Un problema di affiatamento

Un problema di affiatamento Un problema di affiatamento SE due coppie impiegano lo stesso sistema di licitazione e lo conoscono pefettamente nei minimi dettagli sembrerebbe lecito presumere che esse raggiungano quasi sempre lo stesso contratto. Inoltre, ammesso che gli avversari non siano in grado di intervenire, anche i passaggi intermedi dovrebbero coincidere. In pratica non è affatto cosi e, prescindendo dall'italico vezzo di apportare al sistema qualche variante personale, il fenomeno ha una giustificazione ben precisa, n fatto è anche i sistemi più convenzionali, vale a dire quelli che per definizione lasciano meno spazio all'inventiva, sono suscettibili di interpretazioni diverse. Se infatti nella grande maggioranza dei casi è abbastanza facile applicarli alla lettera, non sono poche le situazioni nelle quali esiste un'alternativa. In definitiva quindi non è tanto una questione di sistema quanto di stile e due giocatori formano una vera coppia solo nel caso che la loro sintonia non sia epidermica ma interessi invece la misteriosa sfera dell'inconscio. In particolare le convenzioni, salvo casi molto rari, sono di scarso aiuto quando l'obiettivo non è tanto la conquista del contatto quanto l'instaurazione della difesa più appropriata per sconfiggere gli avversari o quanto meno per non agevolare il loro compito. Nella smazzata seguente sedevo in Est, in seconda contro avversari in prima, e quando Nord apri di 1 fiori, mostrando genericamente una mano forte, decisi di dichiarare 1 cuori. Il mio obiettivo non era la conquista di un contratto fattibile né, tanto meno, l'instaurazione di un sarificio. Mi ripromettevo in primo luogo di creare i presupposti per un attacco di apertura ragionevolmente sicuro e avrei centrato l'obiettivo se, sul contre spuntnik di Sud, il mio occasionale compagno avesse dichiarato 2 cuori. Ma egli passò sempre, nonostante che, raggiunto l'accordo sulle picche, Sud avesse fatto una cue bid a 4 cuori e avesse dichiarato 5 cuori in risposa al 4 s.a. Blakwood del compagno. Oli avversari sbarcarono a 6 picche e, dopo questa licitazione, l'attacco a cuori mi sembrò fuori questione: scelsi il fante di quadri e il dichiarante allineò non dodici ma tredici prese. La cosa più triste è che all'altro tavolo giocavano in Est-Ovest due miei abituali compagni. Dopo lo stesso esordio Ovest non esitò a dichiarare 2 cuori, confermando cosi al compagno l'attacco che batté di due prese il contratto di 6 picche. Va da sé che l'imprevedibile effetto distruttivo dell'attacco a cuori, cioè l'interruzione di un collegamento vitale fra le mani del dichiarante e del morto, andava ben al di là delle mie intenzioni. ". . Camillo Pabis-Ticci ♦ kq10632 C j4 0 ak + aq7 + j95 N ♦ 74 0 q872 n| |p <2 k10963 0 9653 1 1c 0 j * j10 S + k8642 ♦ a8 0 as 0 q 1087.12 ♦ 953

Persone citate: Camillo Pabis-ticci