Da Freud a Einstein, la scienza è piena di vita di Piero Bianucci

Da Freud a Einstein, la scienza è piena di vita Da Freud a Einstein, la scienza è piena di vita SARA' un caso o sarà una tendenza che vedremo delinearsi meglio in futuro, ma questo Natale molto più che i precedenti sta accumulando negli scaffali delle librerie un'insolita quantità di saggi scientifici. Testi solidi, opere di respiro, che non concedono nulla all'usa-egetta della cultura ma puntano direttamente al catalogo. Per restarci a lungo. Insomma, opere che, anche quando profittano dell'affollatissima stagione strenne, guardano al di là. Tra tutte spicca la Storia della scienza diretta da Paolo Rossi per la Utet (tre tomi in cinque volumi, 3200 pagine complessive, 450 mila lire). Impresa coraggiosa soprattutto per due aspetti. Le dimensioni, che sono ragguardevoli (ma fortunatamente non ancora tali da escludere una lettura continua relegando l'opera nella consultazione). E l'impostazione unitaria: si procede cioè non disciplina per disciplina — tutta la storia della fisica, poi tutta quella della chimica e così via — ma cercando di vedere con uno sguardo d'insieme come progressi, paradigmi e tecnologie si intreccino finemente pur venendo da campi diversi del sapere. Naturalmente dietro questa architettura c'è una scelta epistemologica ben riconoscibile: non dimentichiamo che Paolo Rossi fu assistente di Antonio Banfi all'Università di Milano, quel Banfi «razionalista critico» che dagli anni '20 agli anni '50 rappresentò l'unica antitesi al dominio idealistico imposto alla filosofia italiana da Croce e da Gentile. La caratterizzazione epistemologica è rafforzata dal retroterra culturale del collaboratori, che è prevalentemente filosofico (è il caso di Ferdinando Abbn, Walter Bernardi, Antonello La Vergata, Stefania Nicasi, Stefano Poggi) e talvolta appare tale anche quando, come nel caso di Enrico Bellone — esemplare il suo contributo all'opera— l'autore è in realtà un fisico, ma un fisico che a sua volta è stato allievo di Ludovico Geymonat, il filosofo della scienza che proprio in questi giorni presso Rusconi pubblica La libertà (pp. 133, L. 18.000). In questa «Storia» le idee-guida della scienza appaiono quindi fortemente privilegiate rispetto alle personalità dei ricercatori che vi hanno contribuito. Soltanto sei scienziati hanno capitoli propri: Galilei, Newton, Faraday, Darwin, Maxwell ed Einstein. Ma in questi casi il personaggio coincide quasi esattamente con la rivoluzione scientifica che ha suscitato. Per il resto, l'attenzione è prevalentemente concentrata sui problemi, sulle teorie, e anche sugli aspetti sociali della ricerca scientifica, con un distacco dalla «cronaca» che talvolta pare persino eccessivo (un esempio: si accenna appena il nome di Rita Levi Montalcini come sco¬ pritrice del fattore di crescita nervosa e si sorvola sull'assegnazione del Nobel alla ricercatrice italiana). A proposito di Rita Levi Montalcini: la sua autobiografia, grande successo dell'anno scorso, ha forse incoraggiato gli editori a pubblicare vite di scienziati. L'offerta è ricca e di qualità. Per chi si occupa di storia della psicoanalisi, ecco due avvenimenti editoriali di rilievo: da Bompiani esce, di Peter Gay, Freud, una vita per i nostri tempi (pp. 750, L.40.000); da Bollati Boringhieri, di Phyllis Grosskurth, esce Melanie Klein, il suo mondo e il suo lavoro (pp. 625, L. 65.000). Freud è tra i personaggi più biografati: chi non ricorda i monumentali lavori di Jones, di Wittels o di Clark? Quella di Peter Gay, storico della Yale University, è quindi una sfida, affrontata anche con una specifica competenza psicoanalizza ma innanzi tutto con un rigoroso metodo storiografico. Gay è tornato a visitare tutte le fonti, ha scavato negli archivi, ha vagliato i risultati acquisiti dai suoi predecessori. -Non per adulare né per denunciare, ma per capire-, come scrive nella prefazione. Un lavoro immane, ben valutabile sfogliando le 150 pagine di minutissime note in fondo al volume. Ma tanta fatica non grava sul testo, che rimane agile, elegante e talvolta persino gradevolmente giornalistico. Meno nota al grande pubblico è la figura di Melanie Klein, fondatrice della psicoanalisi infantile e della teoria del gioco, rivale e antagonista di Anna Freud, l'altra grande esploratrice dell'inconscio dei bambini. Phyllis Grosskurth. che insegna inglese all'Università di Toronto, si è avvalsa per il suo lavoro dell'autobiografia inedita della Klein e di un carteggio fortunosamente trovato nella soffitta della^asa del figlio di Melanie, Eric. Anche in questo caso, quindi, ricerca originale e abile scrittura si incontrano, nell'interesse del lettore. Che cosa attrae nella vita degli scienziati? Probabilmente la curiosità di vedere come hanno affrontato i problemi della scoperta della natura, come li hanno risolti, come questo lavoro si è conciliato con la vita quotidiana e con gli eventi storici di cui sono stati protagonisti o testimoni. Sono proprio questi gli aspetti che troviamo nelle autobiografie del fisico Richard P. Feynman (Lei sta scherzando, Mr. Feynman, Zanichelli, pp. 350, L. 28.000) e del biologo Francois Jacob (La statua interiore, Il Saggiatore, pp. 289, L. 30.000). Feynman, scanzonato quanto geniale, fu un protagonista del Progetto Manhattan che portò alla costruzione della bomba atomica; inoltre a lui la fisica teorica deve alcune intuizioni di assoluta centralità. Tutte cose che ci racconta con umorismo e gusto per i1 paradosso. Più solenne. Jacob, autore di fondamentali scoperte in campo genetico, si dilunga invece sul suo impegno per una Francia libera negli anni dell'occupazione nazista e sugli incontri intellettuali o sentimentali: come dire che queste sono le esperienze che fanno di un uomo un -vero uomo-. Il resto, incluso il premio Nobel, e accessorio. Molte pagine autobiografiche sono anche nell'elegante volume delle Opere scelte di Albert Einstein (Bollati Boringhieri, pp. 793. L. 70.000). E accanto ad esse troviamo sia gli scritti specialistici (per esempio quello sull'effetto fotoelettrico, premiato con il Nobel), sia quelli divulgativi i sulla relatività i. sìa infine le riflessioni etiche e la storica lettera indirizzata al presidente americano per proporgli la costruzione della bomba atomica. Un altro grande fisico, Planck, è biografato da John L. Heilbron il dilemmi di Max Planck. Bollati Boringhien, pp. 220, L. 29 0001. Al contrario di Jacob, di fronte al nazismo Planck prese la via ambigua dell'opposizione dall'interno, nella convinzione che, dimettendosi o rifugiandosi all'estero, avrebbe fatto il gioco del regime. Heilbron ricostruisce dall'interno non soltanto l'opera scientifica di Planck, ma anche questa tormentata scelta politica. Infine, la biografia di un genio del passato, il Galileo di Stillman Drake (Il Mulino, pp. 615. L. 60.000). E' un libro destinato a dire una parola pressoché definitiva sulla personalità che tenne a battesimo la scienza moderna. Ma il lettore non deve cercare in queste pagine aneddoti, cronaca o peggio pettegolezzi: il filo conduttore è esclusivamente il pensiero galileiano. Una biografia, insomma, essenzialmente intellettuale. Piero Bianucci

Luoghi citati: Francia, Manhattan, Milano