Ingegnere cercasi anche all'estero

Ingegnere cercasi, anche all'estero Dopo l'allarme del ministro Galloni conferme dalle città dell'industria Ingegnere cercasi, anche all'estero A Tonno 600 laureati in ingegneria all'anno, ma ce ne vorrebbe il doppio - E a Milano il numero chiuso aggrava la crisi I dirìgenti di Alfa e Pirelli: bandi di concorso semideserti, dobbiamo «pescare» sempre più «cervelli» fuori Italia Altro che «numero chiuso» nelle Università. L'Italia «produce» pochi laureati, soprattutto nelle discipline scientifiche, tant'è che è già costretta a importare «cervelli» per far fronte alla domanda del mercato del lavoro. -Il numero dei laureati italiani è scandalosamente basso- avverte il ministro della Pubblica Istruzione, Galloni. Ieri, inaugurando 1' anno accademico dell'Università di Verona, ha ribadito le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi: -Si crea il problema — ha detto — dell'impossibilità di rispondere alle esigenze di mercato». Gli fa eco il collega per la Ricerca Scientifica, Ruberti: -Soltanto il 30 per cento delle matricole arriva alla laurea. Se non modifichiamo il sistema universitario, importeremo sempre più ingegneri, chimici ed economisti. Ce ne accorgeremo dopo il '92». I due ministri non gridano nel deserto. S'associano da tempo la Confindustria e il suo responsabile per l'istruzione, Giancarlo Lombardi; si uniscono al coro d'allarme rettori, presidi di Facoltà, centri di ricerca, aziende. -Finalmente c'è una presa di coscienza sul deficit di "dottori" in Italia — constata favorevolmente il rettore del Politecnico di Torino, Rodolfo Zich —, da anni lanciamo l'allarme». Timori fondati? Altroché. Qualche esempio. Nell'unica Facoltà di Ingegneria in Piemonte, a Torino, si laureano 600 giovani l'anno ma il mercato sull'area di «Tecnocity» (Torino-Novara-Ivrea) ne richiede il doppio. I più bravi neo-ingegneri vengono «prenotati» prima della laurea dalle grandi e medie imprese. Colossi come Fiat, Olivetti, Aeritalia e aziende di Stato se li contendono offrendo loro borse di studio, premi, stages. Gabriella Olmo, laurea in Ingegneria elettronica, confessa d'aver ricevuto una quarantina di proposte di lavoro: «/ contatti sono cominciati un paio d'anni prima della laurea e sono continuati dopo: colloqui, test, visite in azienda». Ma il suo non è un caso-limite. Gran parte dei colleghi ha soltanto l'imbarazzo della scelta dell'occupazione. La sola Olivetti ha «sponsorizzato» l'anno scorso oltre cento tesi di laurea. Il contributo per una tesi su argomenti affini agli interessi dell'azienda erogatrice, si aggira sui due milioni. Non si comportano diversamente gli «acchiappacervelli» milanesi. Basta dare uno sguardo alla quantità di borse di studio e premi affissi nelle bacheche della Facoltà lombarda. Ma molti bandi vanno semi-deserti. -Abbiamo fame di ingegneri elettronici, chimici, meccanici oltre che di laureati in Fisica e Informatica — constatano i responsabili del personale della Pirelli, dell'Alfa Romeo —. / nostri incentivi non sempre servono, sono gli studenti ad avere il coltello per il manico». Così i grandi gruppi milanesi, come i torinesi, «pescano» in Germania, Svizzera, Francia e Usa per coprire il fabbisogno di «cervelli». Se il mondo del lavoro piemontese-lombardo riesce con difficoltà a condurre la «campagna-acquisti» dei dottori richiesti, una spiegazione c'è. Il tasso di scolarità tra i 18 e i 24 anni, corrispondente al periodo di formazione universitaria, è in Italia uno dei più bassi del mondo industrializzato: 24% da noi a fronte del 58 negli Usa e 1138 in Olanda. Su scala mondiale occupiamo il 25° posto. Quali le cause dell'eccessivo abbandono degli studi da parte degli aspiranti dottori? La prima, secondo gli esperti, è da ricercarsi nella insufficienza di aule, laboratori, biblioteche. -Al Politecnico di Torino abbiamo standard edilizi che sono la metà di quelli delle università europee lamenta il rettore Zich. Lombardia e Piemonte, dove c'è più alta richiesta di personale tecnico-scientifico ad alto livello, sono le regioni con gli atenei più penalizzati per carenza di spazi, di docenti e personale amministrativo. Se l'affollamento di studenti per corso di laurea registra in ambito nazionale la quota di 938, in Lombardia è di 1398 e in Piemonte di 1214. Come numero di professori, Guido J. Paglia (Continua a pagina 2 In ottava colonna)

Persone citate: Gabriella Olmo, Galloni, Giancarlo Lombardi, Guido J. Paglia, Olivetti, Rodolfo Zich, Ruberti, Zich