De Mita: non ho mai parlato di un complotto contro di me di Paolo Passarini

De Mita: non ho mai parlato di un complotto contro di me Palazzo Chigi sconfessa un sottosegretario e il direttore del «Popolo» De Mita: non ho mai parlato di un complotto contro di me Sanza e Cabras avevano detto che dietro le accuse per l'Irpinia ci sono servizi segreti e P2 ROMA — In una nota fatta diffondere nella serata di ieri da Palazzo Chigi, Ciriaco De Mita ha disconosciuto paternità e parentela di ogni commento fatto da suoi amici di partito sull'/rpiniagate «dopo» la sua partenza per gli Stati Uniti. In parole povere, il presidente del Consiglio ha preso nettamente le distanze dalla teoria del «complotto piduista- e dall'individuazione di una specie di «grande vecchio- nella persona di Silvio Berlusconi. Una frenata brusca, ma non un'inversione di marcia. •Sulla questione riguardante la gestione dei fondi perl'Irpinia — dice la nota — non sono emersi elementi o valutazioni di alcun genere che autorizzino a far modificare le posizioni precisate dallo stesso onorevole De Mita prima del suo viaggio-. Queste posizioni sono due: •Per quanto riguarda gli aspetti politici e amministrativi della questione, il governo è pronto a concorrere ad ogni documentazione o accertamento ritenuti necessari dal Parlamento-. In secondo luogo, -per quanto concerne gli aspetti personali, che l'onorevole De Mita ha ritenuto e ritiene introdotti ingiustamente nella questione, si tratta di fatti ormai rimessi al giudizio esclusivo dell'autorità giudiziaria-. De Mita, quindi, tenta di ri¬ portare la questione su binari rigorosamente istituzionali (il Parlamento per i fatti pubblici, la magistratura per i fatti personali) e aggiunge, concludenao, che -ogni ulteriore amplificazione polemica o illazione risulta pertanto estranea alle posizioni della presidenza del Consiglio-. Prima della partenza per gli Stati Uniti, avevano parlato De Mita stesso, a Grosseto, e il suo portavoce Nazareno Pagani. Entrambi avevano espresso il sospetto che fosse operante una manovra orchestrata da settori equivoci del sottobosco politico e giornalistico per screditare la presidenza del Consiglio. De Mita aveva puntato il dito contro // Giornale di Indro Montanelli, Pagani contro •agenzie minori di ispirazione qualunquista o riconducibili a settori marginali dei vecchi servizi segreti-. Dopo la partenza di De Mita per gli Stati Uniti, il sottosegretario per i servizi segreti, il fedelissimo Angelo Sanza, aveva precisato il tiro, prendendo di mira -settori marginali dei vecchi servizi legati alla destra piduista-. Ha fatto così il suo clamoroso rientro sulle scene la famigerata P2 di Licio Gelli e il direttore del Popolo, Paolo Cabras, nel difendere Sanza dagli attacchi che gli erano immediatamente precipitati addosso, aveva arricchito il pantheon dei sospetti reprobi ricordando che l'editore del Giornale, Silvio Berlusconi, -era affiliato- alla P2. E' proprio da questo consolidarsi di una «teoria del complotto- con nomi e indirizzi che De Mita ha inteso ieri prendere le distanze. Non ha detto che si tratta di aberrazioni, fantasie o inqualificabili fandonie. Ha solo voluto precisare che di questa teoria il padre non è lui. Trattandosi di suoi stretti collaboratori e sodali politici. De Mita non avrebbe probabilmente potuto dire di più e quanto ha detto come presidente del Consiglio basta sicuramente per mettere in difficoltà un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che domani deve presentarsi al Comitato parlamentare di controllo sui servizi per rendere conto delle sue dichiarazioni. Poiché, inoltre. De Mita è anche segretario delia de, la sua precisazione mette notevolmente in difficolta il direttore dell'organo ufficiale del partito, contro il quale, tra l'altro, si è ieri concentrata la prevedibile -indignazionedi Berlusconi. -Mi attendo — aveva dichiarato il presidente della Fininvest prima che fosse diffuso il testo della nota di De Mita — che dalle competenti sedi istituzionali giungano immediate e nette parole di dissociazione dalle delirami dichiarazioni del signor Cabras-. Né Sanza né Cabras hanno commentato le dichiarazioni del presidente del Consiglio, anche se dal primo, a un certo punto del pomeriggio, si attendeva una dichiarazione che poi non c'è stata e il secondo ha invece insistito, con un corsivo che appare sul Popolo di oggi, nel difendere la sua tesi sullo zampino piduista. Sembra comunque che De Mita sia più arrabbiato con il secondo (che, tra l'altro, ha fatto accuse circostanziate), che con il primo, che si è tenuto più sul vago ed è inoltre un suo amico fidato. Il governo, attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento. Sergio Mattarella. ha comunicato ieri alla conferenza dei capigruppo che martedì prossimo risponderà a una ventina di interrogazioni e interpellanze piuttosto pepate, presentate alla Camera da parecchi gruppi su varie questioni riguardanti la Campania, il terremoto, la de. De Mita e anche i suoi amici e familiari. Sarà dopo questo dibattito che si deciderà o meno l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta. A Paolo Passarini (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Campania, Grosseto, Roma, Sanza, Stati Uniti