Malumori nell'esercito per i tagli di Gorbaciov

Malumori nell'esercito per i tagli di Gorbaciov I militari russi temono di essere messi da parte Malumori nell'esercito per i tagli di Gorbaciov NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Il giorno prima che Gorbaciov annunciasse a New York l'intenzione di ritirare unilateralmente 500 mila uomini dagli effettivi dell'esercito sovietico dispiegati nei territori europei, veniva laconicamente data notizia delle dimissioni del maresciallo Serghei Akhromeiev dal suo incarico di capo di stato maggiore dell'esercito. Il portavoce ufficiale Ghera.siinov si affrettò ad assicurare che :;i trattava di una pura coincidenza e che non v'era nessuna relazione diretta tra i due avvenimenti. Lo stesso ha tenuto ancora a ripetere ieri il viceministro degli Esteri Viktor Karpov insistendo che le cause dell'autopensionamento di Akhromeiev si devono esclusivamente a motivi di salute. I sovietici, ha aggiunto Karpov, stanno lavorando all'elaborazione del calendario di smantellamento delle divisioni corazzate in forza nella Germania Democratica, in Cecoslovacchia e in Ungheria, e ha assicurato che le truppe rimanenti verranno riorganizzate secondo una nuova •stmttura difensiva-. Ma un'altra -coincidenza- balzava ieri agli occhi leggendo il giornale deile forze armate sovietiche Krasnaja Zvczda (Stella Rossa): nell'annunciare il rimpiazzo di Akhromeiev con il generale Mikhail Moisseiev pubblicava, poche pagine più avanti, cinque lettere di altrettanti ufficiali sovietici nelle quali si esprimevano dubbi e riserve sull'operazione di ritiro annunciata da Michail Gorbaciov. Tutti naturalmente salutano con approvazione la proposta che rilancia la distensione e il disarmo progressivo, ma dai toni preoc- Stella Rossa conferma la sostituzione di Akhromeiev con Moisseiev cupati emerge un malessere che sfiora il dissidio. I cinque (tre colonnelli, un capitano e un generale in pensione i sembrano guardare con estrema incertezza al proprio futuro e a quello degli eventuali -licenziati- che dopo una vita consacrata al dovere militare si troveranno a ricominciare daccapo una nuova attività. Ma il capitano V. Matiash. studente presso l'Accademia militare per i quadri ideolomci dell'esercito, avanza delle perplessità di altra natura: -// miglioramento del clima internazionale non esenta noi militari dalla responsabilità die abbiamo sulle capacita difensive del Paese. Nel quadro delle prossime riduzioni delle nostre forze armate, si fa acuto il problema del perfezionamento della prò- fessionulilà dei difensori della patria. Un esercito moderno ha bisogno di uomini con idee d'avanguardia-. Come a dire, va bene la rid"7ione, ma per lo meno che quelli che restano siano elementi validi e soprattutto della nuova guardia. Il generale in pensione P. Barabolia, a questo proposito, nella sua lettera parla chiaro: -Come ex militare mi sento in dovére di avvertire che bisogna stare allenti a non ripetere gli errori commessi durante il periodo di Krusciov. Anche allora il nostro esercito subi delle grandi riduzioni, ma la cattiva preparazione dei militari rimasti intaccò gravemente il livello qualitativo delle nostre forze armale-. Un altro ufficiale, il colonnello Tokalenko. avanza il dubbio che l'avversità dei militari contro la riduzione delle forze stanziate in Europa si debba all'incapacità di riconvertirsi, di riproporsi dopo una vita vissuta sotto la disciplina militare ad un'esistenza civile. -Per molti di noi non sarà facile fare una "perestrojka psicologica ", io in tutta onesta non mi sento ancora pronto L'esercito ha le sue tradizioni, la sua atmosfera particolare da cui non e facile separarsi-. Ma le riserve dei militari sembrano non toccare soltanto i propri pioblemi personali, o almeno sembrano il sintomo di una perplessità di altro genere Lo stesso Akhromeiev ebbe a dire, subito dopo il discorso di Gorbaciov all'Onu: -La natura irreversibile dei cambiamenti positivi non e ancora garantita. Ci sono buone ragioni per credere che le cure apportate al potenziamento della difesa sovietica non possono diminuire-. Paola Delle Fratte

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Europa, Germania, Mosca, New York, Ungheria