinto per la seconda volta le elezioni nel 1985. Papandreu, il suo fondatore, ha saputo trovare uno spazio politico, quello di centro-sinistra, che non poteva non incontrare il consenso della maggioranza dei greci, per lo più visceralmente contrari tanto alla destra (anche se moderata, progressista) quanto alla sinistra marxista. a causa delle profonde radici religiose. Il pasok ha dunque sottratto voti a destra (per la sua stabilità centrista) e a sinistra, in nome di un proclamato socialismo che soddisfaceva anche i comunisti, almeno quelli del «Kke» meno ortodossi, meno filosovietici. La caduta del partito oggi al governo potrebbe creare un vero e proprio stato di ingovernabilità del Paese. Se, infatti, alle prossime elezioni dovesse vincere la destra (che ha le maggiori possibilità, avendo ottenuto con le elezioni del 1985 qualcosa di più del 40 per cento dei voti) il pasok perderebbe non solo i voti che gli sottrarrebbe -nuova democrazia- ma gli verrebbero a mancare anche quelli di tutta quella frangia di sinistra che lo ha favorito in passato. I comunisti, di fronte a previsioni di perdita di un governo che, almeno in teoria, poteva realizzare riforme sociali, abbandonerebbero il pasok e farebbero ritomo al «Kke».

Persone citate: Andreas Papandreu, Papandreu

Luoghi citati: Atene, Grecia, Londra