Stop alla «casa delle donne» di Giancarlo Ansaloni

Stop alla «casa delle donne» Polemiche a Bolzano per una legge del Consiglio provinciale Stop alla «casa delle donne» La struttura, divisa in quattro sedi, dovrebbe soccorrere le vittime di violenze - Sarebbe incostituzionale l'articolo che limita le assunzioni a personale di sesso femminile -1 promotori dell'iniziativa replicano: «In tutta Europa questo tipo di gestione è accettato da tempo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BOLZANO — Quando ai approvata dal Consiglio provinciale il 12 ottobre, in virtù c!°He proprie competenze autonome in materia di assistenza e sanità, la legge che istituiva la "casa delle donne- in Alto Adige, fu salutata come un evento di portata nazionale: si trattava della prima iniziativa del genere adottata da una pubblica amministrazione in Italia per offrire un rifugio alle donne oppresse, maltrattate o ab bandonate in condizioni drammatiche, con figli da assistere e mantenere. La legge prevedeva l'istituzione di una casa per la donna a Bolzano, a gestione pubblica, altre a Merano, Bressanone e Brunico a conduzione parzialmente privata. Nella casa della donna, una istituzione che conta ormai anni di esperienze positive in quasi tutti i Paesi europei, il soggiorno e temporaneo: non supera normalmente i sei mesi, quel tanto da consentire alla donna di trovare assistenza e conforto e cercare lavoro e sistemazione definitiva con un aiuto «pubblico». Questa legge è stata approvata esattamente due mesi fa, nel frattempo però l'iter si è fermato perché arrivato agli organi di controllo governativi, che hanno il compito di verificare che le leggi provinciali siano conformi ai principi legislativi statali e costituzionali. Il provvedimento ora è stato restituito, senza il visto, e con l'invito ad apportare alcune modifiche. L'obiezione fondamentale riguarda l'articolo di legge che prevede che il personale addetto alla conduzione della casa sia esclusivamente di sesso femminile. Secondo il governo esso contrasterebbe con l'articolo 3 della Costituzione sulla parità fra uomo e donna. Di minore rilevanza le altre due obiezioni: una prescrive una specificazione più chiara delle qualifiche del personale addetto, l'altra non riconosce il principio secondo cui le ospiti collaborano alla conduzione della casa, in quanto potrebbe configurarsi una forma di sfruttamento. Mentre per questi ultimi due punti non si profilano difficoltà per modificare la legge in seconda lettura, sul principio costituzionale le promotrici dell'iniziativa non accettano l'obiezione del governo, e hanno indetto tramite il pei, con la partecipazione di diversi gruppi impegnati contro la violenza sulle donne, un incontro dal quale è uscito un appello. In esso si respinge la motivazione del governo sulla parità dei sessi sostenendo invece il principio della pari opportunità per uomo e donna, soggetti obiettivamente diversi. "In tutta Europa — dice Grazia Barbiero, ex consigliere provinciale del pei. — il | principio della gestio7ie affidata a noie donne e ormai fatto acquisito. Bisogna superare il concetto di parità formale per offrire invece alle donne pari possibilità di conseguire le medesime opportunità. Bisogna introdurre un concetto nuovo che in Questo caso deve consentire alle donne, vittime di soprusi e violenze, di trovarsi nell'ambiente m cui siano altre donne ad accoglierle e sostenerle. Questo non significa che debbano essere banditi incontri con persone di sesso maschile; al contrario l'accesso è aperto a psicologi, psichiatri e sociologi e a quanti abbiano compiti di terapia e sostegno. Fondamentale resta invece il principio che al momento dell'accoglienza la do7ina si trovi fra donne-. Anche l'avvocato Marina Rossi Dordi. che ha fatto parte della commissione per l'elaborazione del progetto di legge, concorda: -Noi daremo indicazioni all'assessore perché si insista sul principio che il criterio della pari opportunità superi quello della parila; l'eccessiva perfezione del principio di parila rischia di tradursi in una discriminazione; il governo può benissimo adeguarsi a un concetto più ampio già espresso dal Parlamento europeo, ?ion solo ma anche richiamarsi alla famosa commissione creata sotto il governo Craxi che si occupo delle pari opportu-. nità per uomo e donna, superando cosi una rigidità che non appare più al passo coi tempi-. Quanto alle altre due obiezioni, secondo le promotrici della legge non dovrebbero esserci difficoltà ad introdurre le correzioni: «La partecipazione alla coriduzione può diventare partecipazione alla gestione, sottolineando che 7ion si tratta di sfruttare bensì di consentire alle ospiti una sorta di attività terapeutica: circa le qualifiche del personale siamo d'accordo anche sulla specializzazione: non basta il volontariato dove ci sono situazioni psicologiche delicate-. Giancarlo Ansaloni

Persone citate: Craxi, Grazia Barbiero, Marina Rossi

Luoghi citati: Bolzano, Bressanone, Brunico, Europa, Italia, Merano