Shamir: «Usa traditori»

Shamir: «Usa traditori » Primo intervento del leader israeliano dopo la svolta di Ginevra Shamir: «Usa traditori » A Radio Gerusalemme: «L'apertura americana all'Olp mette a seria prova l'alleanza con Israele» - «Violato l'impegno contro il terrorismo» - Ancora numerosi feriti nei territori occupati NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Avviando il dialogo con l'Olp gli Stati Uniti -mettono a seria prova» la cooperazione strategica con Israele: lo ha detto ieri il primo ministro incaricato Yitzhak Shamir nella sua prima reazione pubblica alla svolta della politica mediorientale americana. Ricordando poi passate divergenze d'opinioni fra i due Paesi il premier ha auspicato che anche quelle presenti non siano tali -da arrecare danno alla nostra alleanza che è fondata su forti interessi comuni". In un'intervista trasmessa da Radio Gerusalemme Shamir ha definito "dura e dolorosa" questa evoluzione della politica americana; ha anche espresso stupore per U fatto che il governo Usa, "distintosi in passato per la sua lotta al terrorismo, abbia aperto un dialogo con un'organizzazione terroristica che è tuttora nemico giurato d'Israele-. H premier ritiene che gli Stati Uniti si siano lasciati trascinare <da una moda, per certi aspetti folle, che impone di simpatizzare con un'organizzazione che dovrebbe piuttosto essere messa al bando" e che presto si accorgeranno di aver commesso un errore di valutazione.-Alle grandi potenze è consentito talvolta di sbagliare — ha aggiunto —, ma per noi commettere anche un singolo er¬ rore sarebbe fatale-. Il primo ministro incaricato ha infine promesso che appena formato il nuovo governo, che lui spera includerà anche i laboristi, promuoverà iniziative politiche di cui non ha fornito anticipazioni. In una successiva intervista il ministro Moshe Arens (candidato alla carica di ministro degli Esteri) ha precisato che Israele proporrà ai palestinesi di Cisgiordania e di Gaza un regime di autonomia amministrativa La prospettiva di un accordo con i laboristi è tuttavia ancora abbastanza lontana: il likud non intende cedere sulla richiesta laborista di ridurre al minimo (di fatto congelare) gli insediamenti di coloni ebrei nei territori occupati. Inoltre le trattative per questa coalizione si sono arenate sulla distribuzione dei portafogli. Nei territori occupati è intanto iniziato ieri uno sciopero generale di tre giorni in segno di protesta per gli incidenti che venerdì a Nablus hanno fatto seguito a un funerale e in cui cinque palestinesi sono stati uccisi dal fuo¬ co dei soldati e altri venti feriti. Nablus ancora ieri era sottoposta a stretto regime di coprifuoco, ma manifestazioni di protesta sono esplose altrove sia in Cisgiordania che nella striscia di Gaza. I disordini più gravi sono avvenuti a Gerusalemme Est e, presso Gaza, nei centri di Khan Yunes e di Dir El Ballali e nei campi profughi di Nusseirat ed El Burcij. Secondo stime ufficiali almeno sette dimostranti sono rimasti feriti. Alcuni quotidiani israeliani hanno riportato il testo corri¬ pleto del discorso tenuto da Yasser Arafat questa settimana all'assemblea generale dell'Onu, a Ginevra, avviando un dibattito sul suo significato e sulle possibili ripercussioni. Da sinistra il Davar nota una ironia storica: -Cosi come Teodoro Herzl, il padre del sionismo, preannuncio a Basilea la necessità slorica della creazione di uno Stato ebraico, così a Ginevra Arafat ha proclamato lo Stato palestinese". Dopo questa osservazione, che deve essere apparsa -sacrilega- a più d'un lettore, l'articolista giunge alla conclusione che «nonostante l'uso illimitato di mezzi repressivi fatto da Israele nei territori occupati per spegnere la rivolta, è slata invece V "intìfada" palestinese a vincere il primo round-. Da destra si dubita invece della supposta volontà di pace del leader dell'Olp. E' la questione dei profughi palestinesi che più preoccupa un commentatore del Ma'ariv\ -Arafat ritiene che Israele, oltre a evacuare i territori occupati, debba anche acconsentire al ritorno di centinaia dì migliaia di profughi nelle località da cui loro o i loro padri fuggirono durante il conflitto del 1948. Se accoglieremo questa richiesta, sarà la fine dello Stato ebraico; se la respingeremo non faranno la pace-. f, a>

Persone citate: Arafat, Ballali, Ginevra Arafat, Ginevra Shamir, Khan Yunes, Moshe Arens, Shamir, Teodoro Herzl, Yasser Arafat, Yitzhak Shamir