Thrilling in casa Bhutto di Enrico Singer

Thrilling in casa Bhutto Thrilling in casa Bhutto Resta oscura, al processo, la morte del fratello di Benazir DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Assassinio politico, delitto passionale, suicidio? La morte di Shah Nawaz Bhutto — fratello minore del nuovo primo ministro pakistano Benazir — resterà un mistero Tre anni fa. quando fu trovato avvelenato nella sua villa a Cannes, si penso subito a un'azione dei servizi segreti dei generali di Karachi. Anche Nawaz. come sua sorella, era un leader dell'opposizione. Anzi, era il capo dell'ala dura che voleva rovesciare il regime militare con la forza. Ma i giudici non sono riusciti a ricostruire alcuna pista credibile e ieri hanno messo la parola fine al caso con un processo contro la vedova del giovane — Rehana. che ora vive negli Usa — accusata di -mancata assistenza-. Questa, secondo il procuratore generale del tribunale di Grasse, è l'unica certezza: Shah Nawaz Bhutto poteva essere salvato dal veleno che gli ha distrutto lo stomaco dopo ore di agonia se Rehana avesse dato l'allarme in tempo. E per questo reato, ieri sera, Rehana è stata condannata in contumacia a due anni. Ma tutto il resto è un giallo impenetrabile che autorizza qualsiasi sospetto. Anche se la tesi del suicidio è quella che la magistratura sembra preferire e che risolve molti problemi imbarazzanti. Compresa la libertà concessa, durante l'istruttoria, a Rehana. E senza l'accusata in aula, il giallo è apparso ancora più fitto. E' un giallo che comincia il 18 luglio dell'85, quando Rehana — una principessa afghana di 25 anni che ha sposato Shah Nawaz nell'82 — telefona prima a un medico, poi alla polizia. Sono le 9 del mattino. Medico e agenti arrivano nella villa dell'avertile du Roi-Albert insieme: Nawaz è già morto, il suo corpo è in una sala da bagno al pianterreno, il volto è cianotico. Non ci vuole molto a capire che è stato ucciso da un veleno. Alla polizia Rehana dice di non essersi accorta di nulla: lei dormiva nella stanza da letto al secondo piano, suo marito era rimasto in salotto. Ed ecco che la polizia sospetta l'azione dei servizi segreti pakistani. E' un sospetto rilanciato immediatamente anche dagli ambienti dell'opposizione al regime del generale Zia ul-Haq. E, in particolare, dalla sorella Benazir che, dal suo esilio di Londra, si precipita a Cannes per testimoniare. Del resto, il ruolo di Shah Nawaz è ben noto anche alla polizia francese. Dopo il colpo di Stato che, nel '77. rovesciò il governo costituzionale di suo padre Zulfikar Ali Bhutto limpiccato due anni dopo ). Shah Nawaz con il fratello Murtazar e la madre, la Begun Nursat, era riuscito a riparare all'estero. A Londra aveva fondato il gruppo -al-Zulfikar-, teorizzando la lotta armata per riportare la democrazia in Pakistan. Poi si era trasferito a Cannes. Questa sua linea dura lo aveva allontanato dal Ppp. il Partito del popolo del Pakistan, del quale sua sorella Benazir, dopo un lungo periodo di prigionia a Karachi, aveva preso la guida. Shah Nawaz, insomma, era un oppositore militante. Secondo alcuni, era anche in contatto con i servizi segreti libici e siriani; di sicuro si sentiva braccato e minacciato dagli 007 del regime del generale Zia, tanto che portava sempre con sé una fiala di veleno per le -situazioni estreme-. Ed è proprio quel veleno che lo ha ucciso. La polizia comincia a dubitare della pista politica e ad ipotizzare il suicidio. La tesi e quella di una crisi familiare covata a lungo ed esplosa la sera del 17 luglio in un ristorante. Molti testimoni avevano assistito ad una lite violenta tra Shah Nawaz e Rehana, con insulti e schiaffi. E' una ragione sufficiente per spiegare la fine di Nawaz? Enrico Singer

Persone citate: Begun, Bhutto, Shah Nawaz, Shah Nawaz Bhutto

Luoghi citati: Cannes, Londra, Pakistan, Parigi, Usa