Cento architetti scatenati per fare meglio di Gaudì

Cento architetti scatenati per fare meglio di Gaudì La capitale catalana si trasforma in vista delle Olimpiadi '92 Cento architetti scatenati per fare meglio di Gaudì C'ERA una volta Barcellona. C'era il vecchio e popolare quartiere porteria di Barceloneta già destinato a diventare la città-dormitorio degli atleti olimpici prima e dei nuovi ricchi poi, c'era l'anonimo molo affacciato al trafficatissimo Passeig de Coloni, il barrlo gotico e il final de las narriti la s frequentato da instancabili nottambuli in cerca di piacevoli avventure; c'era Montjuic, la collina meridionale che contendeva il primato della pace e della tranquillità alla «vetta» più alta del Tibidabo. ' Era una città dinamica, propositiva, era l'anticapitale per eccellenza, era il porto della Catalunya, la patria del romanico spagnolo con il fantastico ed esclusivo museo di Arte Catalana, la città del glovin Picasso e dell'estroso Gaudi Era inoltre, almeno cosi veniva definita, la Milano iberica, con gli immancabili amori e odi nei confronti dell'opulente centro amministrativo e diplomatico madrileno. Oggi, aspettando il '92, anno fatidico delle prossime Olimpiadi, Barcellona è molto, gioito di più. Febbrile, eccitata ed eccitante, ervosa, travolta da una controllata furia edilizia: postmoderna che ha sconvolto l'Ei'xamplc, il quadrilatero modernista a Nord dèi Barrio gotico e compreso tra la Gran Via, il Passeig de Grècia e la celeberrima Diagonali è la city di Botili, l'architetto post-neoclassico invidiato da Parigi, e di Mariscal, lo scultore del «gambero» che sovrasta il nuovo ristorante Gambrinus nel pur nuovo Moli de la Frusta. E' la città delle librerie post-post-neo moderne come la Tocs (Consell de Cent 341) o di nuovi spazi commércial-espositivl dell'arte visiva, dell'arredamento, del design come , Vincon (Passeig de Gràcia 96) 0 Bd Design (Calle Maiorca 291), di recenti post-modem e un po' glaciali alberghi modello Condes de Barcelona (Passeig de Gràcia 75, tei 932150616) e Alexandre (Calle Maiorca 251, tel. 93-2153052). La città dei nuovi assetti urbani che hanno visto stravolgere e ricostruire più di quaranta tra piazze, vie, incroci; sarà infine anche la città.di Gae Aulenti chiamata a riattare le sale del Museo d'Arte catalana, della sede definitiva della collezione Thyssen a opera di Botili nel monastero di Pedralbes e, naturalmente, dei nuovi stadi frutto della fantasia : architettonica di Gregotti, Isozaki, Correa e ! Mila: tutto grazie a quei cinque anelli magici, ; simbolo dei Giochi olimpici, che a Seul ha j creato non pochi problemi. ! La fretta a volte è cattiva consigliera, ma i in questa città giovane, dove il potere anche : politico è in mano ai trentacinque-quarani tenni, il vecchio e «taccagno» senno catalal no, pilotato dal presidente della Generalitat ' de Catalunya Jordi Pujol, aiuta a ponderare . ogni nuovo intervento. Come nel caso della t ristrutturazione del monastero di Pedralbes j a opera di Botili per ospitare la collezione ■ Thyssen-Borhemisza che è stato momenta: neamente bloccato onde evitare facili altera; zioni di uno spazio medioevale tra i più inteI ressanti della regione. Non sono mancati già interventi discutibi{li come lo stesso Moli de la Frusta che vede , allineati sul lungomare e affacciati al Medi¬ terraneo cinque ristoranti dalle rigorose linee geometriche «post-post» uno simile all'altro senza riscaldamento nei piccoli ambienti coperti e freddi nell'arredamento quanto lo può essere il clima barcellonese d'inverno e cioè sui 10-15 gradi. O le improvvisate ma spontanee nouvelle cuìsines dei locali ó la