Cappuccini stop al tempo di Gianni Bisio

Cappuccini, stop al tempo Usate resine speciali per bloccare il degrado della facciata Cappuccini, stop al tempo Cornici e capitelli in arenaria sono irrimediabilmente erosi dalle piogge acide: «Sarebbe assurdo, però, rimpiazzarli con falsi» - Rinforzata la struttura del tempio, ora si sta lavorando ai pavimenti - Poi occorrerà restaurare la vetrata, ripulire gli affreschi e completare l'impianto di riscaldamento - Costo complessivo degli interventi, 3 miliardi La moderna tecnologia del • ripristino lapideo- ha fermato il tempo alla chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini, opera realizzata tra il 1583 e il 1656 da Ascanio Vittozzi e Amedeo di Castellamonte: con una vasta operazione di restauro conservativo, si n bloccata l'opera distruttiva degli agenti atmosferici, ma, soprattutto, delle piogge acide e dello smog che avevano ormai intaccato la facciata, erodendo cornici e capitelli, costruiti con l'arenaria di Gassino. In precedenza, fra l'85 e l'87, tutta la struttura architettonica della cupola, apertasi a causa di un cedimento del terreno all'interno della collinetta, era stata ingabbiata, prima in un'incastellatura (30 km di tubi, 10 mila giunti), poi in un invisibile cesto d'acciaio. Lo stesso monte dei Cappuccini è stato consolidato e -cinturato» con un sistema di pali (700) e tiranti d'acciaio (350) che impediscono eventuali nuovi cedimenti. Ora si sta lavorando ai pavimenti, poi si restaurerà la vetrata, si puliranno gli affreschi e si completerà l'impianto di riscaldamento ad aria calda. L'intera operazione e stata condotta senza una lira d'aumento rispetto ai preventivi, circa 3 miliardi in tutto. Nel corso del restauro sono stati trovati anche i resti di padre Cherubino Fournier da Maurienne. uno dei protagonisti della Controriforma nelle vallate alpine, amico di San Francesco di Sales e consigliere del duca Carlo Emanuele I di Savoia. Per i Cappuccini del monte e stata forse la sorpresa più bella: trovare il sepolcro del confratello li ha riallacciati ad una fase storica importante della loro presenza in città. Guardando oggi la facciata della chiesa, qualche anziano torinese, che la ricorda com'era negli Anni 20 o 30, rimarrà forse deluso. Capitelli e cornici, ancora visibili nella fotografia che pubblichiamo (risalente al 1928 e concessa dal Museo della Montagna), oggi, anche dopo il restauro sono come rosicchiati e smerigliati dagli agenti atmosferici, soprattutto dall'acido solforico presente nelle piogge. -Ma rifarli, in pratica ripristinando dei falsi — spiega il professor Giacomo Donato, autore del progetto di restauro — sarebbe stato un assurdo. Così, d'accordo con la soprintendenza, abbiamo preferito bloccare il degrado e rendere più visibile il disegno architettonico-. L'arenaria di Gassino, usata per la chiesa, non è certo un materiale eccellente: •Con la tecnica del ripristino lapideo — chiarisce l'ingegner Mauro Lanza, direttore del cantiere — abbiamo indurito la superficie esterna della pietra, facendovi penetrare per capillarità speciali resine~. Il risultato è un congelamento della situazione esistente che assicura lunga vita alla costruzione. Ma padre Luca, guardiano del convento, pur soddisfatto dell'opera di restauro, seguita personalmente passo per passo, afferma che c'è ancora parecchio da fare per questo antico tempio che domina la città, cosi caro ai torinesi: -Il Comune ha fatto molto. Ma ora veramente occorrerebbero delle sponsorizzazioni dei privati, banche e industrie, per salvare i molti tesori contenuti nella chiesa: dalle statue lignee di Stefano Clemente alle molte e importanti tele del '600'. E' un appello che non può rimanere inascoltato. Gianni Bisio La chiesa nel 1928 (foto Museo delia montagna). Nel riquadro, un capitello eroso dallo smog

Persone citate: Ascanio Vittozzi, Cappuccini, Carlo Emanuele I, Cherubino Fournier, Cornici, Gassino, Giacomo Donato, Mauro Lanza, Sales

Luoghi citati: Castellamonte