Tutti scrittori gli 007 della Regina di Gianni Bisio

Tutti scrittori gli 007 della ReginaA Londra è contagioso il successo dell'autore di «Spycatcher» Tutti scrittori gli 007 della Regina E' contagioso il successo ottenuto da Peter Wright, l'autore di -Spycatcher-. L'ex funzionario del controspionaggio britannico (MI5) che ha messo in difficoltà la signora Thatcher svelando errori, tradimenti e misfatti dei servizi segreti, ha aperto una nuova professione agli • uomini ombra» fino a ieri al servizio di Sua Maestà e oggi in pensione: lo scrittore di memorie. Con il rischio che saltino le barriere di sicurezza su operazioni che fanno ancora parte della cronaca, non ancora archiviate nei libri di storia. Così, mentre il governo inglese corre ai ripari, e cerca, con una modifica dell'-Officiai secret act- che vieta la divulgazione delle informazioni, di far tacere le sue spie legali — in servizio o a riposo — almeno per un periodo sufficientemente lungo ad evitare guai, si è appreso che stanno lavorando alla macchina per scrivere, con vantaggiosi contratti già firmati con gli editori, ben quindici altri membri dei servizi di informazione. Molti sono colleghi proprio di Peter Wright, obbligato a pubblicare in Australia le sue memorie per aggirare i fulmini della -Lady di ferro-: appartengono al MI5 (controspionaggio), al MI6 (spionaggio), al GCHQ (Governement Communications head quarters) e al SOE (Servizio operazioni speciali, risalente alla seconda guerra mondiale). L'ansia di scrivere dietro lauto compenso, narrando le operazioni coperte cui hanno preso parte, è diventata più pressante soprattutto dopo il 13 ottobre, giorno in cui i cinque giudici del-Lavo lordhanno deciso che il governo britannico non poteva vietare la pubblicazione degli estratti di -Spycatcher- sul Guardian, sull'Observer e sul Sunday Times. L'elenco dei neoscrittori che preoccupano la signora Thatcher è lungo, ma vale la pena di scorrerlo per comprendere quali timori agitino i responsabili dei servizi di informazione britannici. Primo a seguire l'esempio di Peter Wright è John Day, l'uomo che lo rimpiazzò al MI5 e che ha indagato sulle presunte infiltrazioni sovietiche in seno ai servizi britannici, tema scottante. Secondo e non meno importante neoautore di spy-story è Nicholas EUiot, dirigente del MI6 a Londra quando venne mandato alla morte il comandante Buster Crabbe, spedito nel 1956 a spiare la carena delle incredibilmente veloci navi da guerra sovietiche in visita al porto di Portsmouth. Elliot fu anche l'agente inviato a Beirut per tentare il recupero di Kim Philby, passato dall'Intelligence service al Kgb divenendo spia sovietica a tempo pieno col grado di colonnello. Ma sta scrivendo anche Antony Cavendish, che ha già pubblicato -Inside intelligence-, un libretto inviato agli amici lo scorso Natale come regalo e servito come base per un articolo molto censurato apparso la scorsa estate in Inghilterra. Stanno lavorando anche Desmond Bristow, già capo della stazione del MI6 a Madrid, Leo Marks, un esperto in cifrari del Sce, Jack Morton, il cui diario personale potrebbe divenire un libro postumo, Dick White, ex dirigente del MI5 e del MI6, Jock Rane, responsabile del servizio radio al Gchq, il capitano Federici; Winterbotham, vecchio dirigente della sezione Air del MI6, David Smiley, membro del Soe e del MI6, George Blake, agente sovietico nello spionaggio britannico al suo secondo libro. Gianni Bisio Hohart. Peter Wright, autore di «Spycatcher», con la moglie

Luoghi citati: Australia, Beirut, Inghilterra, Londra, Madrid