mode, come quella del bellissimo e videoclippato Network (Diagonal 616, tel. 2017238) o del pacato e artistico Bell Air (Calle Corsega 2377588) che anche espone le tele dei giovani spagnoli in cerca di spazi alternativi alle gallerie più classiche; la Joan Prats (Rambla de Catalunya 54), la galleria storica che guidò nel mercato 1 Mirò più belli, infatti preferisce presentare artisti quali Santiago Serrano Rueda o Susana Solano agli ultimi pennelli heoflgurativi e neo transavanguardistici: ma, per fortuna, non è un ristorante, al massimo offre qualche coppa di Cava, buon spumante regionale. Ora nella Ciutat Mutante pure la vita notturna, veramente «newyorkina» come la definiscono i giovani rampanti locali, inizia più tardi che a Valencia e a Madrid: verso le ventidue quando si esce a prendere un aperitivo. Al Dry Martini (Aribau 162, aperto dalle 18,30), la martineria più vecchia di Spagna che accompagna il Martini con bocadillos di datteri e acciughe atlantiche, o all'Ideai Bar (Aribau 89) che ha appena vinto 11 cocktail '92 con l'Olimpie (una specie di Manhattan elaborato); poi si esce a mangiare: all'El Dorado Petit (Dolors Moserdà 51, tel. 2045153) o al Neichel (Avinguda de Pedralbes 16 bis, tel. 2038408), alla MercantU Peixatera (Aribau 117, tel. 2533599) o all'El Salmonete (Platja de Sant Miquel 34, tel. 3195032), al Chicoa (Aribau 71, tel. 2531123) o al Can Tipa (Passeig National, tel. 3197032), o infine per gli amanti delle angulas, le ottime larve di anguilla, al ristorante vasco Attor (Carbonell 5, tel. 3199488) nell'attuale quartiere cantiere della Barceloneta. Terminata la cena che di catalano, crema pasticciera a parte, ha ormai ben poco, d'obbligo è digerire il caffè all'Universa! (Maria Cubi 182-184) o al Kgb (Alegre de Dalt 55, aperto fino alle due del mattino e poi di nuovo dalle cinque alle undici), quindi via verso le nuove piste dell'Up and Down (Numancia 179), la discoteca arredata da uno degli architetti delle future Olimpiadi Alfonso Mila o '^tì^^^^J^f^tJ^^^ per espellere un.po': di tossine e vedere i nuovi yuppihl sniffare una bella riga di tiramisù boliviano: tanto sono solo «must-see» e cioè locali da vedere, da frequentare almeno per una notte, spacciandosi per disegner o architetti, giornalisti o, chi può, improvisatl fotomodelli. Quello che più affascina della città fondata dal cartaginese Amilcare Barca è proprio la convivenza di vecchio e nuovissimo, di tradizionale e atavico come la stessa lingua catalana eletta da Puyol a idioma europeo e dichiarata prima lingua ufficiale della regione autonomica seguita a ruota dall'inglese e poi dal casigliano, e di futuristico e trasgressivo. Dove le amministrazioni pubbliche dicono e agiscono. E' uno spettacolo vedere come pulsa verso il '92. Barcellona infatti è una città di cemento, ferro, alberi, pietra e acqua ma oggi palpita come fosse di carne. I barcellonesi temono infatti che il destino non concederà un'altra occasione per rifondare la città. Tutti ne sono convinti, tutti ne parlano, addirittura tutti gli spot pubblicitari, e non solo nella terza rete nazionale in catalano, sfruttano le future Olimpiadi e le immagini della città «simbolica». Gli stadi della futura Olimpiade, dell'anello olimpico precisamente, saranno costruiti a Montjuic assieme a un grandioso albergo (Miramar, disegnato dall'onnipresente Botili per una metratura di 10 nula metri cubi ricavati all'interno di un antico edificio del 1929). Una parte, la città olimpica, verrà edificata nell'area del Poblenou (presso Berceloneta), la Manchester catalana che visse il suo splendore industriale alla fine del secolo scorso. La costruzione dell'anello