Luci rosse in pubblico, luci spente a casa

Luci rosse in pubblico, luci spente a casa Videocassette e cinema: dove sta la differenza nel film hard core Luci rosse in pubblico, luci spente a casa E' un giro d'affari da 250 miliardi l'anno quello colpito dalla sentenza della Corte Costituzionale che conferma il divieto del commercio di materiale osceno in videocassette. L'organo supremo della magistratura non si è sentito di equiparare i venditori e noleggiatori di film spinti ai giornalai che distribuiscono stampa pornografica, i quali sono presunti come inconsapevoli e quindi tenuti al di fuori del reato. Se fino a una decina d'anni or sono pareva corretto non colpire chi si trova nell'impossibilità pratica di sfogliare tutte !e riviste per rintracciarvi qualcosa di spinto che a suo parere costituisca un reato, ecco che oggi le pubblicazioni del settore brillano per l'inequivocabilità. Giornalai e lettori non cadranno mai nell'equivoco. Certi titoli e certe réclames delle videocassette agli occhi della Corte Costituzionale sono invece (se cosi si può dire) più inequivocabili. Certamente quando si legge l'aggettivo •animai" non penseremo all'irrazionale trasporto amoroso ma a pratiche conosciute fin dall'antichità a Gomorra. In ogni modo ci troviamo di fronte a tre tipi di giustizia diversi. Nel cinema in sala di tipo narrativo la censura amministrativa può vietare la proiezione pubblica per offesa al buon costume. In ogni modo il codice penale non viene evaso attraverso il «sì- della censura. Se cioè lo spettacolo osceno sussiste, interverrà la magistratura. Perciò due tipi di controllo. Nel cinema in sala con luci rosse sia la censura sia la magistratura chiudono un occhio perché chi lo frequenta è un adulto e, secondo gli usi, non dà luogo a scandali. Quindi ancora due tipi di controllo ma praticamente elusi. Per di più tutti sanno che le copie edulcorate vistate in censura vengono in genere arricchite da riprese spropositate nelle sedi regionali a cura di gai distributori che lavorano d'impegno al montaggio. Trascuriamo la stampa, che secondo il dettato costituzionale non è mai sottoposta a censura, e ricordiamo la tolleranza generale come reato rotta di tanto in tanto da sequestri di qualche quintale di roba che scotta, o scalda soltanto. Ma torniamo alle videocassette dove non esiste censura per la mancanza di pub- blicità dello spettacolo consumato tra le pareti domestiche e dove la legge non consente ora l'impunità per i commercianti, bloccando quindi l'intera attività del settore. Nei negozi specialistici e nelle riviste tv il fenomeno viene descritto in crescendo, con riferimento alla liberalità dei rapporti di coppia e di comunità. Difatti i cinema a luce rossa, per quanto tuttora aperti in discreto numero, continuano a guadagnare solo per l'esiguo costo delle pellicole che. come noto, risparmiano sui costumi. Senza contare che questi locali servono magari per occultare la prostituzione, spesso maschile. La produzione della "home video- e alimentata per il 40rr dall'erotismo spinto. Nei cataloghi le videocassette vengono offerte a prezzi differenziati con una casistica particolare. Al livello più basso di professionalità e quindi di costo :40-60 mila per lungometraggioi troviamo la produzione tedesca, che va dall'idillio campagnolo alla violenza sadomaso: generi sconosciuti all'impeto diretto degl'italiani. Anche i francesi i(i0-80mila) non brillano se non per tradizione. Un passo avanti e siamo all'Italia. Tiene banco la Diva Futura di Riccardo Schicchi, il manager che controlla e protegge le impennate di Cicciolina Staller e Moana Pozzi. Le due stelle hanno ormai praticamente una clientela solo nelle cassette, mercato che riforniscono con due titoli per stagione. Marina. Lilli. Karin. Ramba e altre non sempre a piede libero occupano le posizioni di rincalzo. Si va dalle 80 alle 100 mila lire con un continuo noleggio quotidiano a 4-5 mila: nei videoshop le loro prestazioni sono burocraticamente rubricate come il -motore- delle vendite di registratori. Infine gli americani (105105 mila il colpo i, che ripetono le caratteristiche dell'industria hollywoodiana. Attori e attrici non vengono presi dalla strada, ci sono le gTosse uscite sotto le feste, la distribuzione non è occasionale. John Holmes e Linda Lovelace. finiti male, non rappresentano un mito ma un'indicazione. Piero Perona Moaiia Puzzi

Persone citate: John Holmes, Linda Lovelace, Moana Pozzi, Piero Perona, Riccardo Schicchi, Staller

Luoghi citati: Italia