Praga-Varsavia, crisi al supermarket
Praga-Varsavia, crisi al supermarket La Cecoslovacchia scoraggia i viaggiatori polacchi che fanno scorte nei suoi negozi Praga-Varsavia, crisi al supermarket NOSTRO SERVÌZIO VARSAVIA — Non ha ancora le proporzioni del conflitto tra Ungheria e Romania, ma la tensione sta crescendo pericolosamente tra altri due Paesi «fratelli», Polonia e Cecoslovacchia, con qualche piccola attenzione anche per la Germania Est. Punto di partenza di questa disputa: l'abitudine dei polacchi di recarsi nei Paesi vicini più forniti di beni di consumo per fare i loro acquisti. Via via che la penuria è aumentata in Polonia, 1 quantitativi di provviste importate dai viaggiatori polacchi dalla Cecoslovacchia, dalla Ddr o dall'Ungheria (in misura minore perché lì i prezzi sono molto elevati), sono diventati sempre più consistenti. Le autorità cecoslovacche, a loro volta alle prese con problemi di penuria mentre finora 1 loro cittadini godevano di una relativa abbondanza, hanno deciso di mettere un limite, imponendo, dal 15 novembre, dei rigidi controlli doganali. Primo risultato, code interminabili di auto si sono formate alle frontiere, mentre 1 treni lamentavano ritardi da quattro a cinque ore. Il treno che collega Praga a Varsavia arriva ormai cinque ore dopo l'ora prevista, e il famoso «Chopln» Vienna-Varsavia ha denunciato sabato 280 minuti di ritardo alla stazione di arrivo. I doganieri cecoslo¬ vacchi sequestrano enormi quantità di prodotti, con un occhio particolare per caffè, tè, cacao, banane, carta igienica, scarpe e indumenti per bambini. Contemporaneamente, la stampa della Germania Est ha giudicato utile ricordare venerdì che, se venissero applicati scrupolosamente, i regolamenti doganali tedeschi potrebbero risultare ancor più rigidi di quelli cecoslovacchi. Questo trattamento riservato ai «compagni» polacchi ha sollevato, per una volta, una unanimità di proteste a Varsavia, dove il responsabile dell'ambasciata cecoslovacca è stato convocato lunedì al ministero degli Esteri, per essere rimproverato per «questi atteggiamenti incomprensibili». Stampa e televisione cecoslovacca hanno subito raccolto il testimone mentre i piccoli commercianti privati di Varsavia cominciano a prevedere un prossimo boom dei prezzi se non avranno più la possibilità di rifornirsi a Praga. Tutti sono scandalizzati. Un polacco su quattro è ormai favorevole «alla limitazione della cooperazione con Ddr e Cecoslovacchia», ha annunciato martedì sera in tv il capo dell'Istituto di Stato per i sondaggi, colonnello Kwiatkowski. Ha poi aggiunto che, se si valuta il gradimento dei Paesi vicini nel giudizio dei polacchi, si ottengono questi risultati: quindici punti per l'Austria, sei per la Cecoslovachia e zero perla Ddr. Raramente in Polonia la critica nel confronti dei Paesi fratelli è stata così esplicita. «O tempora, o mores», ironizzava martedì il quotidiano del pomeriggio Kurier Poiski, sottolineando che la Germania Est che vuole ridurre la uscita di beni di consumo ha anche vietato la diffusione defila rivista sovietica Sputnik... Anche se non hanno nulla da mangiare, 1 polacchi hanno almeno la magra consolazione di una stampa molto più aperta di quella dei ceki e dei tedeschi dell'Est. Per quanto riguarda la Bulgaria, invece, le cose sembrano in via di miglioramento, almeno fino all'estate prossima: a settembre l'aeroporto di Sofia è stato sul punto di diventare teatro di disordini quando i doganieri bulgari hanno tentato di impedire ai turisti polacchi in transito di imbarcare tutti i loro bagagli. Bisogna precisare che il il sovraccarico toccava i 120 chili nel caso di viaggiatori in arri' vo da Istanbul, dove avevano fatto autentiche razzie nei bazar. La compagnia aerea polacca hot, alla fine, ha inviato un aereo speciale per rimpatriare questi «turisti» e le loro provviste che, rivendute in Polonia, permetteràno loro senza dubbio di superare l'inverno. Sylvie Kaufibnan Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»
Persone citate: Kwiatkowski, Sylvie Kaufibnan
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