Hassell e la new age Musica di frontiera

Hassell e la new age Musica di frontiera Hassell e la new age Musica di frontiera ANCORA «new age», dopo il grande sabato di Lamie Anderson: stavolta l'agenzia torinese Frizitaliana presenta mercoledì 23 al «Big» di corso Brescia 28 (ore 22) il compositore e polistrumentista americano Jon Hassell (suona tromba e tastiere), che si presenta all'appuntamento con una formazione rinnovata, che comprende Jay Dean e e Adam Rudolph alle percussioni, e Jean Philippe Rykiel alle tastiere. Hassell è da vent'anni protagonista di una musica di frontiera, sospesa fra jazz, rock, avanguardia. Allievo di Stockhausen, ha studiato la mùsica indiana e nel corso di un'attività instancabile che dura dal '68 (il suo debutto discografico fu con Terry Riley) ha collaborato con Brian E no e i Talldng Heads (in Remain In Light), Peter Gabriel (in Birdy), David Silvian e MiroslavVitous. Basta la varietà dei nomi coinvolti nella vicenda artistica di Hassell per intuirne la molteplicità degli interessi. Ultimamente si è interessato di musica africana, lavorando con il gruppo Faraona, dell'Alto Volta, e enfatizzando l'aspetto ritmico delle sue composizioni. Tra i suoi lavori più noti, ricordiamo Earthquake Island, del '79, con il bassista Miroslav Vitous e il percussionista Nana Vasconcelos, e The Surgeon Of The Nightsky Restores Dead Things By The Power Of Sound, dell'87. Di Jon Hassell nel nostro Paese si ricorda anche la partecipazione alla Biennale di Venezia dell'82 quando esegui Svila Strada, da Kerouac, composizione che Le Monde definì «un'opera new wave». Brian Eno, che di Hassell è fervido ammiratore, ha cosi definito il lavoro del compositore americano: «E' un inventore di nuove forme di musica, di nuove idee su ciò che la musica potrebbe essere». Il musicista americano Jon Hassell

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