La rete dell'acchiappacervelli di Giampiero Paviolo

La rete dell'acchiappacervelli Ogni anno 600 neo-ingegneri, c'è chi riceve fino a 40 proposte di lavoro La rete dell'acchiappacervelli Le grandi imprese seguono gli studenti fin dal terzo anno nella speranza di riuscire ad accaparrarseli - Ma il mercato torinese copre solo il 50 per cento della domanda e si deve ricorrere ad altri Atenei anche stranieri Sono pochi, contesi, coccolati. Sono i ••purosangue" dell'università, negli atenei di tutta Italia talent scout in doppiopetto li cercano, li seguono, li blandiscono. Loro, i giovani ingegneri, hanno soltanto l'imbarazzo della scelta. Ed e un grosso imbarazzo: le proposte di lavoro li proiettano all'improvviso dal clima ovattato delle aule universitarie a un mercato dove la competizione tra azienda e azienda e sempre più serrata. E' una realtà che tranne rare eccezioni è comune a tutta l'Italia. In Piemonte, però, la necessita di «cervelli" è particolarmente sentita: la domanda e alta, l'offerta scarsa. Il Politecnico laurea poco più di tiOO ingegneri l'anno, ma solo 300 entrano in fabbrica. E il presidente dell'Unione industriale. Giuseppe Pichetto. conferma che •recentissime stime ci dimostrano che unu azitmda su due sarebbe disposta ad assumere laureali di qui al 1990-. In campo scendono i colossi dell'industria. Fiat e Olivetti, le aziende di Stato, centinaia di piccole e medie imprese ad alta tecnologia. E ancora soft ware-house. uffici di consulenza, centri di ricerca. Non ci si può stupire, dunque, quando Gabriella Olmo, che ora ha un dottorato al Politecnico, racconta di aver ricevuto una quarantina di proposte di lavoro dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettronica. La sua è una vicenda come tante: -/ contatti sono iniziati un paio di anni prima della laurea. E sono continuati dopo: colloqui, test, visite in azienda. Si, a volte cercavano di presentarci un futuro troppo roseo, tentativi cjrossolani di convincerci a firmare. Pur¬ troppo la nostra esperienza era scarsa, qualcuno si è fatto abbindolare-. Un tempo gli «acchiappacervelli» lavoravano sul velluto. Il Politecnico forniva gli elenchi dei neo-laureati e la campagna acquisti si iniziava senza frenesia. -Adesso non basta più. si arriverebbe troppo tardi- spiega Remo Ratto, responsabile della pianificazione del personale per il gruppo Fiat. E aggiunge: -Cerchiamo di farci conoscere e apprezzare in tempo utile, ina senza forzature, che del resto sarebbero controproducenti-. Non è uno sforzo da poco, se vi partecipa lo stato maggiore dell'azienda: Romiti. Auteri. Gradella, tutti i responsabili di settore, sono scesi in campo, varcando la soglia dei Politecnici di Torino e Milano per illustrare l'attività del gruppo. Un'operazione di immagine che. dicono in corso Marconi, -ha dato ottimi frutti-. Ma gli altri non stanno a guardare. Le bacheche del Politecnico annunciano borse di studio e premi di laurea a iosa. Il contributo per una tesi su argomenti affini agli interessi dell'azienda erogatrice si aggira sui due milioni. Non ci sono vincoli. Ma. come conferma Sergio Benedetto, che cura il coordinamento tra Politecnico e imprese, -è chiaro che si tratta di un modo per orientare gli studenti verso uno specifico settore professionale-. Le aziende mettono a disposizione tecnologie e laboratori, spesso forniscono anche un •tutor" che al momento dell'esame può diventare il relatore esterno. L'anno scorso la sola Olivetti ha "Sponsorizzato» oltre 100 tesi. E' una promozione costo- sa. che non sempre dà i risultati sperati. Molti bandi vanno semi-deserti: -E' la dimostrazione che gli studenti sanno di avere il coltello dalla parte del manico- afferma Benedetto. Ma gli acchiappacercevelli non si scoraggiano: a presentazioni e premi, aggiungono gli stages in azienda, i convegni, le relazioni. E non è ancora tutto. La fame di ingegneri e tanto alta che le imprese si sobbarcano, più o meno volentieri, corsi di riqualificazione. Un esempio viene dall'Ae- ritalia. Albis Venir, responsabile di selezione, sviluppo e formazione del personale, afferma che le assunzioni riguardano spesso neo-laureati con conoscenze non specifiche: -Oltre agli ingegneri aeronautici e aerospaziali, contattiamo meccanici, elettronici perfino i navalmeccanici. E. dopo, gli forniamo una preparazione mirata-. Dalle aziende non giungono notizie di forti incentivi economici. All'assunzione un neo-ingegnere guadagna mediamente dai 21 ai 23 milioni lordi l'anno. Le eccezioni nelle piccole e medie imprese. Le grandi, invece, hanno vincoli sindacali ineludibili. Del resto, il potere di attrazione della busta paga è tutto da dimostrare. Guido Masera, altro ingegnere elettronico passato attraverso decine di offerte: -Il discorso economico mteressa in prospettiva. Un esempio: l'assunzione presso una grande azienda è privilegiata perché dà garanzie di restare sul mercato. Sul piatto della bilancia pesa anche la possibilità di de¬ dicarsi atla ricerca'. Finita la campagna-acquisti, però, il sistema delle imprese piemontesi si ritrova puntualmente con la rosa incompleta. E si inizia l'importazione. Le statistiche ci dicono che il 42'/r dei laureati in materie scientifiche assunti dalle grandi imprese proviene da fuori Piemonte, che il 7,5 dei nuovi torinesi arrivati l'armo scorso aveva una laurea in tasca, mentre soltanto due emigrati su cento erano nella stessa condizione, n Piemonte importa da ogni regione, anche se la caccia è particolarmente difficile in Toscana ed Emilia Romagna, e un agevole a Bari, Napoli e Palermo. I grandi gruppi «pescano» in Germania. Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Stati Uniti. Ma intanto lavorano anche per colmare i vuoti. Assieme a Politecnico, Regione e Cnr hanno dato vita, pochi mesi fa. al Consorzio per la ricerca e l'educazione permanente (Corep). Sperimentazione, corsi post-laurea (e in prospettiva anche anni di formazione specialistica post-diploma) sono alcuni obbiettivi. Il responsabile. Marco Cima, ne sottolinea la -capacità di attrarre cervelli, offrendo opportunità formative di grande interesse-. Cima proviene dall'esperienza del centro «Ghiglieno» di Ivrea, che specializza giovani diplomati e li orienta verso il mercato dell'elettronica: dall'antico palazzo che lo ospita, tutti i diplomati sono usciti con la certezza del posto di lavoro. Un record felice per la scuola; ma è anche la dimostrazione che la caccia ai giovani cervelli si sta giocando su scenari sempre più vasti. Giampiero Paviolo