Il pendolo di Altissimo di Alberto Rapisarda

Il pendolo di Altissimo Il leader liberale stretto tra due linee alla vigilia del congresso Il pendolo di Altissimo Costa: mai al governo senza la de - Zanone invece non esclude un'allaenza con laici e sinistra - Più cauto il segretario: lavoriamo per l'alternativa senza impegnarci in future scelte di campo ROMA — Toma di moda la politica intesa come sistema di idee e di convinzioni dopo gli anni del pragmatismo e della gestione giorno per giorno'5 II più piccolo dei partiti di governo, il pli. è convinto di si, e intende dimostrarlo concretamente con il congresso che terrà a Roma dal 14 al 18 dicembre. «Si va esaurendo la depoliticizzazione che è stata tipica del privatismo degli Anni Ottanta. Un ciclo finisce, ne comincia uno nuovo- assicura Valerio Zanone. già segretario del pli e ora ministro della Difesa. -Nell'opinione pubblica c'e un sentimento di attesa'. Su questa intuizione il gruppo dirigente di Altissimo-Zanone fonda la sua scommessa per ridai vita ad un partito che si è ridotto al 2.2 per cento dei consensi, 11 deputati (ne ha perduti 5 rispetto alle precedenti politichel e 3 senatori (ne aveva 6), 815.000 voti. Il pli e il primo partito ad aprire la stagione dei congressi, che si prolungherà sino a primavera, ed e anche il primo a doversi confrontare con le novità del pei di Occhetto. che cavalca il tema dell'alternativa progressista alla de. Se un giorno dovesse prendere corpo e voti sufficienti un governo di alternativa alla de, i Uberali con chi dovrebbero stare? La domanda, che può sembrare prematura, in realtà i liberali già se la pongono, consci comunque della necessità immediata di ritrovare forza per arrivare vivi a quell'appuntamento. E' questa la vera trama del congresso, quella che stara dietro le manovre delle correnti, la conquista delle cariche e la rielezione di Altissimo alla segreteria. Due uomini hanno avuto il merito di porsi in modo esplicito il problema di cosa e e cosa dovrà essere il pli. anche se da visioni opposte: Raffaele Costa e Valerio Zanone. Costa, che ha"la sua rocca¬ forte in Piemonte, ha lanciato la sua sfida al Congresso annunciando che secondo lui il pli deve caratterizzarsi con decisione come partito di destra moderata, con l'obiettivo di togliere voti a missini, democristiani e repubblicani. «Ho fatto cadere un tabu, usando la parola destra' dice Costa. Quindi, ridurre i poteri delle regioni a statuto speciale, ridurre il numero dei comuni, battaglia contro l'inefficienza della pubblica amministrazione. Idee che in buona parte sono patrimonio anche dell'altro fronte. Ma Costa non ce lo vede il pli che fa l'alternativa alla de. Zanone, invece, questa eventualità non la dà per scontata ma nemmeno la esclude. Sta qui la differenza e l'interesse del congresso. Valerio Zanone ha raccolto la sua analisi dei tempi nuovi in 20 pagine di appunti che ha letto il 24 ottobre scorso ad una riunione a Torino di «zanoniani» ricordando il ventennale della lunga marcia che portò la sinistra liberale alla guida del partito, scalzando Malagodi. Per Zanone tutto è cambiato dopo le elezioni dell'87 che, con l'ulteriore calo del pei, hanno dimostrato che • la democrazia italiana si sta liberando dal vincolo del fattore K». Cioè, i comunisti italiani non fanno più paura e "già si intravede per la prima volta la possibilità di una democrazia compiuta, cioè di una democrazia aperta all'alternativa'. I liberali, così come gli altri laici, dovranno scegliere tra una delle offerte in campo: quella progressista e di sinistra con i socialisti in testa più il pei e gli altri, e quella moderata guidata dalla de. E l'impressione è che, personalmente, Zanone preferirebbe lo schieramento progressista. Lo preferirebbe per orientamenti personali e per ragioni pratiche. Spiega Zanone a Costa: è vero che il pli ha avuto il massimo della sua forza quando si mise alla destra della de con Malagodi, ma bisogna anche ricordare che la de lo tenne all'opposizione fin quando il pli non scelse di cambiar linea. E' un teorema noto: la de non sopporta che nasca una formazione politicamente credibile alla sua destra. Altissimo è più cauto: -Noi vogliamo lavorare perché si creino le condizioni per l'alternativa alla de. Senza, però, che questo ci impegni sin da ora per future scelte, di campo-. Ovvero, ben venga l'alternativa come fattore di chiarezza e modernizzazione del sistema politico italiano. Poi si vedrà. Il poi prevede un pli che fa il pendolo tra una maggioranza e l'altra. Questo scenario farà da sfondo alla battaglia congressuale che, questa volta, dovrebbe però essere meno autolesionista e confusa di quella del congresso di Genova. Altissimo ha la forza per essere rieletto segretario ma vuole una maggioranza molto ampia. Di suo ha il 4550r/r dei voti congressuali. Con lui ci sarà Patuelli col suo 14% e probabilmente Sterpa, col 107r. Dall'altra parte c'è l'antagonista Costa che ha trovato come compagno di strada Alfredo Biondi. "Tra noi c'è mi patto, non una alleanza" precisa Biondi, che avrebbe voluto essere eletto dal congresso presidente del partito con ampi poteri, al posto lasciato vacante dalla morte di Aldo Bozzi. Costa e Biondi, insieme, avrebbero il 30%. Il colpo a sorpresa di questo gruppo è stato di proporre come candidato alla segreteria l'economista Antonio Martino, uomo non di partito. Fuori dalle correnti dei vecchi capi ci sono i giovani che scalpitano, anche se non sono numerosi, e che spingono perché il pli scelga con decisione l'area progressista. Si è formato un reticolo di contatti che ha preso il nome di ••gruppo di Napoli» che presenterà un documento al congresso per sostenere che il pli deve muoversi come un movimento, Ubero dagli schemi del partito classico, con gli handicap ma anche i vantaggi connessi all'essere una forza di minoranza. , Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Altissimo, Genova, Piemonte, Roma, Torino