Quanto lavora il ricercatore
Quanto lavora il ricercatore Quanto lavora il ricercatore Sulla prima pagina de «La Stampa» del 1° dicembre è comparso un articolo a firma del prof. Marcello Pera che parla dei ricercatori universitari, in apparente appoggio alle loro richieste, nel quale sono contenute gravi ed incaute affermazioni. Tra le altre si afferma che «...i ricercatori ... lavorano talvolta unadue ore la settimana...'. Tale affermazione è palesemente falsa, assurda ed offende l'intera categoria. Difese di questo tipo, come è palmare, non possono che sortire l'effetto contrario — due milioni al mese per due ore la settimana... e che cosa vogliono ancora? — e non siamo affatto sicuri che lo scopo reale non fosse questo. Se il prof. Marcello Pera è a conoscenza di casi simili — forse frequenti nelle Facoltà umanistiche dell'Ateneo di Pisa? — dovrebbe, invece di fare imprudenti affermazioni sulle prime pagine dei giornali, farsi un dovere — quale docente universitario — di denunciarli alle competenti autorità accademiche ed eventualmente alla magistratura. Infatti l'attività didattica dei ricercatori — come il prof. Pera dovrebbe conoscere — è soggetta al controllo delle Facoltà e dei Consigli di corso di laurea, mentre l'attività scientifica viene assegnata dai Dipartimenti o dagli Istituti (D.p.r. 382). Se esistono, nel nostro Ateneo, casi limite quali quelli citati essi sono da imputare a gravi inadempienze degli organi di controllo delle strutture universitarie (Facoltà, Dipartimenti, Istituti, ecc.). L'esperienza dei sottoscritti, ricercatori di una Facoltà scientifica, è quella di una presenza giornaliera nelle strutture didattiche o di ricerca dell'Università di otto ore. ,. Auspichiamo che il quotidiano «La Stampa» dia prova di correttezza, pubblicando queste nostre precisazioni con un rilievo pari a quello dato all'articolo del prof. Marcello Pera; in caso contrario ci riserviamo di affidare ad un legale la tutela del¬ l'immagine del ricercatore universitario. Distinti saluti i ricercatori della Facoltà di Farmacia: dott. Gianni Bailiano, dott. Flavio Belliardo, dott.ssa Vera Bolis, dott. Maurizio Ceruti, dott.ssa Carlotta Frattini, dott.ssa Roberta Frutterò, dott. Giorgio Grosa. dott.ssa Antonella Miglietta, dott. Marco Orsetti, dott. Giovanni Sorba, dott.ssa Franca Viola. Confermo tutto, purtroppo. Che, come riconoscono i miei stessi critici, 'esistono casi-limite- in cui un ricercatore lavora una-due ore la settimana tné potrebbe essere altrimenti, essendo la situazione di un ricercatore di, poniamo, filosofia, diversa da quella di uno, per esempio, di medicina;. Che i ricercatori hanno ragione di protestare per diventare docenti. Che la colpa non è loro ma di quella Ugge sciagurata con cui una classe politica sciagurata istituì un ruolo dei ricercatori a vita. E già che ci sono confermo anche il mio pessimismo, perché, invece di studiare l'abolizione del ruolo dei ricercatori, il ministero della Pubblica Istruzione continua a bandire concorsi per crearne di nuovi. Marcello Pera
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