Un gioiello di nikel da quattromila hp

Un gioiello di nikel da quattromila hp Un gioiello di nikel da quattromila hp BRINDISI — Uno dei «pezzi» più delicati e tecnologicamente più impegnativi di Ariane 5 è stato costruito dalla Fiat Aviazione ed e esposto da ieri all'esposizione internazionale delle industrie spaziali di Bordeaux. Si tratta della turbopompa ad ossigeno liquido del motore principale del razzo. Una sorta di cilindro alto circa un metro per 60 centimetri di diametro, costruito con materiali a base di nikel. 130 chili di peso capaci di dare una potenza, a 13 mila giri il minuto, di 4000 cavalli, sei volte quella di un motore di «formula 1-. La turbopompa serve a portare l'ossigeno liquido, il carburante dell'Ariane, dal gigantesco serbatoio in cui è contenuto a 150 gradi sotto zero, alla camera di combustione (una pompa analoga vi porta l'idrogeno). Al momento dell'accensione una carica esplosiva fa da motorino di avviamento per la turbopompa, che comincia a spingere l'ossigeno liquido verso il motore al ritmo di 200 chilogrammi il secondo portandone contemporaneamente la pressione da 3 a 130 atmosfere. Uno sforzo enorme, concentrato in pochi minuti. Il prototipo è stato completato in aprile e consegnato alla tedesca Mbb per le prove, terminate in ottobre. La Fiat Aviazione costruirà da qui al '95 altri 27 esemplari di prova in base ad un contratto del valore di 144 miliardi. Seguirà la fase industriale durante la quale saranno costruite 8-10 turbopompe l'anno, ciascuna del valore approssimativo di 800 milioni. Per la costruzione sono state allestite nello stabilimento di via Nizza, a Torino, sale di lavorazione e di montaggio assolutamente sterili; tra i molti problemi per cui è stato necessario «inventare» una soluzione spicca quello della lubrificazione dei cuscinetti a sfera, sottoposti a fortissime sollecitazioni: eliminato l'olio e si è deciso di usare invece lo stesso ossigeno | liquido. La turbopompa per Ariane 5 segna il ritorno alla grande della Fiat Aviazione nelle attività spaziali. Era stata una delle antesignane, nel '63. con un primo progetto per gli I scudi termici del programma Eldo, poi questa attività era | confluita nell'Aeritalia. Ora gli obiettivi si stanno rapidamente allargando, come ha spiegato il nuovo amministratore delegato. Paolo Torricelli, in un incontro con la stampa avvenuto nei giorni scorsi a Brindisi, dove esiste uno degli stabilimenti della società. I campi sui quali la Fiat Aviazione sta lavorando sono tre, e tutti nella propulsione. • Lanciatori primari. L'obiettivo è di costruire razzi che consentano di ridurre 1 costi rispetto ad Ariane e allo «shuttle». • Sistemi di propulsione orbitale. Saranno necessari sistemi di trasferimento di carichi da orbite basse alla stazione spaziale della Nasa, a quella europea -Columbus-, per missioni lunari e interplanetarie. • Lanciatori «airbreathing-. Sono veicoli spaziali in grado di decollare da aeroporti tradizionali (gli studi più avanzati sono l'Hotol inglese, il Sanger tedesco, lo «spazioplano- Usa) che nella prima fase del volo sfruttano l'ossigeno atmosferico come comburante e l'idrogeno liquido come combustibile, e sono quindi ancora basati sulle tecnologie criogeniche. Per questi programmi la Fiat Aviazione sta definendo una collaborazione con Mbb e Mtu. Su un fatturato previsto per quest'anno di circa 720 miliardi lo spazio conta per 80 miliardi; considerati però questi obiettivi è lecito prevedere una crescita graduale e sensibile di questo settore. Altri due elementi fondamentali di Ariane saranno comunque prodotti nel gruppo Fiat: si tratta dei booster (o razzi ausiliari) a combustibile solido; li sta costruendo la Snia-Bpd nello stabilimento di Colleferro, presso Roma. v. rav.

Persone citate: Paolo Torricelli, Sanger

Luoghi citati: Ariane, Bordeaux, Brindisi, Colleferro, Roma, Torino, Usa