olimpico di Montjuic, dèlio stadio e del palazzo dei giochi sarà fortunatamente affiancata dalla realizzazione del Parque del Migdia che dovrà mantenere verde uno dei polmoni della città. La Villa Olimpica invece occuperà una superficie di 50 ettari dove si costruiranno 2500 appartamenti dai 70 ai 130 metri quadri cadauno e che saranno messi in ven- dita nel mercato immobiliare. Si formerà pertanto una nuova area residenziale, tipo quella dei nuovi docks londinesi, a misura di yuppies. Infatti i prezzi di vendita supereranno le 110 mila pesetas al metro quadro (circa 1.350 mila lire che in Spagna è tanto). Nascerà così, sui resti della vecchia area, un quartiere vivace e ricco quanto quello settentrionale del Sarrià, alle propaggini del Tibidabo che oggi ospita i colletti bianchi di Barcellona, oltre a tanti ristoranti e locali tip to date. Insomma un'urbanizzazione che costerà più di 75 mila milioni di pesetas, circa 800 miliardi di lire, mentre per quella dell'anello olimpico di Montjuic è prevista una spesa di soli 21 mila milioni di pesetas pari a circa 250 miliardi di lire. E l'antico e sempre suggestivo Barrio Gotico, il quartiere medioevale della città dominato dal pinnacolato campanile della cattedrale? Qualche giapponese ha già comprato i palazzi o le fatiscenti case di ringhiera (sdegnate dai cittadini e popolate per ora da cererie, antiche farmacie, vecchi magazzini, tappezzieri, fondas e alberghetti di malaffare), pronto a speculare su quella che nel dopo Olimpiadi rimarrà, assieme alle Ramblas, l'unica zona autentica di Barcellona. Affascinante e abbandonata alle sorti delle chiese gotiche di Santa Maria del Mar, di Santa Just i Pastor, del Palau Reial major, della Placa del rei, del quartiere marittimo di Ribera, del Passeig del Boni, della calle de Montcada che allinea i più ricchi palazzi della città gotica tra cui il Palau Berenguer de Aguilar e il Palau Barò de Castellet che ospitano il Museo Picasso (dove si conservano 1 primi periodi malagueno e barcellonese). Una delle poche cose che i figli di Gaudi fino a oggi non sono riusciti a rimodernare e a migliorare, è la splendida pasticceria modernista E se riha (Rambla de les Flors 83 o Gran Via 546). In realtà tutto il modernismo con i folli lavori di Montaner, di Puig i Cadfalch, di Elias Rogent e del maestro Gaudi che ispirarono a Unamuno la denominazione di «città delle facciate», è da sempre onorato ed esaltato dagli abitanti. Come da poco anche il Pare de la Ciutadella dove è in corso una mostra sull'Esposizione Universale del 1888. Inaugurata dai reali di Spagna, riassume un secolo di vita «portena», mentre i progetti sulla città futura sono esposti all'Edifici de les Aìgues. L'Olimpiade culturale coinvolgerà Barcellona fino al 1992 con mostre d'arte e concerti, premi artistici, mostre storico-olimpicosportive e manifestazioni folkloristiche. Tra i progetti segnaliamo la mostra prevista per il 1989 su Sport e cultura, quella sul Centro storico romano e medioevale della città, quella del 1990 sul Modernismo e quella, programmata per il 1991, sul Futuro e le tendenze mondiali del duemila. Un programma ambizioso ma a Barcellona non è mai troppo. Andrea Battaglini Per ulteriori informazioni rivolgersi direttamente a Barcellona al Patronat Municipal de Turisme de Barcelona, Passeig de Gràcia 35, tel. 93-2154477. Nella cartina sono evidenziati i nuovi cantieri cittadini. La collina di Montjuic (1), la statua di Colombo (2), il quartiere (barrio) gotico (3), il quartiere di Barceloneta (4), la Stazione della Francia (5), il Parco della Cittadella (6), il porto turìstico (7), il futuro villaggio olimpico (8)