Firenze dei balocchi Il tesoro era di latta

Firenze dei balocchi Il tesoro era di latta Firenze dei balocchi Il tesoro era di latta ANCHE in passato sono state dedicate numerose iniziative ai balocchi, ma questa di Firenze (Palazzo Strozzi, -Il giocattolo d'epoca e la sua cultura», fino all'8 gennaio, orario 9-13 e 15-19 tutti i giorni, ingresso lire 4000) è veramente unica per la sua ampiezza. Tanto per cominciare, la piazzetta su cui sorge questo Paese dei Balocchi fiorentino ospita una rara giostra tedesca del 1909. che gira davvero, grazie ad un meccanismo ad acqua e sale, mentre vecchie tipiche musiche accompagnano il giro in tondo dei bambini che si divertono pazzamente, dato che questa giostra non è, meno male, una di quelle cose «da guardare e non toccare». Si prosegue nel cortile di Palazzo Strozzi, a festeggiare ben due compleanni: gli 80 anni del Corriere dei Piccoli, al quale è dedicata una gigantesca finta torta e 1 60 del più giovane Topolino che, essendo americano, ha fatto le cose in grande. Infatti la Walt Disney, sua «madre", ha attrezzato una salavideo al primo piano, dove si possono guardare vecchi cartoni animati sulle avventure di Topolino e compagni. La Rai ha non voluto essere da meno e ai cartoons di Walt Disney risponde con un revival di vecchi programmi tv dedicati ai ragazzi: ricordate Giocagio. La nonna del Corsaro Nero e Febo Conti, il Mike Bongiorno dei piccoli? E comunque, chi dice giocattolo dice treno: è un dato di fatto che tutto ciò che è ferrovia, ridotto nelle debite proporzioni, è stato ed è tuttora l'oggetto principe del gioco. E cosi il Museo Lehmann di Norimberga ha allestito un plastico di 80 metri quadri a tre binari su cui corrono trenini d'epoca. Poi c'è un'intera sala dove, protette da vetrine ben illuminate, si trovano delle vere e proprie «chicche», molte delle quali prodotte, tra la fili" dell'Ottocento e gli Anni Trenta, alle famose ditte teuesche Bing e Marklin: locomotive funzionanti, a vapore o elettriche, in latta o in lamiera; vagoni a sponde ribaltabili, stazioni complete di pensiline, lampioni, biglietterie e addirittura di servizi di ristoro, naturalmente popolate di viaggiatori e personale ferroviario formato mignon. Si tratta di oggetti che un tempo erano giocattoli — non certo per bambini ricchi, come quasi tutto quello che è esposto in questa mostra — e che oggi sono pezzi da collezione con valutazio- ni in molti casi milionarie, data la limitala produzione dell'epoca e 11 ua assoluta artigian alita. E sempre oggetti d'antiquariato con prezzi altrettanto alti sono i giocattoli di diverso genere esposti nelle altre sezioni, tutti prodotti entro il 1950. Le navi, per esempio: delizioso il battello a ruote «Firenze» del 1870, dipinto a mano, con motore a vapore, mentre un pezzo valutato un centinaio di milioni è la nave-passeggeri «George Washington», produzione tedesca del 1909, e una curiosità è la nave por- tabiscotti «Galettes St. Michel», giocattolo francese del '30. Poi ci sono le macchine: dalle auto da corsa a molla agli autobus, con le valigie dipinte sul tetto e i passeggeri disegnati sui finestrini, fino al pezzo forte, la «Bugattina» del 1927. copia perfetta a misura di bambino della Bugatti originale. Ancora: le moto, i pompieri, le figurine da presepe, i soldatini, questi ultimi rigorosamente in pasta, cartapesta e tutt'al più in stagno, con i relativi mezzi di trasporto. E se rimanete incantati da¬ vanti ad un semicingolato di assoluta perfezione o ad un'auto-faro in latta mimetica che è solo troppo piccola per essere vera, state pur certi che sono «giocattoli» tedeschi, prodotti negli anni di Hitler. Dalla guerra alla casa, dai giocattoli «maschili» a quelli «femminili»; un'ennesima realtà miniaturizzata, deliziosa, assolutamente vivibile per famiglie lillipuziane: cucinette col pane e salame sul tavolo, i prosciutti appesi, l'oca in gabbia e le terraglie in bell'ordine nella credenza; più raffinati salottini «Napoleone III», dove qualche signora ha dimenticato sul canapé il suo manicotto di pelliccia maculata e il carnet da ballo; camere da letto con il baldacchino e il cassettone da cui sbuffa negligentemente una trina o un nastro.. E infine i robot, anche quelli giapponesi degli Anni 50, teneri e innocui rispetto ai mostri rutilanti di oggi; su di loro si chiude la mostra. Gli anni di plastica dei giocattoli non sono ancora entrati nella storia. Ci sono voluti più di 70 collezionisti, una ventina di Musei, Enti ed Associazioni italiani e stranieri e un'assicurazione milardiaria per consentire al Comitato della Biennale Intemazionale dell'Antiquariato di Palazzo Strozzi di mettere insieme questi 5000 balocchi d'epoca. Donatella Valente l)ue bambole francesi della fine del secolo scorso

Persone citate: Donatella Valente, Febo Conti, George Washington, Hitler, Lehmann, Mike Bongiorno, Napoleone Iii, Walt Disney

Luoghi citati: Firenze, Norimberga