«Gli armeni testa di ponte tra l'lslam e l'Occidente»

«Gli armeni testa di ponte tra l'lslam e l'Occidente» «Gli armeni testa di ponte tra l'lslam e l'Occidente» Parla don Kevork Zabarian, Procuratore del patriarcato di Cilicia degli Armeni cattolici a Roma, città che nel mondo è uno dei punti di riferimento più importanti per la diaspora armena ROMA — -Russi e armeni fuori dall'Azerbaigian, unione con la Turchia»: è uno degli slogans più ripetuti a Baku, Kirovabad, Nakhitchevan. Sempre più frequenti appaiono sulla piazza le bandiere verdi dell'Islam. Per la prima volta dal 1920 la scena politica russa è dominata da un conflitto interetnico le cui lontane radici si trovano fuori dai confini dell'Urss. C'è ben altro in gioco, oltre alla questione del NagomijGharabagh. -Di fronte al mondo islamico», dice don Kevork Zabarian, Procuratore del patriarcato di Cilicia degli Armeni cattolici a Roma, -il nostro popolo rappresenta la religione cristiana: è testa di ponte con la cultura occidentale-europea. Un armeno musulmano non è neppure immaginabile: quando si dice armeno si dice cristiano. Le tensioni nella regione sono multisecolari». Roma è punto di riferimento importante per la diaspora armena; alla Radio Vaticana c'è un programma che ogni giorno — alle 19,15 con replica alle 4,30 — trasmette un notiziario, in lingua, destinato agli armeni del Caucaso (3 milioni e mezzo nella loro repubblica, 450mila in Azerbaigian, 500mìla in Georgia) ed ai circa 8 milioni sparsi per il mondo. Attraverso i secoli, il fattore religioso è stato determinante per conservare quell'identità nazionale perennemente minacciata da arabi, tatari, mongoli, turchi ed altri. Orgogliosi e riservati, gli armeni sono rimasti diversi per mentalità, comportamento, modo di pensare. I tradizionali legami con il mondo occidentale, uniti all'intraprendenza in campo economico, hanno anche permesso alla loro Repubblica di raggiungere un livello di vita superiore a quello sia degli azerbajgiani sia di altri popoli dell'Urss. Nessuna commistione fra fede e identità nazionale, invece, per gli azeri. 'L'Islam, ricorda Zabarian, è una religione sovranazionale. La sua ideologia, incompatibile con quella comunista, costituisce una minaccia permanente al regime sovietico». I musulmani in Urss sono almeno 50 milioni; il richiamo al fondamentalismo khomeinista è forte; la Turchia è certamente un Paese laico, ma non completamente indenne da infiltrazioni dell'integralismo islamico. E l'Afghanistan è talmente vicino. 'Tutta una serie di ragioni», dice ancora il Procuratore del Patriarcato degli Armeni Cattolici, -per cui Gorbaciov non può che agire con estrema cautela. E' in questa situazione che si inserisce il problema del Nagornij-Gha- rabagh. Ma la perestrojka non sarà completamente credibile finché la regione rimarrà in mano agli azeri». Un tempo fiorente, l'area contesa è abitata per l'80 di armeni, ma non vi sono né scuole, né giornali, né televisioni, né libri nella loro lingua. Dopo i pogrom di Soumgait, nel febbraio scorso, il Soviet Supremo fece sapere di essere disponibile alla concessione dell'autonomia: il Gharabagh poteva cioè diventare un'altra delle repubbliche dell'Urss. Gli armeni si dimostrarono favorevoli, giudicando l'ipotesi parzialmente soddisfacente, almeno quale inizio. Certo, l'aspirazione rimane, quella del ricongiungimento. E, a lungo termine, va ben oltre, visto che, sulle piazze di Erevan sono comparse anche le bandiere dello Stato indipendente (dal '18 al '20) d'Armenia. Ma nei tumulti di oggi I segni della volontà azerbaigiana di ribellione al governo di Mosca — al potere comunista — compaiono di fianco alle manifestazioni di atavico odio verso gli armeni. I quali, oltrettutto, contribuirono non poco all'affermarsi dei bolscevichi, con personaggi quali Mniasnikian. Mikoyan e Stepan Shahoumian. dal cui nome deriva quello della capitale del Gh2rabagh, Stepanakert. E, pur rientrando nel contesto più vasto delle istanze all'autodeterminazione — Estoni, Lituani, Paesi baltici — il conflitto e ulteriormente aggravato dal fatto di svolgersi nel Caucaso, una delle aree più complesse e tormentate del mondo: 440milar chilometri quadrati che, in confini arbitrariamente tracciati da Stalin, racchiudono una quindicina tra repubbliche e regioni autonome e 32milioni e mezzo di persone che appartengono a 80 etnie e parlano 50 lingue diverse. Ornella Rota

Persone citate: Gorbaciov, Kevork Zabarian, Mikoyan, Ornella Rota, Stalin, Stepan Shahoumian, Zabarian