Diana di Pierangelo Sapegno

Diana Diana sua esistenza. «I genitori hanno fatto del loro meglio per Diana, in tutta la loro vita. Hanno cercato di inculcarle il senso della lealtà, della fiducia. Forse con eccessiva ingenuità. Non hanno pensato di spiegarle che al mondo non esiste solo il bene ma anche il male. E questo ha provocato maggiore fragilità in Diana, che si è trovata senza difese di fronte a certe situazioni. Più esposta di altri alle vicende della vita-. Magari uno sciuscià napoletano, -uno dei nostri ragazzi delle periferie cittadine, abituati a mille miserie dalla vita, non si sarebbe comportato come lei-. Diana non è nient'altro che -una delle tante ragazze che noi vedia mo uscire ogni giorno dalle nostre scuole, nelle nostre città. Una persona normale, in una famiglia normale, che se non ci fossero stali questi eventi speciali sarebbe venu ta su proprio come una delle nostre figlie-. «E' una ragazza che ha vis suto un'avventura particola re, portala via ancora bambina dalla sua casa delle bambole ai mari del Sud, in un mondo fascinoso, da un uomo padrone con una personalità rilevante-. E alla fi ne, papà e mamma hanno sbagliato perché sprovveduti: 'Sisacrificano, cercano di educare con principi sani, sono persone di fronte alle quali bisogna levarsi tanto di cappello-. Però, forse, avrebbero dovuto essere più energici: -Quando hanno avuto i primi sospetti hanno cercato di farla ragionare, persino di prendere il suo uomo con le buone. Hanno tenuto un atteggiamento di fiducia e dolcezza-. Per questi motivi, per questo passato, aumentano i torti di Pippo, e svaniscono quelli di Diana. Lei è come un drogato. Ha sbagliato solo all'inizio, per caso e per colpa. Può darsi che alla fine non venga punita. Pierangelo Sapegno