Come compressore batte tutti ma è anche un bravo saldatore

Come compressore batte tutti ma è anche un bravo saldatore Importante mostra di Cesar allo studio Simonis fino al 20 dicembre Come compressore batte tutti ma è anche un bravo saldatore CESAR (Baldaccini), uno dei protagonisti del Nouveau Réalisme, è noto in Italia per le sue «compressioni» di oggetti (lattine, biciclette, carrozzerie di automobili ecc. ecc..) e di materiali vari (ferro, plastica, cartoni, tela di sacco), ma anche per le sue «espansioni», soprattutto in poliuretano, oltre che per le «impronte» (fra cui quella di un enorme pollice in bronzo). Tutte queste operazioni erano condotte, negli Anni 60, all'interno di una poetica che si proponeva di recuperare, dopo anni di soggettivismo, una dimensione «oggettiva» dell'arte, utilizzando spesso, un po' come faceva il contemporaneo New Dada americano, l'oggetto banale (ma lavorando anche sulla figura umana) con una giocosa ironia che passava, tra l'altro, anche attraverso la proposta del tutto, o di una parte del tutto, ingigantita oppure, al contrario, drasticamente ridotta. Ma Cesar faceva anche delle •saldature»: ed è proprio su queste, poco note in Italia, che la mostra presso la Galleria Simonis, appena inaugurata, ci invita a riflettere, proponendocene una dell'epoca (Punaise, 1954) e altre che sono reinvenzioni di saldature che Cesar ha realizzato in bronzo negli anni '84-'88. In effetti, in un momento come quello odierno, che sta riscoprendo la scultura, un certo tipo di scultura, le «saldature» appaiono particolarmente significative anche perché in esse si rintraccia un gusto per la materia con le sue possibilità espressive che nelle operazioni di cui si è detto non c'era. Le -saldature», cioè, realizzate già a partire dal 1949 utilizzando ferraglia ma anche lamine di piombo o di bronzo, serbano la memoria degli inizi «informali» di Cesar e danno luogo ad oggetti carichi di suggestioni emotive. Peraltro gli oggetti in cui le saldature si concludono sono particolarmente ricchi e complessi: costituiti come sono anche dal montaggio di tanti piccoli oggetti, citazioni di- vertite di lavori di Arman, Tinguely, Niky de Saint-Phalle, Yves Klein e di altri del gruppo del Nouveau Réalisme, denunciano in modo particolarmente evidente la componente dadaista dell'arte di Cesar. Ma denunciano anche la componente surrealista: «Anna, Césarine», «Les patins de Gilles», «La Rambaud» sono strani, bizzarri animali antropomorfi che, tutti insieme, vanno a costituire una sorta di bestiario fantastico. In questo rientra anche il «Centauro» con la maschera di Picasso, davvero inquietante, che, in scala diversa, proprio in questi giorni è stato collocato, omaggio appunto a Picasso, in Carrefour de la Croix Rouge a Parigi. Straordinari sono soprattutto i quattro autoritratti, memori del Dadaismo fin in qualche titolo: si tratta di «Autoportrait au cadre carré», «Face à face», «Cadre ovale», «Autoportrait à la clochette». In questi ritratti emerge con particolare evidenza il rinnovato gusto per il materiale in funzione espressiva maturato da Cesar in questi ultimi anni: il bronzo. AnnaMinola Cesar, galleria Ippolito Simonis, via Bonsignore 2, fino al 20 dicembre; orario 10,30-12 e 1619,30; chiuso lunedi e festivi. César, «Compressione», 1988

Persone citate: Baldaccini, Ippolito, Picasso, Rambaud, Simonis, Tinguely, Yves Klein

Luoghi citati: Italia, Parigi