H serpente va su e giù in barba alla legge di gravità

H serpente va su e giù in barba alla legge di gravità Anatomia degli animali lunghissimi: come regolano la pressione del sangue H serpente va su e giù in barba alla legge di gravità QUANDO un serpente si arrampica lungo il tronco di un albero a caccia di nidi di uccelli e le sue spire si snodano e si riformano spostandosi progressivamente verso l'alto, c'è da domandarsi come possa funzionare la sua circolazione sanguigna in barba alla legge di gravità. Un pitone lungo cinque metri, in posizione verticale, ha nella coda una pressione gravitazionale di circa 400 millimetri di mercurio. Se a questa pressione si aggiunge la normale pressione arteriosa del sangue (che in posizione orizzontale è di circa 50 millimetri di mercurio), la pressione sanguigna risulta nella coda circa il triplo di quella di un essere umano iperteso. Questo fenomeno ha incuriosito lo zoologo Harvey B. Lillywhite dell'Università della Florida a Gainesville, che da tempo è interessato agli adattamenti anatomici e fisiologici degli animali particolarmente lunghi. Naturalmente in un discorso di questo tipo, il riferimento alla giraffa è di prammatica. Quando una giraffa, alta quasi sei metri (l'altezza varia dai 4 metri e mezzo ai 5 metri e ottanta centimetri) tiene la tèsta eretta per raggiungere con la bocca i rami più alti degli alberi, il suo cervello viene a trovarsi circa tre metri più in alto del cuore e per irrorarlo con una colonna di sangue di quell'altezza l'organo cardiaco deve avere una potenza eccezionale. Infatti è un cuore possente che pesa undici chili e può pompare sessanta litri di sangue al minuto. Ma se l'animale abbassa la testa per bere, il cervello viene a trovarsi un paio di metri al di sotto del cuore. Dovrebbe affluirvi di colpo un'enorme quantità di sangue e la pressione sanguigna aumentare enormemente. Inoltre lo sbalzo im¬ provviso di pressione quando l'animale rialza la testa dovrebbe provocare a dir poco un collasso. Invece non succede niente di tutto questo. La giraffa sposta tranquillamente in su e in giù quella sua testa piccolina issata in cima al lunghissimo collo, senza nessuna disastrosa conseguenza. Come mai? Semplicemente perché il flusso del sangue viene rallentato da tutto un sistema di valvole sparse lungo la grande vena giugulare e da un sistema di piccoli vasi sanguigni, la cosiddetta -rete mirabile». La struttura anatomica dei serpenti è completamente diversa. Le loro vene non posseggono valvole, ma un particolare comportamento ne può fare le veci. Quando i rettili sono in posizione verticale o hanno fatto una breve arrampicata, si fermano per un attimo e durante questa pausa dimenano il corpo in maniera che onde laterali si propaghino dalla parte posteriore del corpo a quella anteriore. Le contrazioni, man mano che avanzano, premono il sangue spingendolo in avanti nelle vene. Ai serpenti appartengono 2700 specie che vivono in tutti gli habitat del pianeta, escluse le regioni polari, le cime montuose più elevate e gli abissi dell'oceano. Vi sono serpenti acquatici che vivono in acque dolci e salate, per i quali il problema gravità è quasi inesistente. Ve ne sono altri che vivono in terraferma e amano arrampicarsi sugli alberi e sono questi che, al pari delle giraffe, hanno realizzato nel corso dell'evoluzione speciali adattamenti che li aiutano a opporsi alla forza di gravità. Nei mammiferi, il cuore si trova più o meno collocato nella stessa posizione. Nei serpenti invece la posizione del cuore cambia considervolmente rispetto alla lunghezza totale del corpo. Nei serpenti acquatici lo si trova verso il centro del corpo, mentre nei serpenti terrestri ed arborei è spostato molto più avanti. La posizione avanzata del cuore diminuisce 1 ) distanza dal cervello e di conseguenza il peso della colonna di sangue al di sopra del cuore stesso quando il rettile è in posizione verticale. Nell'acqua, invece, il cuore in posizione centrale lavora meno nell'inviare sangue alle due estremità del corpo. Uno spostamento analogo si riscontra per i vasi polmonari, i vasi sanguigni che circolano nel polmone per l'ossigenazione. Questi vasi si estendono per quasi tutta la lunghezza del corpo nei serpenti acquatici, mentre occupano solo un decimo della lunghezza corporea nei serpenti arboricoli. La loro lunghezza ridotta riduce al minimo il travaso del fluido sanguigno ne) tessuto polmonare, in posizione verticale. Quando il serpente arboricolo si arrampica verso l'alto, il plasma tende a filtrare fuori dai capillari sanguigni causando edemi nella parte inferiore del corpo. Se questo non succede, e perché nei serpenti arbori- coli i capillari sono meno permeabili di quelli dei serpenti di mare. Analogamente, le giraffe — a quanto ha dimostrato recentemente Alan Har* gens dell'Università di California a San Diego — hanno nelle zampe una pelle particolarmente dura che evita il gonfiarsi delle estremità per l'identica ragione. La gravità condiziona anche la lunghezza e la grossezza dei serpenti. Le specie giganti, come i pitoni e le anaconde, che raggiungono i nove o dieci metri di lunghezza, sono terrestri ì primi e semiacquatiche le seconde. A^sai più corte e più sottili sono lo specie arboricole, come i Boa constrictor, lunghi al massimo un paio di metri o poco più. Cosi, tra le vipere, le specie più lunghe come il ferro di lancia, che raggiunge i tre metri, sono arboree da giovani, quando hanno dimensioni più ridotte, ma da adulte diventano terrestri e cercano le prede sul pavimento della foresta tropicale dove vivono. Invece le vipere arboricole sono molto più sottili e più corte. Dal 1950 gli studiosi interessati all'ipertensione umana hanno rivolto la loro attenzione alla giraffa. Ora i serpenti offrono loro un nuovo campo d'indagine. I. Lattes Coi l'ina mi

Persone citate: Lattes, Lillywhite

Luoghi citati: Florida, Gainesville, San Diego