Quelle fiduciarie senza fiducia

Quelle fiduciarie senza fiducia I recenti casi della Mercurio e dell'Isf ripropongono il problema dei controlli Quelle fiduciarie senza fiducia Accanto a professionisti onesti ci sono gli avventurieri - Una massa di 50 mila miliardi per cinquecento società - Il ministro Battaglia: la legge è inadeguata, tutte le competenze devono passare al Tesoro MILANO — Sindona, Ursini, Cefis, Rovelli, Bagnasco, Cultrera, Sgarlata, Canavesio e Federici. Un lungo elenco di «bei» nomi della finanza, tutti scivolati su una buccia di banana, chiamata fiduciaria. Strana creatura: questo tipo di società si basa, sulla fiducia, ma nel mondo degli affari italiano è stato spesso il mezzo per spregiudicate operazioni finanziarie che, in molte occasioni, hanno superato i confini della legalità. E per trovare esempi illuminanti non bisogna andare molto indietro nel tempo. E' cronaca di questi giorni il buco di 127 miliardi lasciato dalle fiduciarie Mercurio e Istituto servizi finanziari che, operando soprattutto a Torino, sono accusate di avere raggirato oltre 4000 risparmiatori. Oppure il crack di 40 miliardi della Fidiborsa o ancora, per tornare alle vicende più famose, il caso Fundus, la fiduciaria del gruppo Eurogest commissariata per non essere stata in grado di restituire ai propri clienti quasi 200 miliardi Come mai ogni tanto «salta» qualche fiduciaria? E' vero che questo tipo di società favorisce intrallazzi e oscure manovre? Prima di tutto è necessario chiarire che il sistema italiano delle fiduciarie comprende operatori onesti e di grande professionalità che nulla hanno da spartire con certi avventurieri della finanza. Detto questo bisogna anche sottolineare che la mancanza di un chiaro quadro legislativo, la carenza di adeguate strutture di controllo, la pluriennale latitanza del potere esecutivo hanno favorito il deterioramento di questo settore di attività. I problemi delle fiduciarie sono riconducibili a un solo dato: la legge che disciplina queste società è del 1939. Proprio così, le regole sono vecchie di mezzo secolo. Negli ultimi anni ci sono state una decina di iniziative legislative ma nessuna è giunta In porto. Ora 11 ministro dell'Industria, Adol¬ fo Battaglia, ha messo a punto un progetto che, nelle sue intenzioni, dovrebbe mettere ordine nel settore. I problemi sono diversi: il livello dei coefficienti patrimoniali che le fiduciarie devono rispettare per essere solide e solvibili, i limiti di operatività, la definizione dei controllori, le garanzie per i risparmiatori. Quello dei controlli è forse il problema più delicato. Finora è stato un compito del ministero dell'Industria, ma, se sarà approvato il nuovo progetto di legge, passerà probabilmente al Tesoro. -Il mio ministero — dice Battaglia — non ha gli strumenti adatti per svolgere efficacemente questi compiti, e a ben vedere non si capisce neanche perché rientrino sotto la mia competenza». Certo non si può dar torto al ministro dell'Industria costretto a tenere sotto controllo almeno 500 fiduciarie con un pugno di ispettori, quando, Invece, ne occorrerebbero svariate decine. Il ministero, in questa situazione, fa quello che può e qualche successo l'ha ottenuto scoprendo piccoli e grandi imbrogli Ma è chiaro che il mercato finanziario necessita di un impegno ben maggiore. «Con quattro funzionari — commenta Victor Uckmar, presidente dell'Assofiduciaria, che raccoglie le maggiori fiduciarie — il ministero non può svolgere questo compito di controllo. Il disegno di legge non incontra da parte nostra nessun ostacolo, anche se sarebbe meglio mettere ordine su tutta la materia'. In questi ultimi anni a lungo si è discusso sull'autorità che dovrebbe vigilare le fiduciarie: la Consob, Hsvap, il Tesoro o Bankitalia? Per ora c'è una grande confusione di ruoli e di funzioni La Consob, ad esempio, per tentare di ovviare a questa carenza legislativa ha cercato di fare qualcosa. La commissione che controlla le società e la Borsa può infatti imporre il prospetto per tutte le operazioni di raccolta di pubblico risparmio e convocare i responsabili delle fiduciarie per audizioni e comunicazioni. Anche la Banca d'Italia, con una circolare emanata per le banche in merito alle gestioni di patrimoni ha seguito questo schema della Consob. Ma siamo sempre a livello di singoli sforzi, per un settore enorme. Tra fiduciarie e gestioni di patrimoni si valuta che la massa di denaro amministrata oscilli tra i 40.000 e i 50.000 miliardi I ritardi relativi alle fiduciarie possono essere equiparati a quelli di altri settori del mondo finanziario (basta pensare alla riforma di Borsa, alle leggi sull'Opa o l'insider trading). Bisogna, comunque, osservare che le fiduciarie sono sempre servite, data la loro particolarità, anche per nascondere la vera proprietà di grandi aziende. Quando nel 1981 l'allora presidente della Consob, Guido Rossi chiese alle società quotate in Borsa di comunicare i nomi dei primi dieci azionisti ci si trovò di fronte a una vera sorpresa: i maggiori azionisti di quasi un centinaio delle 130 società iscritte al listino si celavano dietro l'intestazione fiduciaria. La sollecitazione affinché si arrivi a una nuova legge del settore viene soprattutto da quei professionisti nominati dal ministero dell'Industria commissari straordinari di fiduciarie in crisi «La legislazione purtroppo è molto difettosa — sos,-.ene il commissario della Mercurio, De Gennaro —, bisognerebbe rendere responsabili penalmente gli agenti di vendita che, pur di prendere la provvigione, vendono di tutto senza curarsi della solidità patrimoniale dei prodotti». Ma non basta. In base alla legge del "39 i commissari possono intervenire solo sulle società a loro affidate, ma non sulle loro controllate che, quindi paradossalmente potrebbero continuare a commettere irregolarità. Rinaldo dianola Pi CbIl ii Bli Il ministro Amato Franco Piga (Consob) Il ministro Battaglia

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