«Manterremo l'impegno preso contro il terrorismo» di Igor Man

« Manterremo l'impegno preso contro il terrorismo » « Manterremo l'impegno preso contro il terrorismo » DAL NOSTRO INVIATO TUNISI — L'Europa deve decidersi a giuocare un ruolo più incisivo nella grande partita della pace. I palestinesi si attendono che la Cee prenda •misure positive- affinché si possa arrivare al più presto possibile a una soluzione -giusta e duraturo del conflitto mediorientale. -Dopo quaranfanni di crisi, di guerre, di soprusi, di sofferenze è gran tempo che venga la pace-. A parlare cosi è Yasser Arafat. Eravamo nel piccolo ufficio del portavoce dell'Olp, Ahmed Abderrahman. quando vi ha fatto irruzione, Al Khitiar (il vecchio). Il portavoce stava illustrando l'appeUo ufficiale dell'Olp agli Stati Uniti, -perché intervengano per por fine al massacro perpetrato dagli israeliani nei territori occupati. (...) E' chiaro l'intento di sabotare il dialogo tra americani e palestinesi'. Ad un tratto il portavoce s'è interrotto, ha alzato un telefono che trillava e, poi, non senza sorpresa: -Sta arrivando', ha detto. Di lì a poco, preceduto dalle guardie del corpo e da agenti speciali dei servizi di sicurezza tunisini (mai vista tanta gente armata intomo ad Arafat) ha fatto il suo ingresso il presidente dell'Olp. La solita divisa militare e, in testa, al posto della tradizionale kaffia a pepi bianchi e neri, un colbacco di astrakan. Prima di sedersi, s'è tolto la pistola dalla cintola e l'ha posata sul tavolo. Sorrideva anche se sul suo viso brinato dalla barba incolta erano evidenti i segni della stanchez¬ za: ha girato, dopo Ginevra, come una trottola arrivando a Tunisi la notte di venerdì su sabato da Berlino Est e Bucarest. Come si sente adesso, dopo la grande svolta? «Con più responsabilità sulle mie povere spalle-. n portavoce ci stava illustrando l'appello dell'Olp dopo i fatti di Nablus... Abbuiandosi: 'L'uccisione di sette innocenti, venerdì, nella Palestina occupata, è un sinistro messaggio della giunta militare israeliana» dice sdegnato. 'Questa giunta continua a rifiutare ostinatamente, sanguinosamente, ogni giusta soluzione del conflitto. E'chiaro che "loro" vogliono accrescere la già terribile oppressione, vogliono continuare ad aggredire, ad uccidere; è terribile... Vorrei domandare a quanti parlano, spesso a vanvera, di terrorismo che altro è questo, cioè quanto accade in Palestina, se non terrorismo di Stato-. Non teme che si possa avere qualche reazione disperata contro chi reprime così duramente l'Intifada, che a quei ragazzi saltino i nervi? -Noi ci siamo impegnati a fare quanto è in nostro potere perché non legano compiuti più atti terroristici. E' un impegno solenne, lo manterremo. Tuttavia ci sembra legittimo chiedere l'intervento di chi può far si che il terrorismo di Stato non abbia più corso nella Palestina occupata-. Presidente, parliamo di cose liete. Un suo giudizio sull'incontro di venerdì, il pri¬ mo, a livello ufficiale e solenne, tra americani e palestinesi. Contento? Sorride, beve un sorso d'acqua, firma il poster celebrativo del primo anniversario dell'lntifada, poi risponde, finalmente disteso: «/eri è stato compiuto un passo giusto nella direzione giusta. Come dico sempre, in politica vale la massima cinese: un cammino di mille miglia comincia con un piccolo pas¬ so. Quello di ieri in verità non è stato poi così piccolo ma altri dovranno seguirne e più sostanziosi. Ci incontreremo di nuovo (dopo l'insediamento di Bush); siamo già d'accordo». Non le sembra strano, incredibile dire 'Siamo d'accordo-, voi e gli americani?... 'Così è la Storia. Dopo tanto vuoto a separarci, a dividerci, abbiamo iniziato il dialogo e su loro richiesta, su precisa richiesta degli Stati Uniti. Così è la Storia-, Altro sorso d'acqua e riprende: -Gli Stati Uniti sono una delle superpotenze mondiali, sono membri permanenti, con diritto di veto, del Consiglio di sicurezza. Nulla si può fare senza la loro partecipazione attiva. Adesso che si sono mossi, io mi auguro soltanto che gli Stati Uniti siano neutrali, anzi, meglio: siano imparziali». A che cosa, secondo lei, occorre dare la precedenza In questo dialogo diciamo propedeutico tra Olp e Stati Uniti? 'In primo luogo bisogna adoperarsi affinché la conferenza internazionale di pace si tenga il più presto possibile. Apprezzo l'iniziativa del ministro degli Esteri francese, Dumas, tesa a far sì che il Consiglio di sicurezza formi una commissione preparatoria, a livello ministeriale, della conferenza di pace, per accelerare i tempi. Certo, occorre far presto-. Mi pare d'aver capito che siate rimasti delusi dell'Italia. Vi aspettavate un po' più di energia a Rodi? Arafat lascia raffreddare la domanda, poi, con il solito disarmante sorriso: 'L'Europa, a nostro avviso, deve decidersi a giuocare un ruolo più incisivo nella grande partita della pace — risponde —. La Comunità europea è una realtà importante, ha responsabilità geopolitiche e morali altissime. Noi apprezziamo quanto ha fatto sinora, ma, francamente, ci attendiamo un vigoroso cambio di marcia. Lo auspichiamo. Nell'interesse di tutti. Della pace mondiale innanzitutto-. Presidente, il 1989 sarà l'anno della pace? 'Inch'Allah'.», risponde e, poi, levandosi in piedi: 'Dobbiamo lottare tutti perché il 1989 sia l'anno della pace-, scandisce e se ne va incedendo rapido nonostante le due schiere di guardie del corpo che lo serrano da presso. Igor Man Tunisi. La stretta di mano tra l'ambasciatore americano in Tunisia Robert Pelletreau (a destra) e Abdullah Hourani, membro del Consiglio nazionale palestinese, durante il primo colloquio (Ap)

Persone citate: Abdullah Hourani, Ahmed Abderrahman, Arafat, Bush, Dumas, Robert Pelletreau, Yasser Arafat