Si schianta un'altra «Freccia» di Giuliano Marchesini

Si schianta un'altra «Freccia» A Udine muore durante un'esercitazione il futuro comandante Si schianta un'altra «Freccia» Il tenente colonnello Scoponi era in addestramento - Si pensa a un tentativo di atterraggio per avaria, all'esplosione di un motore - L'ufficiale doveva «gestire» la pesante eredità lasciata dalla sciagura di Ramstein DAL NOSTRO INVIATO UDINE — Un breve volo nel cielo di Udine, uno schianto, un rogo. E' di nuovo tragedia per le -Frecce Tricolori-: un pilota della pattuglia acrobatica nazionale è morto precipitando con il suo «Aermacchi MB 339- sulla pista dell'aeroporto di Rivolto, mentre era impegnato in un addestramento solitario. E' il tenente colonnello Paolo Scoponi. 36 anni, di Monteliascone (Viterbo), sposato e padre di due bambine. Era stato designato a succedere al tenente colonnello Diego Raineri al comando delle -Frecce», avrebbe assunto l'incarico il prossimo anno. Adesso, si cerca di capire il perche di quest'altra sciagura che sconvolge il gruppo della -Pan-: la commissione di inchiesta nominata dall'aeronautica già al lavoro, le indagini disposte dal procuratore della Repubblica di Udine Ennio Diez. Mentre è ancora pesantissimo il ricordo del disastro del 28 agosto scorso: il tremendo impatto delle -Frecce Tricolori- sulla pista di Ramstein, nella Germania Federale, 70 morti tra i quali tre piloti della pattuglia acrobatica italiana, centinaia di feriti. E riemergono le polemiche sulla sopravvivenza di una formazione la cui attività lascia col fiato sospeso. Il tenente colonnello Paolo Scoponi era stato per due anni comandante del 132° gruppo alla base di Villafranca ed era all'aeroporto di Rivolto dal 4 ottobre. Tremila ore di volo, era ovviamente uno dei piloti sui quali l'aeronautica militare faceva maggior affidamento: gli spettava un compito di estrema delicatezza, dopo la tragedia di Ramstein. Secondo quanto raccontano, stava prendendo -confidenza- con l'Aermacchi MB 339. anche per il fatto che se in qualche circostanza il capo-formazione fosse slato costretto a dare forfait avrebbe dovuto sostituirlo. Ieri mattina, poco dopo le nove. Scoponi s'è preparato per quello che doveva essere •un normale roto di addestramento'. Appariva tranquillo, come al solito. Del resto, difficilmente mostrava qualche turbamento: un -uomo d'acciaio; lo definiscono, come tutti quelli che compongono la pattuglia acrobatica. Le evoluzioni sopra la pianura friulana: niente di eccezionale, a quanto pare. Una decina di minuti in tutto, poi il dramma: l'aereo stava sorvolando la base di Rivolto, è piombato sulla pista, poco lontano dalla torre. Un'esplosione, il velivolo avvolto dalle fiamme: niente da fare per Paolo Scoponi. Intorno all'aeroporto, nel mezzo della campagna udinese, ancora angoscia. Tra la gente del paese si raccoglie qualche testimonianza. Ma nessuno può sapere che cosa sia accaduto in quei secondi che hanno preceduto la caduta della «Freccia-. Dario Carcich. figlio della proprietaria di un albergo poco lontano dalla base, racconta: • Quell'aereo ha fatto un paio di passaggi, volava piuttosto basso. Poi ho sentito un gran botto, e ho visto un fumo denso levarsi dall'aeroporto. Qualche minuto dopo ho udito le sirene dell'ambulanza, degli automezzi dei vigili del fuoco-. Un altro degli abitanti della zona, Roberto Mancini, dice di averne sentiti due, di -botti-, preceduti da quello che gli è sembrato uno -scoppiettio-, -Ma dire che cosa sia successo è difficile-. Secondo qualcun altro. 11 velivolo aveva il carrello di atterraggio abbassato. Fatto sta che Paolo Scopo- j ni non ha avuto il tempo di azionare il dispositivo di I espulsione del seggiolino. C'è chi sostiene che, comunque, aveva segnalato alla torre di controllo qualche •difficoltà di volo-. Ma alla base lo escludono: -Nessuna comunicazione via radio, tutto e accaduto all'improvviso-, E dall'aeroporto non vengono altre precisazioni: a Rivolto ci si limita a rispondere che eventuali dichiarazioni verranno rese soltanto attraverso 11 ministero della Difesa. ■ Le cause dell'incidente — è il laconico comunicato che si raccoglie qui — sono ancora in corso di accertamento-. Da un malore a un guasto, a una manovra non riuscita, tutto rientra nel campo delle ipotesi. E mentre la commissione di inchiesta cerca di trovare una risposta, l'aeroporto di Rivolto sembra di nuovo il luogo di un piccolo -pellegrinaggio-, di gente che vorrebbe sapere com'è morto un altro pilota delle «Frecce Tri- colori». Ma c'è un silenzio fondo nella direzione della pattuglia acrobatica, nella palazzina numero 11 accanto alla quale sono schierati il vecchio «Trident» grigio, il rosso «Cavallino Rampante», il «G 91» e l'azzurro «Aermacchi MB 339-, i velivoli che hanno fatto la storia delle -Frecce». Qui si radunarono, nell'agosto scorso, i superstiti della pattuglia acrobatica reduci dal disastro di Ramstein, mentre erano in arrivo le bare del tenente colonnello Mario Naldini, capo-formazione, del tenente colonnello Ivo Nutarelli, «solista», e del capitano Giorgio Alessio, -gregario di sinistra». E, fuori di qui, divampavano le polemiche sui grandi rischi delle esibizioni di questi gruppi di -acrobati dell'aviazione». Il comandante Raineri disse: -Tutti noi non potremo mai dimenticare quel che è accaduto a Ramstein, campassimo cent'anni-. Ma aggiunse che, per questo le -Frecce» non avrebbero dovuto cessare di esistere. A chi gli chiedeva se non ritenesse che ormai simili pattuglie fossero fuori dal tempo, rispondeva: • Anacronistiche? niente affatto. Allora, lo sarebbero anche le gare automobilistiche di Formula 1-, Al funerali, nel tempio ossario di Udine, s'affollarono i friulani, attorno a quelle tre bare. Un'onda di emozione per il dramma dei piloti della -Pan», l'angoscia per le vittime di Ramstein. C'era anche il ministro della Difesa, Zanone, che volle esprimere alla pattuglia acrobatica nazionale, -nell'ora della tragedia e della sfortuna-, il suo sentimento -di solidarietà e difiducia-. Ora c'è un'altra bara nella base di Rivolto: probabilmente, la salma sarà trasportala all'aeroporto di Villafranca. Le -Frecce Tricolorisono stravolte: hanno avuto 13 morti in 27 anni di attività. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Germania Federale, Udine, Villafranca, Viterbo