Carriera troppo lenta ricercatori in sciopero di Bruno Ghibaudi

Carriera troppo lenta ricercatori in sciopero Carriera troppo lenta ricercatori in sciopero Una settimana di agitazioni in tutta Italia ROMA — Da oggi i ricercatori universitari dell'Ateneo romano entrano in sciopero e ci rimarranno per una settimana. Nei prossimi giorni toccherà ai ricercatori delle altre Università italiane. Se la protesta rimarrà senza esito, l'agitazione riprenderà il mese prossimo. In molte facoltà quindi salteranno sessioni d'esame, lezioni ed esercitazioni. Nella facoltà di Medicina i disagi riguarderanno non soltanto l'attività didattica, ma anche quelle delle cliniche universitarie. Alla categoria appartengono infatti quei ricercatori, già confermati in ruolo oppure ancora in attesa di uno stato giuridico, che collaborano a vario titolo all'attività universitaria. I primi chiedono di essere ammessi ai concorsi di idoneità per diventare professori associati. I secondi sollecitano invece il riconoscimento ufficiale del loro stato giuridico, e cioè il passaggio in ruolo. In tutta Italia i ricercatori universitari sono circa 15 mila. -/ motivi della protesta sono più d'uno — spiega il professor Giuseppe Meco, responsabile Cgil per l'Università "La Sapienza" di Roma —. Gli esami di idoneità a professore associato vengono indetti con un ritardo inammissibile, sebbene il Dpr 382 del 1980 stabilisca cadenze di un paio d'anni. Il primo bando risale al 1981, il secondo al 1984. Del terzo, a quattro anni di distanza, non si sa ancora nulla. Oltre a ciò i ricercatori già di ruolo chiedono che nel bando si tenga conto di alcune sentenze della Corte costituzionale e di alcuni Tribunali amministrativi regionali pronunciate nel frattempo e. che correggono il Dpr 382/1980. Nella tornata del 1984 infatti molti sono stati esclusi perché il Dpr 382 non ne prevedeva l'ammissibilità, mentre sono stati ammessi i tecnici laureati. I tribunali sono stali di parere diverso, affermando che alcune figure con determinate caratteristiche professionali lassistenti e aiuti medicil dovevano essere ammesse-. Anche i professori associati sono in fermento: vogliono veder chiaro nel loro futuro e conoscere le reali prospettive di carriera, al di là di sperequazioni che per i medici risultano par¬ ticolarmente penalizzanti e che devono essere eliminate, n numero di posti da professore ordinario è per esempio limitato, la cadenza dei concorsi è troppo lenta. La categoria degli associati ha mediamente più di 40 anni, invecchia nell'attesa e anche senza volerlo finisce per far da tappo ai giovani. •A quasi dieci anni di distanza dal Dpr 382 i concorsi per t posti da professore ordinario disponibili sono stali banditi solo in minima parte, senza alcun rispetto per le scadenze di legge — prosegue Meco —, e nei concorsi già fatti, i posti, secondo un malcostume ben noto, si sapeva a priori a chi sarebbero stati assegnati-. E' un discorso che travalica i fatti contingenti. -Il fatto che il futuro di almeno ottomila persone dipenda dai ricorsi pendenti presso i Tar e il Consiglio di Stalo significa che il Parlamento non e assolutamente in grado di governare l'Università, dal momento che a governarla sono di fatto i tribunali: è successo all'inizio' degli Anni Ottanta e la stessa cosa si sta ripetendo anche adesso'. In Europa l'Italia è il Paese con il minor numero complessivo di docenti universitari e con il minor numero di studenti. Alla vigilia del '92, con tutto ciò che comporta anche in termini di istruzione superiore, l'Università italiana non risulta minimamente attrezzata a dare una risposta adeguata in termini di alta formazione. I campanelli d'allarme sono già suonati. L'industria, delusa dall'impossibilità di avviare rapporti affidabili con l'Università, sta provvedendo per conto suo a preparare gli specialisti di cui ha bisogno. Fra le risposte che i ricercatori universitari sollecitano con la loro agitazione di questi giorni, due sono particolarmente attese: il ministero deve bandire al più presto la terza tornata di esami di idoneità: governo e forze politiche devono invece affrontare al più presto, e nel suo complesso, il problema della docenza universitaria. I problemi del personale appaiono ormai tanto gravi e compromessi da rischiare di vanificare qualsiasi riforma strutturale. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Carriera, Giuseppe Meco, Meco

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma