Ghidella

Ghidella Vittorio Ghidella abbandona il quartler generale di Mirano ri, in attesa di rientrare sulla scena dell'economia italiana «Mi concedo — ha confidato prima di abbandonare la sede dell'lsvor — dieci, quindici giorni di vacanza. Poi mi dedicherò alle ultime incombenze della Fiat Auto. Che farò? Non smetto certo di lavorare. Dal primo gennaio mi guarderò intorno ma finora non ho cercato né mi sono proposto alternative di lavoro». Nella palazzina di corso Agnelli entrerà adesso Cesare Romiti, che cumula la carica di amministratore delegato dell'Auto a quella di responsabile della holding, il segnale dell'azionista è chiaro: l'Auto non perde di peso e la Fiat assegna alla sua guida l'uomo-chiave del Gruppo. In termini concreti, l'impegno diretto di Romiti nell'Auto si riflette In una delega (nei fatti) più ampia ai direttori centrali della holding: Francesco Paolo Mattioli, Ruggero Ferrerò e Carlo Cellieri. L'avvicendamento, Insomma avviene all'Insegna della continuità. L'azionista di controllo ha sciolto cosi 11 nodo di un conflitto che si è sviluppato, in toni crescenti, lungo l'arco dell'ultimo anno. Al di là dei pettegolezzi che hanno tenuto banco negli ultimi mesi, va rilevato che il conflitto di posizioni all'Interno del comitato direttivo della Fiat (di cui Ghidella faceva parte da due anni) risponde a diverse Impostazioni strategiche in vista della sfida che si annuncia con 11 mercato del '93. Le alternative, in sintesi, erano queste: da una parte Fiat Auto leader dello sviluppo del Gruppo, con una gestione globale delle linee d'espansione di tutto l'universo di corso Marconi, e l'ovvia subordinazione a questa priorità di altre consociate, dalla componentistica alla robotica; dall'altra la centralità della holding, chiamata a dettare le regole generali e a svolgere un ruolo di controllo senza altre priorità. n confronto tra le due impostazioni si è sviluppato lungo l'arco dell'anno (con punte polemiche di grande asprezza prima delle ferie estive) a mano a mano che la Fiat si è trovata ad affrontare decisioni di grande respiro in vista del futuro intemazionale. A un certo punto, una decisione si è imposta e l'azionista, dopo aver tentato in ogni modo di comporre la fratture e di conservare il binomio che ha guidato la Fìat negli anni della riscossa e del successo, si è trovato a scegliere. E la sua decisione è caduta sul modello della holding, ovvero la formula vincente di questi armi. Ugo Bertone