L'Urss cede ai «pirati» di Emanuele Novazio

L'Urss cede ai «pirati» Cinque dirottatori ottengono un aereo e si arrendono a Tel Aviv L'Urss cede ai «pirati» Avevano preso in ostaggio in una città del Caucaso 30 bambini che hanno poi rilasciato - Mosca chiede che siano puniti - La Tass: la decisione di lasciarli partire è stata presa dalla leadership del Paese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Per la prima volta, l'Urss ha ceduto al ricatto e ha fornito un aereo a un gruppo di dirottatori, che minacciavano di uccidere trenta bambini presi in ostaggio. I cinque «terroristi», quattro uomini e una donna di cui non si conosce il nome ma che sarebbero due russi, due armeni e un osseto, (l'Ossezia è una piccola Repubblica autonoma nel Caucaso Settentrionale) si sono arresi ieri sera alla polizia israeliana, subito dopo l'arrivo. La decisione di farli partire su un Ilyuschin 76 dell'Aeroflot con otto uomini di equipaggio è stata presa dalla 'leadership del Paese-, ha comunicato a sera l'agenzia Tass, per 'salvare la vita di trenta scolari, della loro maestra e dell'uutista del bus che li aveva a bordo al momento del sequestro". Per oltre quindici ore le trattative si sono svolte in segreto: soltanto nel pomeriggio di ieri Mosca ha confermato il sequestro, il ricatto, e la partenza dei pirati per una «località straniera» rivelatasi poi Tel Aviv. E' cominciato giovedì sera, a un'ora non precisata, con un agguato: quando quattro uomini, armati di un fucile mitragliatore e tre revolver, hanno bloccato l'autobus con gli scolari alla periferia di Orjenikize, capitale dell'Os- sezia. Per liberarli, hanno chiesto 'Una grossa somma di denaro- e un aereo capace di portarli «in Israele, in Sud Africa o in Pakistan-. Le trattative sono subito state avviate, e hanno avuto un andamento drammatico, par di capire: perché «per molto tempo i pirati non hanno accettato di rilasciare i bambini-, notava ieri la Tass. Si sono decisi soltanto quando gli è stato concesso di salire a bordo dell'/ii/uschiri. I negoziati fra le autorità e i pirati non sono finiti a quel punto: sono durati fino al primo pomeriggio di ieri, secondo la ricostruzione dell'agenzia sovietica, peraltro ancora priva di dettagli importanti per capire il movente e l'esatta successione dei fatti. Che è successo, una volta liberati gii ostaggi e concesso ai «banditi» Vllyuschin 76, il più grande aereo da trasporto del mondo? In quel momento, i pirati non erano più a Orjenikize, ma a Mineralnoie Vody, una località termale distante centottanta chilometri, con un aeroporto in grado di consentire il decollo del jet. Chi si è irrigidito, i quattro uomini armati o le autorità locali che avevano risposto all'ordine di Mosca e trattavano? Non si sa: certo, dopo il rilascio degli ostaggi è accaduto qualcosa che ha rallentato i negoziati e che ha rischiato di far precipitare, ancora una volta, la situazione. Intanto, è sulla pista dell'aeroporto di Mineralnoie Vody, par di capire, che ai quattro pirati si è aggiunta una donna, in condizioni che non sono state precisate, ancora. Chi era, e perché si è unita al gruppo? Fino a che l'aereo non è decollato inoltre, alle quattro meno cinque di ieri pomeriggio, l'equipaggio è rimasto sotto la minaccia delle armi, con le mani legate: «/ piloti erano, letteralmente, sopra le canne dei fucili, dal momento che nulla separa la cabina di pilotaggio dal resto della carlinga-, notava ieri sera la Tass. Perché? Che cosa è accaduto dopo che i trenta bambini e la loro maestra sono tornati a casa? Ci sono altri interrogativi senza risposta. Chi sono i pirati? Da dove vengono? E perché l'hanno fatto? Ferché avevano scelto Israele e il Emanuele Novazio (Continua a pagina 2 in terza colonna)